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ESCLUSIVA MN - Parla il fratello di Kalulu: "Metteremo le cose a posto, la prossima stagione sarà diversa"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
mercoledì 1 maggio 2024, 17:08ESCLUSIVE MN
di Gaetano Mocciaro
per Milannews.it

ESCLUSIVA MN - Parla il fratello di Kalulu: "Metteremo le cose a posto, la prossima stagione sarà diversa"

Stagione particolarmente sfortunata per Pierre Kalulu, spesa prevalentemente in infermeria. L'ultimo stop nella partita contro il Verona dello scorso 17 marzo con le stime del recupero fatte all'epoca che parlavano di 4-6 settimane. Ai microfoni di MilanNews è intervenuto il fratello Aldo, anch'egli calciatore professionista e attaccante del Partizan. Nell'intervista da lui rilasciataci ci ha permesso di conoscere meglio il nostro difensore:

Aldo Kalulu, siete una famiglia di sportivi. Tu, Pierre, Gideon, Joseph. E anche tua sorella Claudette. Come è nata questa passione per lo sport nella tua famiglia?
"Guarda, i nostri genitori non erano nemmeno atleti ma mio padre è un appassionato di calcio. E questa passione è stata trasmessa a me che ho iniziato a tirare i primi calci, poi i miei fratelli mi hanno seguito. Siamo arrivati a essere tre professionisti contemporaneamente, una cosa che onestamente non ho mai visto".

Tutti i tuoi fratelli sono difensori, tu attaccante. Possiamo dire che sei il primo giocatore che Pierre ha marcato?
"Esatto e devo dire che non è stato facile per loro con un giocatore come me. Beh, posso dire di aver fatto un buon lavoro (ride)",

Qual è il tuo rapporto con Pierre?
"Lo sento ogni giorno. Io e Gedeon siamo i fratelli maggiori e abbiamo la fortuna di fare tutti lo stesso lavoro, condividendo quindi le nostre belle e brutte esperienze quindi è molto importante prepararlo".

Da fratello maggiore qual è il consiglio di cui credi abbia fatto veramente tesoro?
"Di gran lunga quella di rimanere umili. Ma anche di non smettere mai di lavorare, di volere di più, di cercare di migliorarsi dentro e fuori dal campo. Di rispettare le persone che ci circondano, la maglia che indossi. Perché nella vita come nel calcio abbiamo solo quello che meritiamo".

Ritieni in qualche modo di aver aperto la strada ai tuoi fratelli nel professionismo, magari commettendo errori prima di loro?
"Sì, certo... sono il primo, quindi il primo a provarci, ad avere successo e a fallire, è il ruolo del fratello maggiore".

Quando Pierre è stato chiamato dal Milan, te lo aspettavi?
"C'erano tanti club su Pierre prima del passaggio al Milan. Ripensando al discorso che gli fece il club, nella fattispecie da Paolo Maldini, eravamo davvero orgogliosi che avesse scelto il Milan". 

Quest'anno è stata una stagione molto sfortunata per Pierre, piena di infortuni. Cosa ti senti di dirgli?
"⁠Ci sono già passato... In carriera potrebbe succedere, ma la cosa più importante è come reagire... Ho parlato con lui e Gedeon, metteremo le cose a posto e lo prepareremo per la prossima stagione che sarà diversa" .

Come sta e quando potrà tornare in campo?
"Tornerà prima della fine della stagione. Questo è tutto quello che posso dire".

Meglio Pierre in versione terzino o centrale?
"Mi è sempre piaciuto come difensore centrale, sin da quando eravamo ragazzini".

Pregio e difetto di Pierre?
"È una persona calma... e troppo gentile (ride)".

Lo vedi a lungo al Milan?
"I tifosi amano Pierre ed è una cosa reciproca. Credetemi, ha il Milan nel cuore".

C'è qualcosa che gli ruberesti o che ha rubato lui a te?
"Non saprei perché siamo piuttosto simili (ride)".

Da calciatori professionisti sarà difficile vedervi?
"Sono stato a vederlo due volte ma non è facile. Alla fine tra fratelli ci seguiamo sempre guardando gli highlights".

Tu e Gedeon avete scelto la nazionale della Repubblica Democratica del Congo, Pierre è arrivato fino all'Under 21 francese. Anche in nazionale potreste incontrarvi da avversari
"Beh, lui al momento non ha ancora fatto una scelta in merito...".

Tu e Pierre avete vissuto derby infuocati. Tu hai persino deciso quello di Belgrado
"Pierre mi ha parlato tanto del derby di Milano ma quel che posso dire è che il "derby eterno" di Belgrado è la migliore esperienza della mia carriera".