Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / milan / ESCLUSIVE MN
ESCLUSIVA MN - Ba: "Gigio capitano del futuro. Maldini? Non c’erano le condizioni per il si. Juve? Ricordo la finale di Champions..."TUTTO mercato WEB
© foto di Pietro Mazzara
venerdì 21 ottobre 2016, 15:00ESCLUSIVE MN
di Simone Matrone
per Milannews.it

ESCLUSIVA MN - Ba: "Gigio capitano del futuro. Maldini? Non c’erano le condizioni per il si. Juve? Ricordo la finale di Champions..."

In vista di Milan-Juve la redazione di MilanNews.it ha intervistato l’ex rossonero Ibrahim Ba, ora scout rossonero in giro per l’Europa e in particolare in Inghilterra per seguire i vari settori giovanili. Ba sta anche studiando per diventare allenatore.

Ibou, partenza sicuramente contro ogni pronostico da parte del Milan. 16 punti e attualmente al secondo posto. Come ti sembra questa squadra e soprattutto secondo te dove può arrivare?

“Sicuramente è stato un inizio positivo rispetto all’anno passato, forse anche perché i riflettori non erano puntati sui giocatori. Ad esempio, l’anno scorso il Milan ha cambiato allenatore e ha investito molto sul mercato, quindi la gente si aspettava un Milan competitivo, ma il reale valore di quella squadra non era da titolo. Invece quest’anno il Milan non è partito tra le favorite e magari potrà dire la sua, almeno per tornare in Europa. Per il campionato vedo Juve, Roma ed Inter, dietro vedo Napoli e Milan e Fiorentina. Le partite vanno tutte giocate e ci vuole pure un po’ di fortuna, perché se andiamo ad analizzare tutte le partite del Milan, forse avrebbe qualche punto in meno …”.

Con Montella vedi una squadra differente rispetto agli scorsi anni?

“Montella è un buon allenatore. Ha inciso sui risultati, l’unica cosa che realmente conta in questo sport, perché se non avesse avuto questi punti adesso parleremmo di altro, poi lui ha una sua filosofia di gioco che porta avanti e la squadra sembra che stia assimilando. Quando arrivano i risultati diventa tutto un po’ più semplice, anche per i calciatori quando vinci, sei sempre spinto a fare di più. “

Il Milan dei giovani. Il Milan ha adottato questa politica che adesso sta portando i suoi frutti…

“Quando giocavo io c’erano tanti bravi giocatori, pure nel settore giovanile, però proprio per via della presenza di grandi giocatori in prima squadra facevano più fatica. Adesso con questo momento di difficoltà economica da parte della società, è più facile farli giocare. Ci vuole un giusto mix tra giocatori d’esperienza e giovani, perché il giocatore deve crescere con calma affianco a calciatori che possano aiutarli. Se mettiamo 11 giovani insieme di partite se ne vincono poche.”

Di chi è uscito dal vivaio chi ti convince di più?

“Penso che tutti loro abbiano margine di miglioramento. Ma molto dipenderà da loro perché va bene l’allenatore, ma il mister può dire tante cose in allenamento ma poi sei tu che devi autogestirti, sei tu che devi capire cosa vuoi nella tua vita e nella tua carriera. Oggi parliamo spesso di tanti ragazzi giovani che però dopo i primi successi si montano la testa e si perdono. Se vuoi davvero arrivare ai livelli massimi vanno fatti molti sacrifici.”

Torna un Milan Juve da prima contro seconda, che non si vedeva da ormai diversi anni. Ibou, che partita ti aspetti?

“Sono partite dove ha sempre prevalso la tattica, come un po’ tutte le grandi partite del nostro campionato. Credo che se prendiamo le due squadre sulla carta non ci sia gara, ma il Milan deve giocare sulla freschezza, sulla spensieratezza. La Juve ha giocato martedì in Champions, questo potrebbe essere un punto a favore per i rossoneri. I giovani devono giocare spensierati, senza pensare troppo, lo stadio sarà tutto pieno e verranno sicuramente spinti fino all’ultimo. Il Milan deve entrare in campo cercando di giocarsela, con i propri mezzi, ma senza paura.”

Oltre al duello tra queste due squadre ci sarà un ulteriore duello, quello tra Buffon e Donnarumma …

“Per quanto riguarda Buffon non c’è tanto da dire, anche martedì si è visto cosa ha fatto. Lui ha risposto prima sul campo e poi ha detto, giustamente, che non bisogna fare giudizi affrettati per qualche brutta prestazione, quando si ha una carriera che parla per lui. le critiche fanno parte del gioco, però penso che lui insieme a Neuer, siano i portieri migliori al mondo. Trovo similitudini tra Donnarumma e Buffon, entrambi hanno esordito molto presto e penso che se le aspettative si confermeranno come spero Gigio sarà l’erede di Buffon.”

Sperando magari che sia pure il capitan futuro del Milan per molti anni…

“Io non spero, lui deve esserlo! Essendo cresciuto nel settore giovanile del Milan, all’interno della squadra in cui tifa e di poter fare la storia di una società come il Milan per lui è una cosa molto interessante. Se andiamo a vedere le carriere dei grandi portieri, nessuno ha cambiato tante squadre.”

Capitolo bandiera in società e il “no” di Maldini. Tu che sei molto amico di Paolo, secondo te perché ha rifiutato? E da tifoso ti dispiace per la decisione?

“Nella vita si fanno delle scelte. Lui avrà sicuramente guardato intorno a se, avrà visto che non c’erano le condizioni per dire sì e per svolgere il lavoro che lui ritiene che debba fare. È un peccato, ma la cosa più importante oggi per il Milan non è la bandiera ma che la nuova società riporti la squadra a vincere. In futuro magari, con una situazione societaria più definita, ci sarà spazio per Paolo Maldini all’interno della società. Mai dire mai … “

Tu invece hai raccontato che in questo momento, tramite il tuo sponsor segui in giro per l’Europa il lavoro dei settori giovanili, soprattutto in Inghilterra. Il lavoro che fanno sui giovani è diverso rispetto all’Italia? Siamo ancora indietro rispetto a loro?

“Non credo che l’Italia sia in ritardo rispetto a quello che si fa all’estero in generale. Quello che cambia è la cultura. In Inghilterra si lavora molto sulla condizione fisica anche se adesso anche gli inglesi stanno iniziando a giocare palla a terra. Secondo me l’Italia è il campionato più difficile a livello mentale, si hanno tante più pressioni rispetto all’estero e di questo ne risentono pure i giovani.”

Tanti tuoi ex compagni di squadra adesso sono diventati allenatori. Ti piacere intraprendere questa professione e dove ti vedi tra qualche anno?

“Si mi piacerebbe molto fare l’allenatore e sto studiando per questo. Le cose vanno fatte passo dopo passo e spero di avere una possibilità di dimostrare le mie capacità da allenatore. Non ho una preferenza o un’idea di dove allenare, io vorrei fare l’allenatore. Per me oggi quello che mi intriga è di dimostrare che io posso allenare, perché se andiamo a vedere, allenatori di colore ce ne sono pochi e per me questo è uno stimolo in più.”

Stai dicendo che per te esistono ancora barriere di questo genere nel calcio, anche a livello societario?

“Si assolutamente. Anche a livello societario, quelli che scelgono a chi affidare la panchina. Ripeto, poter arrivare a questo obbiettivo è un motivo di orgoglio, voglio vincere questa battagli e dimostrare che posso fare l’allenatore”

Tornando invece al calcio giocato, quali sono i ricordi più belli che ti porti dentro?

“L’altra volta ero seduto a tavola con ex compagni e stavamo parlando di emozioni vissute. Il ricordo più bello è quello della finale di Champions contro la Juve. La sera prima, con tutta la squadra ci siamo trovati a camminare per l’albergo fino all’una di notte perché nessuno riusciva a prendere sonno. Un altro ricordo è sicuramente l’altra finale, quella di Atene contro il Liverpool. Prima della partita dovevi vedere Ancelotti che andava a caricare Gattuso, ma era il mister ad essere più stressato di lui e quindi c’è stato un momento di tensione, ma una tensione positiva. Eravamo tutti uniti, pronti a dare il massimo per arrivare al risultato.”

Per concludere parliamo del presidente Berlusconi. Ultimo anno per lui alla carica del Milan, presidente più glorioso nella storia del calcio. Tu che lo hai vissuto che cosa ti ha lasciato Silvio Berlusconi?

“Mi ricordo che prima di arrivare al Milan mi dicevano tutti che il presidente avrebbe fatto storie per i miei capelli. Risposi che i capelli li tenevo come volevo e che se fosse stato un problema non ci sarei andato. Invece non è mai stato così. il primo incontro mi prese da parte e mi disse subito che non aveva nessun problema con i miei capelli, e da lì c’è sempre stato un grande rapporto con il presidente. Era sempre molto presente, veniva a trovarci prima delle partite e ci dava la carica. Per noi era come un padre”.