Da meccanico a terzino, la (nuova) metamorfosi di Rami: e il Milan sorride…

“Difficile era fare il meccanico, non il terzino”. Schietto, diretto, efficace. In una parola, Rami. D’altronde, come dargli torto? E’ stata la sorpresa (positiva) del derby di Milano, un’invenzione di Pippo Inzaghi dettata dagli infortuni che hanno colpito la difesa rossonera, soluzione che in futuro potrebbe essere riproposta. Esperimento riuscito. Perché Rami, nel nuovo ruolo, è piaciuto eccome: corsa, fisico, tempi d’inserimento e piede niente male. Ovvio, per chi ha iniziato la carriera da centrocampista offensivo al Fréjus trasformandosi in difensore centrale solo per sostituire un compagno: storie da calcio di provincia, dilettantistico. Quando dietro ad un pallone si corre solo per divertimento, ed a fine mese lo stipendio si porta a casa praticando altri mestieri: meccanico, nel caso di Adil.

Sudore e fatica, tra motori e pezzi di ricambio. E il calcio? Arrivato dopo, quasi per caso. Perché quel ragazzo dal fisico statuario con il pallone tra i piedi ci sapeva fare. E le porte del calcio professionistico non tardano ad aprirsi. Il Lille prima, il Valencia dopo e ora il Milan: voluto, fortemente. Fino a rinunciare a una parte di stipendio per tornare sotto la Madonnina. Impiegato col contagocce da Inzaghi ad inizio stagione, allenamento dopo allenamento Rami sembra aver scalato le gerarchie: impegno continuo, voglia di dimostrare tutto il proprio valore. Con addosso i colori rossoneri tanto desiderati, da centrale o terzino poco importa. Anche l’ennesima metamorfosi è andata a buon fine. Perché, d’altronde, le difficoltà sono altre, come ad esempio fare il meccanico. Provate pure a dimostrare il contrario.