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Siena-Livorno, le pagelle degli AmarantoTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
domenica 16 ottobre 2016, 23:45Calcio
di Gianluca Andreuccetti
per Amaranta.it

Siena-Livorno, le pagelle degli Amaranto

Siena – Il Livorno di Claudio Foscarini, complice una buona dose di sfortuna, torna a mani vuote dalla trasferta di Siena ed è costretto a rinunciare all’ennesimo punto dilapidato nei minuti finali di partita, dopo i tre già persi negli incontri disputati con Lucchese ed Olbia. Premesso ciò, siamo in grado di esaminare l’operato di ciascuno degli uomini scesi in campo in maglia amaranto agli ordini del tecnico veneto:

Mazzoni. Compie il gesto tecnico più bello e più interessante dell’intero incontro quando costringe Marotta ad allargarsi e a perdere il tempo e lo spazio per concludere a rete, dopo che il centravanti del Siena era sfuggito a Borghese. Voto: 6,5.

Gonnelli. Foscarini gli assegna un ruolo evidentemente non suo, in ragione della contemporanea assenza di Grillo e Toninelli: il centrale livornese lo interpreta in maniera disciplinata, non spingendosi mai in avanti, ma compie un bruttissimo fallo su Firenze, lanciato lungo la linea laterale verso la metà campo del Livorno. Voto: 5,5.

Rossini. Fa vedere qualcosa di buono con i piedi, quando prova ad impostare l’azione, ma è davvero troppo molle quando si tratta di seguire e di contrastare l’avversario per impedirgli di rendersi pericoloso. Voto: 5.

Borghese. Per lunghi tratti della partita, è il dominatore assoluto della retroguardia amaranto e gioca il miglior match in fase difensiva da quando è a Livorno, una sorta di Materazzi 2.0 capace di telecomandare il reparto difensivo e di rendersi pericoloso in attacco. Quando le squadre si allungano nel corso della seconda frazione, perde strada facendo il controllo della situazione e viene sopraffatto da antichi limiti di rapidità che non gli consentono di evitare che Marotta si involi verso la porta di Mazzoni, prima, e concluda in porta dal limite dell’area di rigore, poi. Peccato perché aveva iniziato alla grande. Voto: 5,5.

Gasbarro. Se decide di non avventurarsi in itinerari sconosciuti alla scoperta del territorio nemico, è un cliente scomodo per tutti; in prossimità del novantesimo, va vicino ad un gol che avrebbe permesso alla squadra amaranto di scrivere un finale di partita dai contorni molto diversi. Voto: 6,5.  

Marchi. L’ex centrocampista del Piacenza di Madonna fornisce una prestazione assolutamente incolore, non rendendosi mai protagonista e dando l’idea di essere in evidente calo fisico: con la sua uscita dal campo, Foscarini avanza Gasbarro e passa alla difesa a tre. Voto: 5.

Morelli (29’ st). Neanche il tempo di entrare in campo e si perde subito Iapichino che, sulla sua fascia di competenza, va sul fondo e mette al centro un pallone pericolosissimo. Speriamo di sbagliare, ma abbiamo la sensazione che un ragazzo come Gabriele, che ha portato avanti un’ottima carriera nel settore giovanile amaranto ed ha dimostrato di poter fare la sua figura anche in serie B, avrebbe meritato di essere “lanciato” con continuità in una squadra dalle fondamenta più solide di quelle che ha oggi il Livorno. Voto: 5,5.

Giandonato. Sempre pericoloso con i piedi, il suo principale difetto rimane la pressoché totale assenza di un cambio di passo, che renderebbe il suo modo di giocare molto meno prevedibile. In attesa di vedere sempre gli occhi della tigre, l’ammonizione che subisce e l’espulsione che avrebbe potuto subire, paradossalmente, ci fanno ben sperare per il futuro. Voto: 5,5.

Ferchichi. Ciò che mostra è ancora troppo poco, ma cominciamo a constatare qualche timido progresso rispetto ad un recentissimo passato: si fa vedere dai compagni in fase offensiva e si fa sentire dagli avversari in fase di interdizione, almeno per una buona parte del primo tempo. Voto: 5.  

Bergvold (40’ st). Giusto il tempo di saggiare il terreno di gioco e di farsi tornare alla mente, forse, un gol rievocato da più parti nel corso della settimana e messo a segno in questo stadio quasi nove anni fa. Senza voto.

Venitucci. Finchè è in campo l’ex trequartista del Santarcangelo, possiamo star sicuri che il Livorno è in partita: sa sempre cosa fare quando ha il pallone tra i piedi, liberando spesso i propri compagni dai compiti di costruzione. Sua una delle conclusioni più pericolose della prima frazione di gioco verso la porta di Moschin. Esce sul più bello. Voto: 6.

Jelenic (44’ pt). Di nuovo in campo in maglia amaranto, a distanza di 211 giorni da quel Trapani-Livorno che precedette il suo infortunio al legamento crociato: va a strappi, esattamente come faceva prima dell’infortunio, dimostrando di aver cominciato a scalfire il vetro che ha davanti, proprio come gli ha chiesto Mister Foscarini. Serve un assist importante a Maritato, che conclude debolmente verso la porta di Moschin. Voto: 6,5.

Murilo. Già in occasione della partita casalinga contro il Renate, avevamo notato il brasiliano “ronzare” pericolosamente intorno al dischetto del rigore, mostrando un certo interesse a calciare il penalty poi trasformato da Maritato, in barba a qualsiasi ordine di scuderia o scaletta precostituita: il fatto che oggi sul dischetto si sia presentato lui e Foscarini abbia fatto riferimento in sala stampa ad una presunta violazione della scaletta dei rigoristi ci fa pensare che il brasiliano abbia applicato la regola “tiro io perché io ho subito il fallo”, cosa che può andar bene, forse, in un oratorio e non certo a questi livelli di professionismo. Voto: 4.

Maritato. Troppo poco anche per uno che, come lui, si mette sempre al servizio della squadra e non disdegna di arretrare se c’è bisogno di andare a riconquistare il pallone o di dare una mano in fase difensiva: ha la colpa di concludere con poca cattiveria sull’assist servitogli da Jelenic e l’attenuante di avere un compagno di reparto che sembra ignorare che il calcio è un gioco di squadra. Voto: 5,5.

All.: Foscarini. Non abbiamo nulla da dire sul piano delle scelte di formazione, anche se lasciare in panchina Lambrughi e schierare Gonnelli a destra con un Rossini in queste condizioni, per quanto non immediatamente comprensibili, sono opzioni che hanno un loro senso. Ciò che più dispiace, tuttavia, di questa partita è il fatto che il calcio di rigore tirato da Murilo possa configurarsi come un atto di insubordinazione da parte del brasiliano nei confronti dell’allenatore e dei compagni di squadra: se davvero fosse così, anche alla luce di quanto detto dal Mister in conferenza stampa, saremmo di fronte ad un fatto grave che non sarebbe dovuto accadere e che l’allenatore avrebbe, per quanto possibile, dovuto impedire. Voto: 5,5.