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I consiglieri di BerlusconiTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 6 marzo 2015, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

I consiglieri di Berlusconi

Giornalista sportivo e scrittore. I suoi libri: “La vita è rotonda”, “Soianito”, “L’oro di Sheva”, “Calcinculo”, “La vita è una”, “Sembra facile”. Attualmente online l’ebook “La rivoluzione di Giuseppe” Gruppo Viator

Sarà difficile, nella rivisitazione storica della carriera imprenditoriale di Silvio Berlusconi, imputargli molti errori nella scelta dei collaboratori più diretti e dei suoi consiglieri. Alla ideazione e creazione dei programmi televisivi per esempio, sin dagli albori – TeleMilano – poté contare su cervelli amici come quelli di Fedele Confalonieri, Carlo Freccero, Roberto Giovalli, Carlo Bernasconi, Paolo Taveggia e Guido Susini che poi si sarebbe portato al Milan, Ettore Rognoni, o ancora su professionisti come Mike Bongiorno, Raimondo Vianello, Gerry Scotti, Maurizio Mosca, ci fermiamo per evitare elenchi e dimenticanze. Da metà anni Ottanta, quasi in contemporanea con l’acquisizione del Milan, Berlusconi (editore del gruppo “TV Sorrisi&Canzoni”) si avvalse anche della vicinanza di Gigi Vesigna, straordinario direttore di quel settimanale che vendeva più di 3 milioni di copie la settimana e che assorbì anche la pubblicazione e la direzione di “Forza Milan!”, mensile ufficiale del club. Vesigna, mancato da pochi giorni, era un appassionato fervente milanista di trincea, uno per capirci che non volle mai le sue tessere di tribuna rossa in omaggio pagandole di tasca sua, uno che tra un “Telegatto” e un “Festival di Sanremo” non mancava mai di una visitina da noi in redazione per sapere come stesse la squadra o per confidarci qualche segretuccio di mercato. Berlusconi era circondato da milanisti che tra una riunione e l’altra parlavano con lui della squadra, della formazione, degli acquisti e delle cessioni: Confalonieri, in primis, il quale scherzando paragona ancora oggi “Milan Channel” a un canale porno “perché lo seguo appena posso anche di nascosto da mia moglie”. E poi Cesare Cadeo, Carlo Bernasconi, suo fratello Paolo, Fabio Capello il quale come è noto intraprese in seguito una luminosa carriera di allenatore… Tutti pervasi dall’amore per i colori rossoneri. Tutti amanti del pallone e capaci di condividere l’entusiasmo del Presidente.

Vero che c’erano una disponibilità di denaro e una carica euforica diversi, vero che qualche volta addirittura il gioco era provare a prendere i primi classificati nell’ultima edizione del “Pallone d’oro”, vero insomma che anche per i suoi consiglieri le dissertazioni sul Milan avevano un appeal completamente differente. Altrettanto vero però che tutti avevano in testa, in primis, l’amore per il Milan, le sue vittorie, i codici che lo stesso Presidente aveva dettato circa il rispetto per gli avversari, il comportamento in campo e fuori, una visione generale del calcio ancora oggi più attuale che mai. Nessuno di loro si sognava di suggerire qualsiasi mossa fosse dettata unicamente dai propri interessi personali, amicizie con dirigenti, allenatori o giocatori per esempio, tanto meno giornalisti o dintorni.  

Quanto e cosa oggi sia rimasto di quel nucleo di cuori rossoneri pensanti onestamente non sappiamo. Con chi il Presidente del Milan si confidi e si consulti ora per valutare come e se continuare nella gestione del club, nemmeno. L’ultima decisione è stata sempre la sua, in tutti i settori dell’imprenditoria in cui si è cimentato, naturalmente anche nel calcio dove purtroppo qualcosa è certamente cambiato e non in meglio, come il caso Seedorf ha drammaticamente dimostrato. Quello che è mancato in questi 30 anni di storia indimenticabile del pallone rossonero, è stata la coltivazione di nuove menti, di una nuova generazione di manager pensanti e disinteressati che  – anche a Mediaset – portassero avanti gli imprimatur dell’alba, le leggi originali, adattandole e sviluppandole secondo i mutamenti epocali. Ecco perché tra le luci oscure di questo tramonto malinconico, le uniche ombre che si scorgono a Milanello come a Cologno Monzese sono quelle di cinesi, arabi, russi… Compratori stranieri più o meno ipotetici che trovino una motivazione qualsiasi per ridare slancio in una decadenza altrimenti irreversibile.