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tmw / milan / Editoriale
Tutti responsabili, ma un solo colpevole: così non vaTUTTO mercato WEB
martedì 3 maggio 2016, 00:00Editoriale
di Furio Fedele
per Milannews.it

Tutti responsabili, ma un solo colpevole: così non va

Furio Fedele, giornalista professionista al seguito del Milan per il Corriere dello Sport e corrieredellosport.it


Sicuramente Inzaghi, Mihajlovic e Brocchi sono legati da un sottile filo che, in realtà, non è poi così invisibile. Difendendo i loro giocatori, sono diventati il capro espiatorio di tutti i mali del Milan. Casa Milan, di riflesso, è diventato il ricettacolo di tutti i mali possibili e immaginabili. Ma in campo non ci vanno i calciatori? Certo, sono scelti dalla società e, in parte, dal tecnico che poi li allena. Ma, in realtà, nonostante gli attestati di stima per Inzaghi (pochi), Mihajlovic (fin troppi...) e Brocchi (quasi nulli) i milanisti hanno reso più o meno tutti nettamente al di sotto delle loto possibilità. Ieri l’ad Galliani ha sottolineato come «Balotelli sia cambiato. Subito dopo la partita mi ha telefonato per rammaricarsi del rigore sbagliato e della traversa colpita all’ultimo secondo...». Sì, va bene. Balotelli sembra veramente cambiato, ma ciò non giustifica e non può sottovalutare il fatto che Super Mario abbia segnato un solo gol in campionato in 19 partite...

IN RINUS VERITAS. Rino Gattuso, che di Milan se ne intende, ieri ha confermato che i principali responsabili, nel bene come nel male, sono (quasi) sempre i calciatori. «La resposabilità è di chi va in campo, è normale che pure la società ha le sue colpe perchè è la società che sceglie i giocatori. Sento dire che non sono giocatori da Milan. I ragazzi hanno una loro storia e una loro carriera, però manca gente con senso di appartenenza» ha spiegato. Riprendendo, in parte, anche quello che ha più volte ribadito un altro grande «ex» Demetrio Albertini: il «senso di appartenenza». Probabilmente anche la società dovrebbe assere più attenta nel perlustrare, nel fondo dell’anima, i nuovi acquisti. Ma non sempre questo è possibile. Anche se i calciatori dovrebbero essere avvantaggiati a fare il salto di qualità (in campo e fuori...) dal trattamento economico, logistico e, più in assoluto, generale che l’Ac Milan fornisce loro e alle rispettive famiglie.

BROCCHI. In tutto questo «bailamme» chi ci sta rimettendo davvero tanto, probabilmente troppo, è il malcapitato Cristian Brocchi. Commovente nel suo sconforto quando il pur valido Donnarumma si è...coricato sul tiro da oltre 40 metri di Kragl che ha consentito al Frosinone di chiudere il primo tempo già in vantaggio per 2-0. Brocchi sapeva benissimo che correva un rischio letale, quello di bruciarsigià ai primi vagiti della sua tenera carriera di allenatore professionista, di prima squadra. Presentandosi alla stampa aveva accolto questo rischio con il sorriso, accettando anche il pericolo-retrocessione, addirittura nella nativa Primavera come promesso dall’ad Galliani. Sicuramente la situazione è degenerata, precipitata ben oltre il limite di qualsiasi tolleranza tecnica e psicologica.

CHANCE. Eppure l’assurdità del calcio concede a Brocchi, salvo clamorosi colpi di scena, un’altra incredibile chance per salvare la stagione e, forse, addirittura la panchina. Il Milan in questo momento è fuori dall’Europa League. Il calendario (Bologna e Roma per il Milan; Frosinone e Inter per il Sassuolo) potrebbe favorire gliemiliani che adesso sono sesti avanti di un punto. Pensare e sperare che il Milan possa strappare la Coppa Italia dalle mani della Juventus in questo momento è pura utopia. Ma, in caso contrario, il peso del trofeo nazionale sarebbe lo stesso della più imprevedibile e desiderata delle Champions League...