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La metamorfosi di Abate e quel tallone d'Achille che non c'è piùTUTTO mercato WEB
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS
lunedì 20 ottobre 2014, 20:00Primo Piano
di Federico Sala
per Milannews.it

La metamorfosi di Abate e quel tallone d'Achille che non c'è più

Ci sono stagioni in cui certi giocatori si trasformano, una sorta di metamorfosi alla Dottor Jekyll e Mr Hyde, con determinate condizioni sembrano correre mezzo metro sopra il terreno di gioco, il compagno giusto, come Ibrahimovic, per Nocerino, la preparazione fisica corretta, come quella di quest'anno, per Honda, l'allenatore più stimolante, come Inzaghi, per Abate. Tre esempi molto diversi l'uno dall'altro ma che confermano la tesi, e, nel caso del terzino rossonero, è ancora più evidente come la fiducia dell'ambiente possa non far sentire neppure la stanchezza.

ABATE ONNIPRESENTE. Dall'inizio della stagione l'unico giocatore rossonero ad aver effettuato sette partite su sette senza saltare mai neppure uno spezzone e collezionando così 667 minuti é Ignazio Abate: Inzaghi ha creato subito un forte feeling, dimostrandogli sia a parole con i fatti che la corsia destra sarebbe stata pienamente di sua competenza. La bravura di super Pippo é anche doppia, se si considera il fatto che nella passata stagione, con l'arrivo di Seedorf, Abate era quasi caduto nel dimenticatoio, abbandonato a se stesso e di fatto ultima scelta nella scacchiera difensiva rossonera. Ricostruire e rinsaldare le motivazioni di un giocatore delegittimato e ormai nel mirino anche del tifo rossonero non era impresa semplice, ma dopo sette giornate può dirsi già compiuta.

CORSA E ASSIST. La grande novità, oltre al minutaggio, è la qualità delle giocate che quest'anno fioriscono dai piedi di Abate: dopo sette gare di campionato il terzino rossonero ha messo in bacheca quattro assist, tutti decisivi per sbloccare risultati di parità o chiudere le partite, cinque se si considera il maldestro mancino di Marques che ieri ha regalato il vantaggio al Milan proprio sul cross di Abate. Il tallone d'Achille che sempre gli è stato rinfacciato nei suoi 5 anni a Milano, quello di non saper rifinire in zona offensiva né di effettuare cross all'altezza di un terzino rossonero, è diventato il suo punto di forza a tal punto da essere fin qui il miglior assist-man del campionato italiano. Davvero niente male, numeri che si completano con la media voto di 7.00 per l'equivalente numero di partite fin qui disputate. Dall'inferno al paradiso nel giro di 6 mesi, il mondo per Abate si è ribaltato con una facilità disarmante, la stessa che può riportarlo nel baratro perché passare da Dottor Jekyll e Mr Hyde è questione di un attimo nel calcio, ma come ha dimostrato Abate, anche il percorso inverso si può percorrere quando la fiducia nei propri mezzi torna ad essere un saldo appiglio da cui ripartire.