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tmw / milan / Editoriale
Il mercato deve farlo MontellaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 1 luglio 2016, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Il mercato deve farlo Montella

Dopo le bugie, le prese in giro, gli schiaffi degli ultimi anni bui, il tifoso del Milan vive questa alba apparentemente soleggiata con spugne sul volto tumefatto, cerotti sparsi e un'espressione incredula. L'acquisto di Lapadula, l'ingaggio di Montella, le piste di mercato mirate ai reparti più devastati sembrano appartenere a una ritrovata lucidità, che comprende obiettivi e strategie da tempo indeclinabili nella grammatica di una società smarrita la quale ultimamente ha percosso chi la ama sfregiandolo senza pietà.
Non ancora sul traguardo della trattativa con i candidati proprietari cinesi rimangono punti interrogativi che solo il tempo potrà cancellare attraverso risposte precise: la mancanza di competenza rispetto al calcio europeo, per esempio, che lascia a Galliani pieni poteri nei meandri del mercato, è il nodo più oscuro. Anche perché la sua permanenza insieme con Barbara negli uffici del Portello, non smantella affatto la contraddizione in essere più evidente nella gestione scellerata dal 2012 ad oggi. In ogni caso chi ama i colori rossoneri è più interessato ad altro: chissenefrega chi metterà soldi e quanti, chi comanderà e come e da dove (da Pechino o da viale Certosa), l'importante è che l'idea di gioco affidata a un allenatore preparato e credibile nonostante la sua ultima avvilente stagione, sia supportata dagli uomini giusti e dalla filosofia del club. Due componenti di cui non vi era più traccia.
Lapadula può essere esaltato per la sua recente famelica esplosione o ridimensionato per il suo curriculum non di prim'ordine, ma a saper analizzare tempi e modi di realizzazione di un'operazione comunque intelligente, vi si riscontra il dna del Milan che fu anche se all'epoca i nomi erano Nesta o Rui Costa.

Montella era quanto il mercato italiano offrisse di più vicino all'idea di calcio che ha caratterizzato l'epoca di Berlusconi fino a Carlo Ancelotti. Per perseguirla ora serve costruire una squadra adatta, non necessariamente spendendo cifre prefissate di entità più o meno imponente: spesso nel calcio fruttano più i 9 milioni per un talento umile come Lapadula piuttosto delle doppie cifre destinate a suggestioni crestate e tatuate. Il Milan ha risorse italiane da valorizzare come De Sciglio, Calabria, Romagnoli o da recuperare come Bonaventura, Bertolacci, persino lo stesso Montolivo. Con loro e intorno a loro si possono rifondare un gruppo affidabile e una squadra, semplicemente, migliore. Purché a concepirla sia chi la dovrà guidare, per questo sul mercato è il momento di ridare la precedenza alle idee piuttosto che alle amicizie.