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ESCLUSIVA MN - Braida: "Pioli capro espiatorio, ha colpe ma gli errori non sono tutti suoi. Dispiaciuto per il Milan"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 23 aprile 2024, 14:00ESCLUSIVE MN
di Gaetano Mocciaro
per Milannews.it

ESCLUSIVA MN - Braida: "Pioli capro espiatorio, ha colpe ma gli errori non sono tutti suoi. Dispiaciuto per il Milan"

Tempo di bilanci in casa Milan, dopo l'ennesimo derby perso e una stagione che volge al termine fortemente condizionata da un aprile nero. Queste settimane conclusive del 2023/24 porteranno soprattutto a riflessioni per costruire il Milan che sarà. Artefice del periodo d'oro del Diavolo, lo storico direttore sportivo Ariedo Braida ci dice la sua. In esclusiva per MilanNews.it.

Ariedo Braida, il Milan di ieri ha di fatto chiuso un ciclo con le restanti 5 partite che sposteranno di poco o nulla la bilancia sulla stagione
"4-5 mesi fa dissi che il Milan quest'anno non era competitivo. Qualcuno ha avuto da ridire, dicendo che sono un po' "rincoglionito". Possiamo ora dire però che avevo ragione".

La sconfitta nel derby con lo scudetto consegnato all'Inter è qualcosa che passerà alla storia
"Sono stato quasi 28 anni al Milan, il mio legame è profondo. Anche perché sono milanista da prima, dal 1962. E da persone che ha il Milan nel cuore mi è dispiaciuto molto vedere una mancanza di stile nella sconfitta nel derby. Ieri ho visto 2 espulsi e parapiglia. Serve umiltà, stringere la mano all'avversario e fargli i complimenti. Questo è lo sport, senza isterismi. Il Milan ha un suo stile e non deve perderlo".

Come risollevarsi da questa situazione?
"Bisogna accettare i verdetti. Poi ripartire, progettare, lavorare".

Pioli è di fatto arrivato a fine corsa
"Hanno scaricato tutte le colpe sull'allenatore, che qualche colpa la ha sicuramente ma è servito da capro espiatorio delle manchevolezze di tutti. Invece si è deciso di sparare contro il tecnico. Nella vita bisogna avere il coraggio di ammettere i propri errori, poi ricominciare in maniera positiva". 

Riguardo alle manchevolezze di tutti si riferisce anche alla dirigenza?
"Discorso complesso, ma è tutto un insieme Ho vissuto il calcio dall'interno, l'ho vissuto quotidianamente. Si dice che con gli algoritmi si risolvono i problemi, ma non è così. Possono certamente aiutare, ma poi servono gli uomini e qualcuno che si prenda la responsabilità di decidere. Poi nessuno è perfetto, io stesso ho sbagliato e sbaglierò. Chi pensa di non sbagliare, beato lui...".

Crede che a questo Milan manchi un senso d'appartenenza, come quello forte che aveva il suo?
"Dipende dalla dirigenza il saper creare lo stato di appartenenza al club. Che coinvolga tutti, dal presidente, all'allenatore al magazziniere. Dev'essere una cosa che si vive nello spogliatoio, a Milanello, sull'aereo. È qualcosa di non tangibile ma c'è. Chi ha fatto il dirigente per tanti anni queste cose le conosce, le capisce. E se sei bravo a capirle hai già fatto un grandissimo passo. È propedeutico per vincere".

Anche il grande Milan dei suoi tempi ha avuto dei momenti di crisi. In che modo avete affrontato i problemi?
"Ci vuole una leadership. Serve riunirsi, parlare poco e fare. Niente proclami, ma progettare, lavorare sodo. Pochi proclami, ma fatti".

Le piace l'attuale proprietà?
"Non mi permetto di giudicare la proprietà. In Italia ce ne sono tantissime straniere, il mondo è questo e la globalizzazione ha portato a questo. Mi adeguo e capisco".

Quale allenatore vedrebbe bene per rilanciare il Milan?
"Non basta l'allenatore. Ci vuole un insieme, una squadra. Qualcuno che abbia la mente pensante. Se lavorassi e fossi in una certa posizione avrei il mio punto di vista e farei una scelta. Poi è il tempo che stabilisce se queste scelte sono giuste o sbagliate. Quando le fai al momento sono tutte giuste".

Mi fa un nome?
"Dico solo che ho il mio allenatore preferito, ma non voglio insegnare ai dirigenti del Milan cosa devono fare".

Questo Milan può tornare a vincere?
"Sicuramente sì, se le persone preposte a guidarlo faranno il lavoro che serve. L'Inter ha vinto lo Scudetto grazie a grandi dirigenti".