Non sono importanti i nomi, Slim o Klopp, fondamentale piuttosto che torni la voglia di stupire della società e la passione della gente milanista

Siamo alla vigilia di una svolta storica. E' forte la sensazione che il prossimo mese di giugno possa rappresentare un momento di rifondazione societaria e tecnica. Si infittiscono le voci di un passaggio di quote, che garantiranno ossigeno alle casse del Club. Un Club, che continuerà ad avere, almeno per i prossimi due o tre anni, Silvio Berlusconi come fondamentale punto di riferimento. Il Presidente non vuole certo chiudere melanconicamente una fase straordinaria, inarrivabile della storia rossonera. Stimolante la mission di riprendere la media di un trofeo per stagione, ma compito ancora più delicato, ma estremamente affascinante, è quello di riaccendere la passione, mai come in queste prime settimane del 2015, scivolata via come sabbia da un pugno chiuso. Nomi non è facile ipotizzarli, ma potrebbe essere verosimile quella dell'industriale delle telecomunicazioni Carlos Slim, messicano di origini libanesi.

Eccita la fantasia il fatto che sia stato l'uomo più ricco del mondo dal 2010 al 2014, che abbia un capitale, secondo Forbes, di 76 miliardi di dollari. Più importante però che sia in totale sintonia, lui o un altro, con il Presidente. Siamo attesi da una rifondazione profonda anche sul piano tecnico. La rosa subirà grandi potature, per ridare profumo fresco ai suoi petali. Fondamentale è la scelta di una chiara filosofia per restituire al Milan quella voglia di stupire, di essere unico, come un fiocco di neve. Se Pippo Inzaghi non riuscirà in queste settimane, a ribaltare la lunga inedia di questo periodo, come tutti si inaugurano, la società dovrà scegliere la guida nuova, che avrà il compito delicato di restituire alla squadra l'antica gloria. In questo caso, il mio tifo va tutto per Jurgen Klopp.