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tmw / milan / Editoriale
Berlusconi e Totti protagonisti di gioie, nostalgie e rimpiantiTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 30 settembre 2016, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Berlusconi e Totti protagonisti di gioie, nostalgie e rimpianti

Le celebrazioni dei compleanni di Berlusconi e Totti hanno goduto dell'enfasi che meritavano, in maniera magari un tantino eccessiva, ma si tratta comunque di due personaggi che hanno scritto pagine importanti nella storia sportiva delle rispettive città. Non importa contare trofei e distinguere i ruoli, sono stati amati allo stesso modo e infine sopportati più o meno con affetto. Così come sono molti i tifosi delusi dalle ultime annate di gestione milanista, vi sono molti romanisti convinti che il loro capitano stia cominciando - da tempo - ad essere un peso nell'economia della squadra e dello spogliatoio. Proprio per via della personalità ingombranti, proprio per via delle aspettative suscitate dalla grandezza disseminata nel loro cammino. Tutto però finisce. Tutto. Inesorabilmente. Per uscire di scena con orgoglio e lasciando tutti ancora con grande appetito, bisognerebbe sfruttare il momento dell'ultimo picco, per esempio nel caso del presidente del Milan lo scudetto del 2012 e nel caso dell'icona giallorossa alla fine della stagione scorsa, dopo aver risolto partite chiave, entrando definitivamente nell'olimpo dei più grandi del calcio italiano avendo toccato record di gol  di trasformazione di punizioni e rigori, ma soprattutto dopo la standing-ovation del Santiago Bernabeu e le incomprensioni con Spalletti. Non per ripicca, non sarebbe da lui, quanto per lasciare l'acquolina in bocca ai tifosi non irriducibili.

Lasciare il calcio dopo averlo vissuto a certi livelli non è facile, il percorso appare all'improvviso come un incanto che si spezza, una magia incompiuta, un'estasi irrinunciabile. Berlusconi è partito spernacchiato per la presentazione della squadra con gli elicotteri all'Arena. Totti ha vissuto con l'eterno dilemma "se avesse giocato in uno squadrone di livello internazionale", eppure riuscendo a conquistare le simpatie, l'affetto e in qualche caso l'amore di molti avversari. La grandezza non si pesa solo in trofei, in questo la settimana degli 80 anni di Berlusconi e dei 40 del Pupone può sopportare gli eccessi e la ridondanza della comunicazione.

Ci rimarrà il rimpianto per un finale non all'altezza dell'epopea berlusconiana per un eccesso di confidenza con il proprio ego, come se le cose dovessero ripetersi per forza e non per il solito inesauribile impegno. Ci rimarrà la sensazione di qualcosa che avrebbe potuto concludersi diversamente, con maggiore gioia e senza questo odioso fastidio di stagioni appannate, con una squadra devastata e una tifoseria esasperata. Il riconoscimento per quello che passerà alla storia è dovuto e resta comunque fino ad oggi ancora immensamente più grande. Così come la convinzione che Totti in "quel" Milan, per esempio, sarebbe stato il campione di tutti e non solo di chi ne ha goduto o in chi ha sognato di averlo.