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acmilan.com - Zvone, il numero uno nel suo destino rossonero: il figlio del generale Marinko, sempre tutto d'un pezzoTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 30 marzo 2017, 16:12News
di Matteo Calcagni
per Milannews.it
fonte acmilan.com

acmilan.com - Zvone, il numero uno nel suo destino rossonero: il figlio del generale Marinko, sempre tutto d'un pezzo

IL FIGLIO DEL GENERALE MARINKO SEMPRE TUTTO D'UN PEZZO
Dopo 251 partite ufficiali nel Milan e 30 gol, l'ultimo dei quali praticamente 16 anni fa il 1° aprile 2001, lo si può proprio dire: Zvone, ad esempio nei suoi rapporti con Fabio Capello e con Alberto Zaccheroni, non si è mai piegato (forse solo un po' con Don Fabio quando alla fine ha accettato di giocare sulla fascia nel 4-4-2), ma soprattutto mai spezzato. Ha sostenuto tesi e opinioni a testa alta, si è fatto sentire anche da Maldini e Costacurta che lui ha sempre rispettato ma mai temuto. Fino alla fine, davvero e senza retorica. Sempre leale nei confronti di Silvio Berlusconi, del quale ha sempre apprezzato coerenza, idee, magnetismo e personalità, Boban invece nei rapporti con i suoi allenatori al Milan qualche asperità l'ha vissuta: con Capello al termine di una gara di Coppa Uefa a Praga nel dicembre 1995, con Arrigo Sacchi con il quale in sei mesi ha segnato un solo gol nel 1996-97, a Verona, peraltro sul 3-0 a favore dell'Hellas allo stadio Bentegodi. Anche con Billy e Paolo ha dovuto mediare: con il centrale varesino, dopo un commento salace del campione croato in panchina subito dopo un gol incassato dai rossoneri durante un Bologna-Milan 2-3 del febbraio 2000, con il capitano dopo un litigio scoppiato al termine di un Atalanta-Milan 1-1 del marzo 2001 per via di una punizione non impeccabile calciata a Bergamo da Zvone negli ultimi secondi di gara.

Eppure, lo spirito critico di Boban, una sorta di Seedorf ante litteram, è sempre stato quello dell'innamorato. Poco prima del suo addio al Milan, poi maturato definitivamente nell'estate 2001, quando qualcuno manifestava già la possibilità dell'arrivo di Manuel Rui Costa in maglia rossonera, il figlio del generale Marinko Boban commentava la situazione generale rossonera con la stessa grinta che lo avrebbe poi contraddistinto nella sua attività di opinionista tv:

"Rui? Ma magari arrivasse... anche se non gioco io non importa, il problema non è quello di me e del mio futuro. Ma se arrivasse Rui Costa, significherebbe che torna il Milan. Perché il Milan deve tornare, non può essere quello di quest'ultima stagione. Arriveremo quinti, sesti, al termine di questo Campionato e queste posizioni di classifica non sono da Milan, per l'idea che io ho del Milan".

Dalle parole ai fatti: prima del Trofeo Luigi Berlusconi dell'agosto 2001, un Boban sorridente a metà campo, ormai nuovo giocatore del Celta Vigo, consegna, proprio lui, la maglia numero 10 a Manuel Rui Costa. Che poi, cinque anni dopo, la riconsegnerà a Seedorf. Ma questa è già un'altra storia.