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Il nonno, il nipote e il camaleonteTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 19 dicembre 2014, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Il nonno, il nipote e il camaleonte

Giornalista sportivo e scrittore. I suoi libri: “La vita è rotonda”, “Soianito”, “L’oro di Sheva”, “Calcinculo”, “La vita è una”, “Sembra facile”. Attualmente online l’ebook “La rivoluzione di Giuseppe” Gruppo Viator

Quando il nonno parla con i suoi nipotini, racconta il passato con l’enfasi, la dolcezza e qualche volta l’amarezza proprie della nostalgica malinconia che accompagnano i suoi anni. I nipotini ascoltano in silenzio con gli occhi sgranati, si fanno raccontare quelle storie mille volte e mille altre volte ancora il nonno aggiunge dettagli, romanza i particolari, rievoca nuovi ricordi cosicché la sue storie sembrano non avere mai fine. La realtà e la fantasia si mischiano dolcemente diventando tutt’una, non riuscendo più a distinguere l’una dall’altra. Quando arriva l’ora della cena, quando finiscono i racconti, i nipotini tornano alla loro innocente vita, alla loro età e i loro giorni così distanti da quelli appena uditi, così diversi da quelle che il nonno ha vissuto e descritto. La percezione di ciò che è vero e ciò che è falso diventa più semplice – e più cruda – una volta lontani dalla tavola e da un camino. La quotidianità, lo studio, il lavoro orientano i nipotini lontani dall’epoca antica e dalle parole recenti.

Quando Silvio Berlusconi sale a Milanello per la visita pastorale del venerdì, Pippo Inzaghi ascolta, poi torna in campo. Mani in tasca e bavero rialzato. Non è più il Milan del quale continua a sentir parlare, quello con cui si misura ogni giorno sul campo. Lo sa perfettamente, cerca di riportarne un pezzettino ogni volta che entra nello spogliatoio: regole, disciplina, comportamento, impegno, sudore, fatica, filosofia, quello che serve per godere qualche momento di felicità dopo le partite in cui i risultati di questo lavoro si vedono. Si toccano. C’era una volta una squadra di campioni oltre gli ingaggi e oltre i cartellini, campioni di talento e di valori. Oggi che quello stile e quella classe non ci sono più, occorre rimboccarsi le maniche. E sudare. Il resto sono racconti sbiaditi, proclami fumosi, storie lontane ascoltate davanti al camino.

Via dal Milan e sorprendentemente approdato alla Juventus, abbagliata dalle sue idee di gioco e dalla sua oculatissima gestione dei grandi campioni, Massimiliano Allegri si è trasformato come un camaleonte: vibra, protesta, accusa. Insulta persino, salvo assoluzione postuma. Chissà se è l’effetto della nuova divisa sociale o della rabbia repressa in passato. In ogni caso il fenomeno è curioso.

Buon Natale di cuore a tutti voi e ai vostri cari.