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tmw / milan / Editoriale
Identikit di Mister XTUTTO mercato WEB
© foto di Pietro Mazzara
martedì 31 marzo 2015, 00:00Editoriale
di Andrea Saronni
per Milannews.it

Identikit di Mister X

Caposervizio di Tgcom24.it e contributore della Tribù del Calcio su Premium Calcio. Collaboratore fisso per Avvenire e Forza Milan, ha scritto due libri su Milan e Nazionale italiana e contribuito alla creazione di Sportmediaset.it

I giorni della gloria e dei record sono lontani, e la stampa sportiva, in blocco, dimostra solidarietà e riconoscenza al caro vecchio Milan provando a spingerlo verso un nuovo primato, tutto mediatico: un numero in doppia cifra di allenatori accostati al cloeub (pronunciato alla Berlusconi) in vista del Grande Cambio. Dacci oggi il nostro mister, quotidiano. O tv, o sito web. In giorni di burrasche azzurre, ecco il Diavolo che torna tentatore, dopo i contatti della scorsa primavera, alle spalle del tormentato Faust-Conte. Prima, il tam tam su Sinisa Mihajlovic, forte alternativa alla prospettiva dell'empolizzazione rossonera, con Maurizio Sarri alla guida e qualche suo boy a tradurre il verbo sul terreno di gioco. Sullo sfondo, in stretto ordine di apparizione, i signori Montella, Spalletti, Klopp, Ventura, Di Francesco, Emery. Un noto agente, pare seriamente, ha buttato lì anche la candidatura di Walter Mazzarri. Ora, con tutto quello che si può pensare delle attuali politiche del Milan, non è pensabile che via Aldo Rossi voglia ripercorrere in netto ritardo le orme dell'Inter, specialista nell'ingaggiare tecnici appena scaricati dai concittadini (Leonardo, Castagner, Radice) per registrare poi il puntuale fallimento.

Mille nomi, un posto solo, insomma. E in mancanza di prove certe - indizi ce ne sono, invece, eccome - al tifoso rossonero non rimane che improvvisarsi dirigente, solo un po' creativo, e ritagliarsi pezzo a pezzo un identikit di un mister ideale, l'uomo giusto per riaccendere questa fantastica macchina da troppo tempo in panne, il Milan. Quali sono gli elementi a disposizione? Innanzitutto un nuovo Milan che aspetta Mister Bee, ma che visti i tempi già avanzati (è aprile, amici), che sarà progettato e allestito ancora da Mister A, inteso come Adriano Galliani. Che potrà presumibilmente avere uno spazio di manovra un filo più ampio del solito, ma che a dispetto di qualsiasi iniezione ricostituente del portafoglio - servirà innanzitutto a mettere a postino conti e debiti - non potrà tornare a sventolare assegni come ai cari bei tempi. E questo, ça va sans dire, vale anche per la panchina: quindi, scordarsi mister da strapagare. Lo stesso ad ha poi già accennato a un Milan giovane, soprattutto ancora più italiano, l'obiettivo conosciuto è quello di un radicale cambio del gruppo che prenderà le mosse da ragioni tecniche ed economiche: via giocatori in scadenza e con ingaggi importanti, saluti anche alla maggior parte dei prestiti e forse anche a chi, senza aprire ferite ipersanguinanti, possa assicurare un minimo di cassa. Un Diavolo nuovo di zecca, con tanti inserimenti più o meno di prima scelta, ma da leggere e plasmare molto velocemente, a cui dare senza eccessivi tempi di attesa un'identità. Questa è senz'altro la priorità zero, va bene il cantiere, ma il milanista e lo stesso Milan, dopo due stagioni di nulla, devono subito vedere e apprezzare l'essenza della nuova creatura. Per arrivare rapidamente a questo traguardo, servirà lavorare tanto, tantissimo, senza pause, un'applicazione massima sia da parte dell'allenatore che dei giocatori, da tenere sempre sulla corda. Sudore sul campo, disciplina, ma soprattutto - ipotizzando la presenza di diversi giovani e di poche primedonne - motivazioni, concentrazione al top: quest'anno, giusto per offrire un esempio di quanto questo aspetto sia delicato, qualcuno si è seduto sugli allori subito dopo il punteggio pieno delle prime due settimane, un atteggiamento da evitare tassativamente. In una parola, serve un mister che sappia coniugare idee, schemi e sicura gestione del gruppo, poca comunella coi giocatori, tanto coinvolgimento. Possibilmente - ma è un plus - sarebbe poi bello, o quasi commovente, rivedere più avanti nel tempo il Milan ritrovare il gioco, la qualità, in linea con la sua vera tradizione. Cercansi partite piacevoli al di là del risultato finale: perché anche qui, il milanista è in pesante crisi di astinenza. Ma la pietra miliare della nuova gestione, repetita iuvant, sarebbe una buona continuità di rendimento condita da dedizione, "garra" , entusiasmo (che per un giovane dovrebbe essere naturale), ricostruzione di un qualcosa che si possa definire squadra. Il tutto, possibilmente, senza sfociare nel parossismo.

Per quanto riguarda strettamente Mister X, poi, sarà fondamentale per lui riuscire a convivere bene con due anime distinte: la società, che - fino ai per ora immaginari ribaltoni - chiederà come sempre allineamento alle scelte di mercato e di comunicazione, e il popolo milanista, da riconquistare col pallone, ma anche con l'empatia, la leadership. Anche il tifoso, ancora più della squadra, ha bisogno di essere rialzato. Bene, che vi salta fuori da questo tentativo di identikit, che faccia si affaccia nella vostra testa? Personalmente, viene da rivolgere a Galliani un'invocazione alla Nanni Moretti: "Adriano, di' qualcosa di Sinisa!". E forse, qualcosa da dire lo avrebbe veramente.