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Obiettivo sesto posto raggiunto. Ma il Milan vuole questa Europa?
lunedì 21 aprile 2014, 00:00Milanello in rosa
di Giulia Polloli
per Milannews.it

Obiettivo sesto posto raggiunto. Ma il Milan vuole questa Europa?

La vittoria contro il Livorno consegna nelle mani del Milan il sesto posto in classifica. Il Parma di Donadoni era distante undici lunghezze, ma le cinque vittorie consecutive della squadra di Seedorf hanno consentito di azzerare il distacco. Fiorentina, Chievo, Genoa, Catania e Livorno: queste le squadre che hanno concesso al Milan di raggiungere un traguardo che, fino a qualche mese fa, aveva dell’utopistico. Dal punto di vista dei risultati il Milan dà ampi segni di continuità. Un percorso netto che consente di rialzare la testa, soprattutto alla vigilia di un finale di campionato che si preannuncia infuocato.

Manco a dirlo, è la questione Seedorf a tenere banco, ancora una volta. Perché il suo futuro in rossonero è appeso ad un filo, nemmeno tanto resistente, se lo si guarda dalla prospettiva dei vertici societari. Il grande silenzio che accompagna questa sua scalata alla classifica è anomalo, assordante quasi. Una bomba ad orologeria, difficile da disinnescare. I prossimi impegni con Roma e Inter potrebbero rappresentare lo snodo della vicenda, così come l’eventuale mancato raggiungimento dell’accesso diretto all’Europa che, da obiettivo irraggiungibile è diventato l’unico a cui puntare. Però, proprio su questo punto, i commenti relativi alla necessità di partecipare alla seconda competizione europea non sono unanimi. Se da una parte Galliani identifica la presenza del Milan in Europa League come un atto dovuto nei confronti di sponsor, tifosi ed investitori, attuali o futuri, dall’altra bisogna fare i conti spicci. Gli introiti derivanti dalla competizione non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli che invece si incassano con la Champions, mentre addirittura le spese per le squadre partecipanti aumentano, soprattutto a causa di trasferte poco agevoli in località isolate dai grandi contesti delle capitali europee. Quasi a creare una sorta di ulteriore ostacolo per la conquista, nella prossima stagione, di un posto adeguato in classifica. Dove per adeguato si deve intendere la vittoria dello scudetto o almeno il secondo posto, così da accedere, senza troppa fatica estiva, alla competizione che, più di tutte, fa gola al Milan e alle sue casse perennemente alla ricerca di nuovi fondi.

Fondi che servono come manna dal cielo per poter intervenire con decisione sul prossimo calciomercato. La rosa del Milan è folta, ma tecnicamente non adeguata a grandi obiettivi. Ci vogliono investimenti importanti in ogni reparto. L’arrivo di Taarabt e Ramì ha dimostrato che con innesti azzeccati si possono cambiare le dinamiche della squadra. Ma entrambi richiedono un riscatto che al momento il Milan non riesce a far rientrare a bilancio. Si rischia quindi di perdere anche ciò che di buono è stato fatto a gennaio. In totale sincerità, se anche Seedorf avesse “spifferato” ai tifosi che più di tre quarti della squadra dovevano essere rimpiazzati, non mi sento di condannarlo. Ma evidentemente la società non la pensava allo stesso modo. Perché altrimenti esonerare Allegri?