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tmw / napoli / Le Interviste
Delio Rossi: "Napoli, mollare adesso è da sciocchi. Punto su un mio pupillo"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 7 aprile 2016, 14:20Le Interviste
di Redazione Tutto Napoli.net
per Tuttonapoli.net
fonte di Fabrizio Meglio per Il Roma

Delio Rossi: "Napoli, mollare adesso è da sciocchi. Punto su un mio pupillo"

Testa alta, gambe levate. La corsa scudetto non è finita e il Napoli deve fidarsi di Gabbiadini

Testa alta, gambe levate. La corsa scudetto non è finita e il Napoli deve fidarsi di Gabbiadini. Delio Rossi sprona gli azzurri a reagire, perché le quattro giornate di squalifica a Higuain hanno depresso l’ambiente azzurro che deve però scuotersi, per ritrovare la retta via smarrita a Udine e continuare a inseguire un sogno diventato sì più difficile, ma non impossibile. Ecco dunque l’analisi dell’esperto allenatore ex Lazio, Fiorentina, Palermo e Bologna (tra le altre) che nell’estate 2013 spinse la sua Sampdoria ad acquistare Manolo Gabbiadini quando era alla guida dei blucerchiati. Dalla squalifica del Pipita alle speranze scudetto, Delio Rossi la vede così.

Partiamo dalle quattro giornate di squalifica a Higuain. Provvedimento giusto o esagerato? «Da allenatore non so cosa passi nella testa degli arbitri, non ho mai capito il processo mentale per il quale una persona voglia diventare arbitro. Le quattro giornate sono esagerate, serviva un pizzico di buon senso nell’interpretare la reazione di Higuain. L’argentino a Udine faticava e il Napoli non girava, si sentiva un po’ frustrato. Quando Irrati gli ha fischiato quel fallo contro che non c’era, ha reagito in maniera scomposta, ma se un calciatore si comporta così è solo perché pensa di aver subito un torto. Per questo serviva buon senso nel comprendere una reazione sicuramente esagerata e da punire, ma le quattro giornate sono troppe anche pensando al passato del calciatore che non aveva mai sbroccato in quel modo. Se lo ha fatto è solo perché pensava di aver subito un torto. Andava punito ma anche capito, non ha dato un cazzotto a nessuno. Sono sicuro che dopo il ricorso la squalifica sarà ridotta».

Napoli lamenta una sudditanza psicologica nei confronti della Juve, dall’esterno come vede la situazione? «Questi sono vecchi discorsi, sono in questo ambiente da tanto tempo e la sudditanza psicologica c’è sempre stata e ci sarà sempre. Ho allenato grandi squadre ma non Juve, Milan e Inter e quindi l’ho captata. Non c’è un disegno dietro, ma è insito nella natura umana andare incontro al più potente, nel calcio come nella vita in generale, magari a livello inconscio. Non vorrei però che a Napoli venisse fuori l’aspetto vittimistico, perché la Juve indipendentemente da tutto sta dimostrando di essere forse più abituata a lottare su questi livelli. Era dietro non so di quanti punti e ora è a +6, non credo sia solo questione di arbitri. Non bisogna spendere energie con frasi del tipo “è inutile che continuo a lottare tanto non mi fanno vincere”, sembra la storia della volpe e l’uva. Dando per scontato che c’è questa sudditanza bisogna essere più forti, perché lamentarsi e vedere complotti ovunque dà alibi all’ambiente e ai giocatori per non dare il massimo».



La differenza tra Napoli e Juve dunque non passa dagli errori arbitrali? «La gente è abituata sempre ad analizzare l’ultimo periodo. Faccio un esempio, se una squadra fa 10 punti nel girone di andata e 30 in quello di ritorno è considerata favolosa, se accade il contrario è disastrosa ma alla fine i punti sono gli stessi. Non bisogna dunque dimenticare che la Juve era tanti punti dietro ai primi posti fino a qualche tempo fa, se ha recuperato è stato anche per demerito di chi era davanti e ha frenato. Il Napoli è leggermente meno brillante nell’ultimo periodo, magari questo nervosismo generale deriva dal fatto che prima riuscivano in campo delle cose che ora riescono meno bene. I giocatori si intestardiscono e tutto diventa più difficile».

Spesso si imputa a Sarri di schierare sempre gli stessi giocatori, può essere un limite? «L’allenatore ha i giocatori sotto gli occhi tutti i giorni e soprattutto non fa mai delle scelte se non ne è convinto. Se Sarri fa giocare sempre gli stessi significa che gli danno le migliori garanzie, lui si assume le responsabilità e sceglie per il meglio della squadra. Poi in base a quello che succede si fanno le analisi, ma se avesse vinto a Udine nessuno avrebbe parlato degli impegni con le nazionali di Higuain, Koulibaly e Ghoulam. Lo stesso discorso non lo si è fatto quando ha vinto e la rosa era gestita alla stessa maniera».

Lei conosce benissimo Gabbiadini che sarà chiamato a sostituire il Pipita, cosa cambierà nel Napoli? «L’ho voluto io alla Sampdoria nel 2013, sono molto legato a questo ragazzo per la sua serietà e le sue capacità. Non è Higuain ma è un giocatore da Napoli, secondo me renderebbe meglio come esterno anche se lui preferisce giocare punta centrale. Gabbiadini farà sicuramente la sua parte se sarà supportato dalla squadra, parliamo di un grande giocatore e non di un ragazzo della Primavera o uno che viene dalla B, dipenderà molto dalla bravura dei suoi compagni nell’esaltare le sue caratteristiche. Manolo è generoso e talentuoso, ha un sinistro educato e inoltre se la squadra è un po’ stanca, ora lui che ha giocato meno avrà la possibilità di dimostrare il suo valore, potrà essere molto utile».

La Juve è a +6, la corsa scudetto è finita? «Sei punti sono tanti con una squadra come la Juve davanti, ma con sette partite da giocare si può ancora lottare. Sei punti sono due partite, come è inciampato il Napoli può inciampare anche la Juve. Sono abituato a pensare positivo, la corsa scudetto non è finita, non bisogna arrendersi agli alibi degli errori arbitrali e pensare solo al secondo posto. Le partite vanno giocate, poi se la Juve vincerà sempre ci sarà poco da fare. Mollare adesso però sarebbe da sciocchi».