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Milan: le lancette indietro di un giorno. e attenzione alle nuvole nere. Roma: Strootman, calendario decisivo. L'Inter di Kia non trova continuitàTUTTO mercato WEB
sabato 10 dicembre 2016, 00:00Editoriale
di Mauro Suma
per Milannews.it

Milan: le lancette indietro di un giorno. e attenzione alle nuvole nere. Roma: Strootman, calendario decisivo. L'Inter di Kia non trova continuità

Per ore intere, giorni e settimane si è parlato del 13 Dicembre. Una volta arrivati in prossimità della data fatidica, abbiamo dovuto un po' tutti cambiare giorno. Una sorta di ora legale moltiplicata per 24. Solitamente si mettono le lancette indietro di un'ora. Questa volta di un giorno. Perchè il giorno è cambiato: è il 12 Dicembre, è lunedì. Il 12 Dicembre è la scadenza ultima e definitiva per il versamento della seconda caparra da 100 milioni da parte del fondo Sino Europe Sports. Se, come sembra a tutti gli effetti, verrà onorata, tutto lascia presagire che entro il 3 Marzo 2017 ci sarà il closing. In caso contrario, sarà tutto il contrario. 12 Dicembre, quindi, non il 13. Il martedì post Roma-Milan diventerà il giorno non dell'Assemblea dei soci del closing ma di una Assemblea di passaggio, assolutamente interlocutoria, di quelle che possono anche durare un minuto e mezzo. A meno che non scatti l'esibizionismo non dell'ora legale, ma dell'ora del legale. C'è chi ha scoperto il fascino cult della visibilità e non è disposto a rinunciarvi per nessuna ragione al mondo. Anche a circuito chiuso, anche una videocamera di sicurezza, non foss'altro che una webcam di passaggio: qualsiasi cosa, ma dategliela. Così sono tutti felici e contenti.

Il 12 Dicembre è un vero e proprio giorno-crocevia. Per i superiori, sempre superiori, motivi economici che abbiamo  elencato, ma anche per il campo. Perchè c'è anche quello, sia il Roma-Milan del giorno stesso, ma anche l'Atalanta e la Juventus successive. Vincenzo Montella deve fare molta attenzione, con il garbo e il rispetto che ha avuto fino ad oggi nei confronti dell'intera vicenda, all'intreccio closing-campo. Perchè l'idea del passaggio di proprietà ha creato da Settembre ad oggi un clima di cui la squadra si è giovata. Ben cohibentata dallo stesso Montella, dallo Staff e da Rocco Maiorino, la squadra ha protetto sè stessa ed è stata protetta da un significativo abbassamento dell'inquinamento atmosferico. Leggi, veleni. Ma nel caso in cui dovesse per qualsiasi motivo complicarsi l'orizzonte del closing, verrebbe dato il via libera al libero sfogo dell'improperio. Tutte le componenti ambientali che oggi hanno tollerato il buon andamento della squadra, rabbonite dall'idea del closing, potrebbero riprendersi in un amen tutto il loro status di anime nere. E per di più con gli interessi, per le tante cattiverie che sono state a stento represse per mesi. Sarebbe fondamentale a quel punto un nuovo rabbocco di calma e gesso. Nel momento cruciale della terra di mezzo della stagione.



Il dg romanista Baldissoni ha fatto strike e questo non susciterà nessuna protesta e nessun intervento da parte di Milan e Juventus, che sono state solamente e indebitamente chiamate in causa in una vicenda nella quale non c'entravano assolutamente nulla. Montella poi è uno di quegli allenatori lontanissimi per definizione dalla speranza nella scorciatoia. Però lo stesso dirigente romanista ha prestato il fianco al retropensiero. A suo giudizio, Strootman era stato squalificato perchè c'erano Milan e Juventus in calendario, trasformando la vicenda da giuridica e regolamentare a dietrologica e vagamente complottista. A questo punto, però, scatta l'inevitabile rovescio della medaglia. Ci sono cioè adesso diversi milioni di tifosi che pensano che la squalifica all'olandese sia stata condonata per via delle due avversarie in calendario. Non per la sostanza delle cose e del regolamento. Innegabile che la pressione da Roma-Milan e da Juve-Roma sia entrata nel'aula in cui Strootman e Baldissoni hanno sostenuto le tesi del proprio ricorso. Peccato. Occasione persa, per tenere lontani gli eccessi del derby di Roma dall'intero clima del calcio italiano.

Gabigol? Ne avevo parlato con Kia. La frase deflagrante più silenziata e depotenziata del mondo è stata pronunciata da Wagner Ribeiro, uno dei procuratori-crack del calcio brasiliano, uno di quelli che vanno per la maggiore, anzi quello che ha maneggiato Robinho negli anni d'oro dei suoi trasferimenti very expensive prima al Real Madrid e poi al Manchester City. Tutto chiaro? Dell'investimento epocale del mercato dell'Inter, del giocatore paragonato a Ronaldo, dell'attaccante per la quale era stata invasa Malpensa, Wagner Ribeiro non ne ha parlato con la proprietà dell'Inter, con il suo organigramma, con il suo allenatore. Ma con Kia. Gabigol, 30 milioni di euro per il cartellino, 3 milioni e mezzo netti di ingaggio l'anno, una lite diplomatica e legale in corso fra Barcellona e Santos sul suo conto, non è ancora sceso in campo una volta dall'inizio, è al centro proprio per questo di un caso epocale, ma per conto dell'Inter il Problema lo affronta il referente Kia Joorabchian. Nulla da dire sulla brillantezza e sulla competenza del procuratore iraniano, ma fino a prova contraria lui non è l'Inter. Perchè se lo fosse, come peraltro traspare, tutte le figure ufficiali della dirigenza nerazzurra perderebbero peso e colore agli occhi dei giocatori. Con tutti i rimbalzi e le conseguenze facilmente immaginabili sulla stagione.