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Acerbi rompe il silenzio, il Napoli alza la voce. Il caso è chiuso, ma gli strascichi ci sono
"Sono triste e dispiaciuto: è una vicenda in cui abbiamo perso tutti. Quando sono stato assolto, ho visto le persone attorno a me reagire come se fossi uscito dopo dieci anni di galera, molto contente di essere venute fuori da una situazione del genere: sono state giornate molto pesanti". Francesco Acerbi, dopo essere stato assolto dal giudice sportivo per le presunte offese razziste ai danni di Juan Jesus, ha rotto il silenzio e ha raccontato la sua verità dopo giornate avvolte dal caos, che gli hanno anche impedito di prendere parte al ritiro della Nazionale italiana. Il difensore ha proseguito: "Adesso che c’è una sentenza, vorrei dire la mia, senza avere assolutamente nulla contro Juan Jesus, anzi è il contrario perché sono molto dispiaciuto anche per lui. Ma non si può dare del razzista a una persona per una parola malintesa nella concitazione del gioco. E non si può continuare a farlo anche dopo che sono stato assolto".
"Se ti danno dieci giornate e passi per razzista cosa fai? Poteva succedere qualunque cosa - continua Acerbi - : sarei stato finito non come calciatore, che mi interessa fino a un certo punto, ma come uomo. Tutti avevano già emesso la sentenza prima ancora che uscisse. E per tanti sono razzista anche adesso: sinceramente non ci sto, le gogne mediatiche non vanno bene e soprattutto non servono per risolvere un problema come quello del razzismo che sicuramente esiste. E che non intendo sminuire nemmeno un po’: voglio che sia chiaro".
Il Napoli non ci sta.
Attraverso un comunicato sui propri profili social il Napoli ha però detto la sua, lanciando un appello: "Crediamo in un mondo dove l'uguaglianza e il rispetto non siano soltanto una vana illusione ma principi concreti e universalmente riconosciuti. Affinché ciò avvenga non dobbiamo rimanere in silenzio. Domani è l'occasione giusta per alzare la nostra voce e dire tutti insieme NO al razzismo".
"Se ti danno dieci giornate e passi per razzista cosa fai? Poteva succedere qualunque cosa - continua Acerbi - : sarei stato finito non come calciatore, che mi interessa fino a un certo punto, ma come uomo. Tutti avevano già emesso la sentenza prima ancora che uscisse. E per tanti sono razzista anche adesso: sinceramente non ci sto, le gogne mediatiche non vanno bene e soprattutto non servono per risolvere un problema come quello del razzismo che sicuramente esiste. E che non intendo sminuire nemmeno un po’: voglio che sia chiaro".
Il Napoli non ci sta.
Attraverso un comunicato sui propri profili social il Napoli ha però detto la sua, lanciando un appello: "Crediamo in un mondo dove l'uguaglianza e il rispetto non siano soltanto una vana illusione ma principi concreti e universalmente riconosciuti. Affinché ciò avvenga non dobbiamo rimanere in silenzio. Domani è l'occasione giusta per alzare la nostra voce e dire tutti insieme NO al razzismo".
Crediamo in un mondo dove l'uguaglianza e il rispetto non siano soltanto una vana illusione ma principi concreti e universalmente riconosciuti.
— Official SSC Napoli (@sscnapoli) March 29, 2024
Affinché ciò avvenga non dobbiamo rimanere in silenzio. Domani è l'occasione giusta per alzare la nostra voce e dire tutti insieme NO… pic.twitter.com/gc9kIYSC6z
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