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Livorno-Lucchese, le pagelle degli AmarantoTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
domenica 18 settembre 2016, 23:45Calcio
di Gianluca Andreuccetti
per Amaranta.it

Livorno-Lucchese, le pagelle degli Amaranto

Livorno – La Lucchese di Giuseppe Galderisi si rivela cliente ostico per il Livorno che, al cospetto di un avversario notevolmente meno quotato, è costretto ad accontentarsi di un solo punto dopo due vittorie consecutive. Sull’esito finale della partita, hanno molto influito le tante assenze in casa amaranto e l’impiego obbligato da parte di Foscarini di elementi scesi in campo per la terza volta nell’arco della settimana. Vediamo qui di seguito le votazioni riportate da ciascuno degli uomini impiegati oggi dall’ex tecnico di Cittadella e Pro Vercelli:

Mazzoni. Se il Livorno subisce gol soltanto a cinque minuti dalla fine, è anche merito suo perchè salva il risultato, prima, su Terrani e, poi, su Bruccini: è tanto bravo a caricare e a riprendere il proprio reparto difensivo quanto irritante nel temporeggiare ad ogni rimessa dal fondo, non capendo che l’insieme dei due comportamenti produce un gioco a somma zero. Voto: 6,5.

Toninelli. Meglio che in altre occasioni: continua a non conoscere cosa voglia dire effettuare una proiezione offensiva o servire un cross per la testa di un attaccante, ma la scelta di Foscarini di disciplinare Marchi fa sì che l’ex terzino destro del Bassano abbia sempre un punto di riferimento a cui appoggiarsi in caso di difficoltà. Il gol arriva dalla sua parte e, quando Rossini è costretto a correre dietro a Terrani, lui non è lì a sostenere il compagno. Voto: 5,5.

Gonnelli. Prestazione maiuscola per l’ex difensore centrale del Pontedera, che riesce sempre a chiudere in tempo e a fare la scelta giusta, turando anche molte delle falle provocate da Rossini. Se il fortino amaranto resiste fino a cinque minuti dalla fine, molto dipende anche da lui. Voto: 7.

Rossini. Partita da archiviare in fretta per l’ex difensore centrale del Sassuolo: inizia con un problema fisico e con un tentativo di trappola del fuorigioco ai danni di Forte che, imbeccato da Nolè, si ritrova a concludere a colpo sicuro, solo davanti a Mazzoni; termina il match, consentendo a Terrani di fare ciò che vuole in prossimità della linea di fondo e di servire Mingazzini, libero di concludere dal limite dell’area di rigore. Nel mezzo, un insieme di imprecisioni e di interventi in costante ritardo, che rendono la sua partita un vero incubo. Voto: 4,5.   

Lambrughi. Come contro il Como, il gol nasce da una sua invenzione: una travolgente discesa sulla sinistra, alla quale fa seguito il servizio per Venitucci che, solo al centro dell’area, trafigge Di Masi con un preciso diagonale. La sua sostituzione risulta inquietante non per il nome del suo sostituto, ma perché Foscarini avrebbe potuto accentrarlo e far uscire Rossini, in evidente difficoltà. Lascia il campo tra gli applausi scroscianti del pubblico. Voto: 6,5.  

Gasbarro. (20’ st). Sostituisce Lambrughi ed entra subito in partita con il suo proverbiale e lodevole ardore. Al posto di Foscarini, lo avremmo visto bene in sostituzione di un altro compagno di reparto, ma, evidentemente, il tecnico veneto conosce meglio di noi lo stato di salute dei propri giocatori. Voto: 6.

Marchi. Intelligentemente, Foscarini ha voluto disciplinare la sua maniera di interpretare il ruolo, riducendo il suo generoso dispendio di energie: fatta eccezione per qualche sgroppata sul suo lato nella prima frazione, il giocatore cala vistosamente alla distanza e, gravato da un’entrata dura e da un’ammonizione, esce ben presto dall’incontro, commettendo anche qualche errore d’imprecisione francamente evitabile. Voto: 5.

Giandonato. Non è soltanto colpa sua, ma fornisce una prestazione scolastica, a tratti quasi elementare: manca totalmente in termini di imprevedibilità sia per quanto riguarda la qualità del gioco sia per quanto riguarda la corsa. È arrivato da meno di un mese ed ha già giocato cinque partite: c’è da aspettarsi che, al crescere della sua condizione fisica, corrisponderà presto una migliore interpretazione del ruolo. Voto: 5,5.

Luci. Nel bene e nel male, sempre al servizio della squadra: quando, a partita inoltrata, la flessione del rendimento offensivo del Livorno si appalesa in tutta la sua evidenza, è lui il solo a provare a dare un qualcosa in più lì davanti. Voto: 6.

Venitucci. Il gol, importante finchè si vuole, e poco altro: da trequartista, è bravo a svariare su tutto il fronte e a dare una mano a Giandonato in fase di costruzione, ma molta parte di ciò che vorrebbe fare rimane semplicemente nelle sue intenzioni perché la corsa e la prestanza fisica dei suoi dirimpettai in maglia rossonera hanno spesso la meglio su di lui. Voto: 6.

Borghese (37’ st). Con il suo ingresso in campo, Foscarini prova a rinforzare gli argini in vista dell’assalto finale della Lucchese, passando alla difesa a tre: il cambio, non per colpa sua, non produce gli effetti sperati e la formazione di Galderisi pareggia immediatamente. Senza voto.

Maritato. Porta avanti una partita interamente votata all’impegno e al sacrificio, nel corso della quale, senza aspettare di essere servito, torna spesso a centrocampo per recuperare palloni giocabili. L’espulsione di Cellini lo lascia orfano del suo naturale compagno di reparto e lui, alla terza partita in una settimana e senza aver svolto la preparazione, fa quello che può: finisce con i crampi. Voto: 6.

Cellini. Normale che a 35 anni si riesca ad essere letali soprattutto se si milita in una formazione che impone costantemente il proprio gioco: prima di lasciare il campo, non era mai riuscito a rendersi particolarmente pericoloso in zona gol, intrappolato com’era nel traffico della difesa rossonera, ma la sua defezione per infortunio è peggio di un’espulsione. Voto: 5,5.

Dell’Agnello (43’ pt). Imbarazzante la pochezza di una prestazione, che lo vede mettersi in mostra soltanto per una girata al volo ampiamente fuori alla sinistra di Di Masi e per un alterco con lo stesso ex portiere dell’Avellino: è vero che lui e Maritato non potranno mai essere una coppia, ma l’apporto fornito dai due alla squadra è completamente diverso. Voto: 5.

All.: Foscarini. Per quanto Foscarini faccia bene ad evidenziare che non spetta a lui fare la conta degli assenti e fornire così un alibi alla prestazione della squadra, non è possibile non ricordare che il Mister amaranto si è trovato a fronteggiare le tre partite in otto giorni con alcune defezioni importanti nei ruoli chiave e, con a disposizione, una panchina a cui evidentemente non crede fino in fondo. Venendo al match, lui e Galderisi hanno dimostrato di aver impostato due partite completamente diverse: il primo ha concentrato le migliori energie della propria squadra nella prima frazione di gioco e il secondo ha aspettato l’ultima mezz’ora per mandare in campo i propri assi, Fanucchi e Terrani. L’unico appunto che è possibile formulare al tecnico nativo di Riese Pio X riguarda la gestione delle sostituzioni: una volta decisa l’entrata in campo di Gasbarro, non sarebbe stato più opportuno che quest’ultimo avesse preso il posto di Rossini, in evidente difficoltà, anziché quello di Lambrughi? Sette punti in tre partite rappresentano comunque un bottino di tutto rispetto. Voto: 6.