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Questione stadio: il Milan è ottimista, ma se non vince ci perde tutta la città. A Milanello sudore e sangue sotto gli ordini del sergente Sinisa. Ibra a fuoco lento, ma occhio alle fiammateTUTTO mercato WEB
lunedì 6 luglio 2015, 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara
per Milannews.it

Questione stadio: il Milan è ottimista, ma se non vince ci perde tutta la città. A Milanello sudore e sangue sotto gli ordini del sergente Sinisa. Ibra a fuoco lento, ma occhio alle fiammate

Giornalista pubblicista, a MilanNews.it dal 2009, prima firma del sito. Corrispondente e radiocronista per Radio Sportiva. Collaboratore di Tuttosport. Inviato al seguito della squadra. Ha collaborato con Sportitalia e Milan Channel

Giornata decisiva per la vicenda relativa allo stadio. Dopo mesi di querelle, rinvii, analisi delle carte e scremature, oggi pomeriggio, attorno alle 17, Fondazione Fiera darà la sua risposta definitiva su chi avrà vinto il bando per la riqualificazione dei padiglioni 1 e 2 della vecchia Fiera Campionaria tra il progetto dello stadio urbano del Milan e quello della “Milano alta” della Vitali. Il team di lavoro di Barbara Berlusconi ha fatto un lavoro certosino, ai limiti della maniacalità, ed ha presentato un dossier completo che prevede, oltre alla costruzione dell’impianto, il piano di rivalorizzazione del quartiere. Lo stadio rossonero, ad esempio, permetterà al Comune di Milano di aprire il tunnel di via Gattamelata (opera da 200 milioni di euro) che verrebbe riqualificato totalmente e sarebbe la via che immetterebbe i tifosi ospiti verso l’ingresso del settore a loro dedicato, che avrà un ingresso sotterraneo. Nel week-end si sono diramate notizie poco positive relative alla decisione di Fondazione Fiera, con il Milan dato praticamente per spacciato. La componente politica sarà certamente presente all’interno della scelta finale, che non dovrebbe arrivare in maniera unanime. Tuttavia, se il progetto rossonero non avesse le potenzialità per vincere, per quale motivo sarebbe dovuto arrivare in finale? Evidentemente le carte sono in regola ed è giusto e legittimo sperare che alla fine sia la proposta della società rossonera ad uscire vincitrice da questa lotta durata fin troppo. Nel caso in cui dovesse vincere l’altro progetto, allora vorrebbe dire che la politica avrebbe prevalso sui reali interessi della città.

Intanto in quel di Milanello si lavora duramente. Scatta oggi il ritiro vero e proprio, con la squadra che verrà messa alla frusta da Sinisa Mihajlovic e dal suo staff con una doppia seduta giornaliera. I primi riscontri che arrivano dalle prime tre sessioni sono unanimi: si lavora ad un’intensità molto alta. Non c’è un solo collaboratore del mister serbo che lasci qualcosa al caso. Tutto deve essere fatto con velocità e precisione. Le pause sono ridotte allo stretto necessario, il ritmo è sempre crescente e l’aggressività che viene richiesta ai giocatori è molto elevata, sia in fase di esecuzione di un esercizio tecnico sia nelle parti relative alla ricerca del pallone. Insomma, pare che il tanto richiesto giro di vite sia arrivato. Mihajlovic ha tutto per poter fare bene, i giocatori stanno arrivando (domani le visite di José Mauri) e le richieste che ha effettuato verranno esaudite dalla società, intenzionata a presentare ai nastri di partenza del campionato una rosa competitiva, ben amalgamata e, soprattutto, affamata di vittorie.

In attesa del difensore centrale – scendono le quotazioni di Laporte, ma il Milan non è fuori – tutti vogliono Zlatan Ibrahimovic. In via ufficiosa il Milan ha deciso di tenere momentaneamente libera la maglia numero 10, con Honda che dovrebbe indossare il 4 lasciato libero da Muntari. Lo svedese è segnalato in vacanza a Ibiza, dove c’era anche Adriano Galliani nel week end appena concluso, ed ha tanta voglia di tornare al Milan. Lo vuole in primis Silvio Berlusconi e il Milan, per ora, vuole aspettare le mosse del PSG sul mercato, ma non è nemmeno da escludere che i rossoneri, esattamente come per Luiz Adriano, decidano di pagare un indennizzo ai francesi per il cartellino di Ibra. Galliani, oltre al mercato in entrata, dovrà lavorare anche a quello in uscita con la rosa che dovrà essere sfoltita di almeno 6-7 elementi.