Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / milan / Primo Piano
Cessione Milan, giù la maschera: ecco i nostri interrogativi ai quali Fininvest e SES non possono sottrarsiTUTTO mercato WEB
mercoledì 1 marzo 2017, 14:46Primo Piano
di Redazione MilanNews
per Milannews.it

Cessione Milan, giù la maschera: ecco i nostri interrogativi ai quali Fininvest e SES non possono sottrarsi

Partiamo da una premessa: in tutta la vicenda relativa alla cessione del Milan a Sino-Europe Sports, come testata, abbiamo sempre tenuto una linea ben chiara ovvero quella di fare cronaca pensando – e lo pensiamo tutt’ora – che schierarsi con un partito piuttosto che un altro non sia né giusto né rispettoso dei nostri lettori. Ci siamo chiamati fin da subito fuori da eventuali faide di quartiere, ritenendo che il racconto dei fatti sia più importante delle opinioni personali e così continueremo a fare. Detto questo, è evidente come attorno al rinvio del closing per il passaggio di proprietà del Milan a SES ci siano delle situazioni poco chiare e che, oggi, stanno dando ragione a chi metteva in dubbio la solidità economica del consorzio nato dalla scissione della prima cordata messa insieme da Sal Galatioto e Nicholas Gancikoff, usciti di scena il 5 agosto per fare spazio a Yonghong Li e Li Han, detto David. Che ci siano stati degli errori è altrettanto vero, sia da parte di SES sia da parte di Fininvest, ma di tutto questo bailamme vogliamo analizzare tre punti che, a modo di vedere della nostra redazione, sono cruciali in tutta la vicenda relativa alla cessione del Milan.

LA VALUTAZIONE DEL CLUB -  Fin dai primi approcci con Bee Taechaubol, il Milan è stato valutato da Silvio Berlusconi e, di conseguenza dalla Fininvest, un miliardo di euro debiti compresi. Una cifra enorme che, a conti fatti, non rispecchia il reale valore di una società che dalla stagione 2014-15 non gioca le coppe europee, ha diminuito anno dopo anno il fatturato e collezionato buchi di bilancio che hanno portato la controllante a ripianare le perdite a sessioni di calciomercato a parametro zero o quasi. Un miliardo di euro è una valutazione soggettiva e ci chiediamo, inoltre, se sia stata fatta una valutazione alternativa e, probabilmente, più reale di un asset come quello del Milan attuale che, alla luce dei fatti, potrebbe valere poco di più rispetto a quanto è stata pagata l’Inter da Suning e qui si va al secondo punto preso in analisi.

GLI ACQUIRENTI -  Da quando la banca d’affari Lazard ha messo in circolo negli ambiti finanziari la notizia della cessione del Milan, si sono palesati al soglio di Arcore solo cordate. La prima, quella di Bee e poi quella di Galatioto-Gancikoff divenuta poi Sino-Europe Sports dopo la scissione interna avvenuta nel cuore dell’estate. Questo, probabilmente, è il frutto dell’ipervalutazione del Milan, che ha allontanato o spaventato, per la portata dell’investimento, potenziali singoli compratori. La domanda che ci poniamo da tempo, all’interno di tutta questa vicenda che va avanti da ben 810 giorni, è proprio questa ovvero come mai nessun magnate, sia esso cinese, arabo, russo o americano, ha mai avanzato una proposta singola per il Milan mentre si sono palesati due gruppi d’investimento? Perché, nei giorni della firma del contratto in esclusiva con Galatioto, non è stata presa in considerazione la nuova offerta che aveva avanzato Bee? Domande rimaste spesso inevase quando si è provato a farle in ambienti finanziari o vicini alla trattativa.

CHIAREZZA E COMUNICAZIONE -  Il terzo ed ultimo punto, che è quello che sta facendo imbestialire di più i tifosi del Milan, è quello legato alle comunicazioni ufficiali e al modus operandi attuato in questa vicenda biennale. Di mister Bee si è saputo praticamente tutto, da chi erano i suoi soci iniziali a quelli della seconda offerta presentata a maggio fino agli spostamenti. In quel caso si è parlato di eccessiva esposizione mediatica della trattativa, ma almeno si sapeva dove andare a cercare. Con Sino-Europe, invece, ed è giusto dirlo, c’è stato un alone di mistero interrotto solo dai nomi di Fassone e Mirabelli e da quelli di Cappelli e Patuano per il CdA. Ma dietro a SES, effettivamente, chi c’è o c’era? Chi sono i soci che si sono sfilati all’ultimo dalla cordata e perché? Fininvest e Sino-Europe, che sono assistite da grandi professionisti della comunicazione, non possono e non devono sottrarsi ad una comunicazione ufficiale che vada a soddisfare ogni tipo di dubbio ancora inevaso. Perché tutti quelli che hanno affrontato questa vicenda, sia a livello professionale (come le decine di colleghi che ci hanno messo faccia e firma, come noi) e chi in via passionale, come i tifosi, hanno diritto ad una sola cosa: chiarezza attorno al Milan e alla sua sorte anche perché, in caso contrario, la credibilità di tutta la vicenda – che già è sull’orlo del baratro – rischierebbe una caduta senza paracadute.