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De Ketelaere, la grande rinascita. Applaudito da tutto lo stadio, sarà riscattato
Charles De Ketelaere, a Bergamo, è stato accolto dall'entusiasmo. E da un discreto, probabilmente naturale, scetticismo. Sarà quello di Bruges, che ha fatto innamorare metà Europa? Oppure quello di Milano, sciatto, abulico, anche un po' irritante? Luca Percassi se ne era innamorato tre anni fa, tanto che gli scout nerazzurri pensavano: "È un gioiello, finirà in Premier, costa troppo per noi". Poi cosa è successo lo sappiamo tutti: Maldini lo ha trattato per dei mesi, lui ha chiesto al club belga di essere ceduto - seppur la richiesta fosse intorno ai 40 milioni - ed è arrivato a Milano. Il soprannome dato era pesante: Re Charles, l'atipico, mezza punta e mezzo centravanti, né l'uno né l'altro.
Lo stesso pensiero di Gian Piero Gasperini. Qual è il ruolo di De Ketelaere? Una domanda che c'è ancora, forse, nell'aria. Ma per certi giocatori non c'è bisogno di etichette. Può essere il nove, il dieci o l'undici. Meglio con un altro attaccante a fianco, questo è chiaro, ma in un calcio muscolare come quello che molti club italiani cercano di giocare non va del tutto bene. Non è particolarmente bravo a difendere, ma ieri sera nella bolgia del Gewiss è riuscito a recuperare palloni, contenderli e riprenderseli in caso di scippo.
Ed è uscito fra applausi scroscianti, ampiamente ricambiati. De Ketelaere forse non era del tutto convinto, all'inizio, di accettare Bergamo. Una piazza strana, molto diversa dal Milan. C'era qualche problemuccio sull'ingaggio, poi risolto. Ora l'idea è quello di goderselo per (almeno) un altro anno. Che il suo riscatto fosse scontato è già stato scritto a settembre, al netto di indiscrezioni e sussurri. Magari non è ancora Re, potrà diventarlo a Dublino.
Lo stesso pensiero di Gian Piero Gasperini. Qual è il ruolo di De Ketelaere? Una domanda che c'è ancora, forse, nell'aria. Ma per certi giocatori non c'è bisogno di etichette. Può essere il nove, il dieci o l'undici. Meglio con un altro attaccante a fianco, questo è chiaro, ma in un calcio muscolare come quello che molti club italiani cercano di giocare non va del tutto bene. Non è particolarmente bravo a difendere, ma ieri sera nella bolgia del Gewiss è riuscito a recuperare palloni, contenderli e riprenderseli in caso di scippo.
Ed è uscito fra applausi scroscianti, ampiamente ricambiati. De Ketelaere forse non era del tutto convinto, all'inizio, di accettare Bergamo. Una piazza strana, molto diversa dal Milan. C'era qualche problemuccio sull'ingaggio, poi risolto. Ora l'idea è quello di goderselo per (almeno) un altro anno. Che il suo riscatto fosse scontato è già stato scritto a settembre, al netto di indiscrezioni e sussurri. Magari non è ancora Re, potrà diventarlo a Dublino.
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