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Milan, Gabbia e gli avversari di Liga: "Yamal è qualcosa di raro da incontrare..."TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Titone/BernabeuDigital.com
martedì 30 aprile 2024, 14:08Serie A
di Tommaso Bonan

Milan, Gabbia e gli avversari di Liga: "Yamal è qualcosa di raro da incontrare..."

Nel nuovo episodio di Unlocker Room-The Rossoneri Podcast, nuovo podcast prodotto dal Milan con ospiti alcuni dei protagonisti della squadra rossonera, è stato protagonista il difensore rossonero Matteo Gabbia che, dopo aver cominciato la stagione in prestito al Villarreal è tornato alla casa base a gennaio per far fronte alle emergenze del reparto.

La stagione di quest'anno, con il prestito al Villarreal. "E' stato molto strano. Sapevo di dover andare via questa estate, avevo parlato anche con il mister. All'inizio dell'estate avevo delle possibilità che non mi facevano vivere quell'emozione che volevo sentire. Il giorno in cui siamo partiti per l'America, ho sentito il mio agente che mi diceva di non partire perché era tutto fatto con il Villarreal. Ma eravamo sull'aereo e quindi sono partito. Il mio procuratore ha sentito il direttore Furlani e mancavano ancora delle cose, gli hanno detto che finché non era tutto definito sarei dovuto rimanere giustamente con il Milan. Ho fatto due o tre giorni a Los Angeles fino a che non è stato tutto definito e sono tornato indietro. E' nata abbastanza velocemente e da subito mi è piaciuta come esperienza, ero voglioso di mettermi in gioco anche in un paese e campionato diverso. E' stato molto bello, sono stato felice della scelta che ho fatto, di come sono andati i sei mesi e poi di essere tornato ovviamente"

La vita e l'esperienza in Spagna. "Sicuramente è stato provante, più perché erano 4 o 5 anni che stavo in una comfort zone personale: per me il Milan è famiglia, è facce che conosco da quando sono piccolo. Cambiare paese, una città nuova e con compagni che non parlano la tua lingua è stato sicuramente provante ma è stato un qualcosa che mi ha dato tanto: l'impatto è stato molto positivo, c'erano ragazzi positivi e bravi, anche l'allenatore che aveva inciso sul mio acquisto. Poi dipende da come ti poni: ho cercato di farmi conoscere per quello che sono, ho avuto la fortuna che c'era Pepe Reina e anche Raul Albiol che parlava italiano. E' stato un crescendo: già dopo un paio di settimane è stato tutto più bello, ho trovato casa. Una esperienza che mi ha aperto la testa, ignoravo le difficoltà che potessero esserci da un paese all'altro ma sono stato fortunato a trovare tutto subito".


Il legame mantenuto con il Milan mentre era in prestito. "Per me è come se non fossi più andato via, tante volte sentivo i ragazzi italiani con qui c'era un rapporto quotidiano. Qualche volta anche i ragazzi stranieri. Da quel punto di vista è come non essere mai andato via perché sapevo quello che succedeva, come stavano i ragazzi, le partite le vedevo tutte quando c'era la possibilità. Sono sempre legato al Milan anche perché sono tifoso e quindi sono contento di vederlo. Come vivevo le partite da tifoso? Sicuramente in maniera differente, con più trasporto, come se fossi un infortunato a casa... Adesso vedo le partite del Villarreal quando gioca ma non ho le stesse sensazioni di quando vedevo quelle del Milan".

Cosa è cambiato per far alzare il livello del rendimento? "Io penso che non sia cambiato più di tanto. Ho fatto un lavoro su di me, su quelli che erano difetti o su cosa perdevo delle energie. Penso di aver migliorato la cura di alcuni particolari nel lavoro: non è sempre lavorare di più ma forse per me era lavorare meglio ma meno. Alcune volte quando non giochi vuoi fare vedere che ci sei, vuoi allenarti di più per essere pronto ma non sempre questa è una cosa positiva. Sono riuscito a trovare una comfort zone più sicura per me dal punto di vista di allenamenti e di organizzazione della settimana: in Spagna ho giocato di più e non è una cosa banale, ho avuto più continuità. Sono tornato qui e ho avuto più continuità, giocare con costanza ti aiuta".

La partita contro il Barcellona. "Una partita bellissima, mi ha emozionato: abbiamo perso 4-3 ma con rimonte e contro-rimonte. Avevamo dato tutto quello che avevamo. Loro sono una squadra obiettivamente forte. Individualità incredibile e giovani che sono molto bravi: loro li lanciano con una semplicità... Mi sentivo vecchio perché un 2007 ha otto anni meno di me. Yamal è qualcosa di raro da incontrare per la qualità tecnica ma non sono io a doverlo dire. Gavi era già più conosciuto e sapevo cosa mi aspettava durante la partita. Lewandowski? Molto forte, anche quando ti sembra di averlo sotto controllo ti può fare una giocata dove ti ruba il tempo o dove ti va al tiro: ha fatto un gol che sembrava fortunato ma lui era lì".