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tmw / milan / Editoriale
Da Allegri a Inzaghi via SeedorfTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 19 settembre 2014, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Da Allegri a Inzaghi via Seedorf

Giornalista sportivo e scrittore. I suoi libri: “La vita è rotonda”, “Soianito”, “L’oro di Sheva”, “Calcinculo”, “La vita è una”, “Sembra facile”. Attualmente online l’ebook “La rivoluzione di Giuseppe” Gruppo Viator

Meglio subito. Meglio in questo clima di reciproca euforia, la Juve con 6 punti, 0 gol al passivo in campionato e un debutto convincente in Champions; il Milan con 6 punti in 2 partite e 8 gol all’attivo. Può darsi che a fine stagione faremo altri discorsi per entrambe, per il momento è un fatto che Allegri stia cercando di rendere indolore il distacco da Conte mentre Inzaghi stia riuscendo a cancellare gli ultimi 2 Milan dello stesso Allegri. Silenzioso complice dell’impoverimento tecnico di una squadra irriconoscibile. I bianconeri avevano poco da imparare e migliorare: questi sono, con l’innesto di giocatori come Evra e Morata, la crescita di Llorente, Pogba e dello stesso Ogbonna quando impiegato, la capacità di adattarsi a taluni complicati meccanismi senza Pirlo e Vidal. I rossoneri avevano molto da cambiare invece, a cominciare dall’atteggiamento e dallo spirito, dalla corsa e dal dinamismo: hanno saputo soffrire e rialzare la testa, sia con la Lazio che con il Parma, ora sono al primo vero test per verificare se conti più la voglia di fare, la capacità di saperlo fare o il semplice gruppo sanguigno parificato la suo allenatore.

Non abbiamo perso la testa per Menez. Abbiamo ricominciato ad apprezzare un francesino dotato di grandi doti e talento naturale, il quale fino ad oggi mai ha fatto la differenza nei club in cui ha giocato e che ancora deve dimostrare di esserne capace. A questo scopo servono applicazione, professionalità, coscienza che si traducono in continuità. Non abbiamo perso la testa per Honda. La rilettura delle partite contro Lazio e Parma direbbe di qualche spunto positivo, di un inserimento nel gioco più costante rispetto all’anno scorso, di 2 gol persino. Meglio della passata stagione, ma non ci voleva francamente molto. La storia calcistica di questi 2 giocatori va riscritta perché possano fare un vero, grande, definitivo salto di qualità. E’ la loro storia, non la nostra opinione, che fino ad oggi parla di 2 giocatori discreti e niente più. Dipende da loro. Lo dicevamo nel 2010-11 di Robinho e Boateng: fino a quella stagione il loro curriculum era di un certo tipo, quell’anno magico sparigliò i numeri e accecò le critiche, ma dal 2011 in poi sono tornati ad essere i Robinho e Boateng di prima, talenti (?) inesplosi, rimasti in ghiacciaia tra selfie, infradito e moonwalk. La lezione va studiata a appresa.

Allo stesso modo, prima di impazzire per Bonaventura, celebrare la rinascita di El Shaarawy, sognare i bronzi di Riace in difesa, aspettiamo. Prima di tranciare giudizi feroci, agghiaccianti su Diego Lopez – che 20 giorni fa era un idolo … - e De Sciglio, prima di resuscitare Rami e Zapata (altrimenti finiamo in un attimo di nuovo a Mexes), prima di seppellire il redivivo Abate e il vituperato Bonera, aspettiamo. Ci vogliono tempo e pazienza, alla fine la storia di ciascuno non tradisce mai. Salvo che il destino non si accanisca come nel caso di Marco Van Basten al quale dopo i messaggi privati mandiamo questo pubblico abbraccio.

Il resto, tutto il resto, va a ruota di Pippo Inzaghi. E’ la sua scossa elettrica che ha gasato l’ambiente, perché è la scossa elettrica che ha attraversato nervi e vene del Milan nei primi 180’ rendendolo abilissimo nel provare a nascondere i suoi limiti, con 2 prestazioni una più incoraggianti dell’altra. I limiti però ci sono, e sono tanti, e sono profondi. Il lavoro del giovane allenatore necessita tempo e pazienza: non gasatevi e, nel caso, non deprimetevi. Il buongiorno del mattino ha regalato finalmente la sensazione di un tecnico immerso nello spogliatoio, dote mancata clamorosamente ad Allegri e semmai allo stesso Seedorf. Il quale però aveva preso di petto quello stesso spogliatoio prima ancora di entrarci, non ritenendolo all’altezza della società che conosceva. Sarà stato sbagliato il metodo, certo tutto il torto non lo aveva e comunque ha pagato essenzialmente l’essersi trovato nel Mar Rosso tra la proprietà da una parte e il gerente dall’altra.  

Godiamoci questo Milan-Juventus inatteso, senza davvero nessuno rimpianto per il passato e con i sogni e le illusioni delle due tifoserie di questa fine estate. Non sappiamo dove arriveranno i rossoneri, di sicuro se andranno avanti così ci divertiranno. Non sappiamo cosa e se vinceranno i bianconeri, di sicuro se andranno avanti così sarà sempre difficile affrontarli e superarli. E diciamo la verità: alla notizia dell’ingaggio di Inzaghi sulla panchina del Milan e Allegri su quella della Juventus, in pochi avrebbero immaginato di poter scrivere una frase così soltanto a settembre. Per il momento quindi basta e avanza. Godiamoci questo Milan-Juventus inatteso.