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TRIPLICE FISCHIO - Il regalo più bello fatto da Sarri ai (suoi) tifosiTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 28 settembre 2016, 22:38In Primo piano
di Fabio Tarantino
per Tuttonapoli.net

TRIPLICE FISCHIO - Il regalo più bello fatto da Sarri ai (suoi) tifosi

IL PROTAGONISTA - Non segna, non abbraccia i compagni, non corre ad esultare sotto la curva. Ma è lì, anche se non si vede, sparso tra il verde del campo e le linee della sua (perfetta) geometria. Maurizio Sarri è l'artefice del miracolo chiamato "gioco", il maestro che ha saputo trasmettere ad una squadra piena identità e consapevolezza dei propri mezzi. L'ennesima goleada europea al (suo) debutto casalingo in Champions League ha un protagonista su tutti ed è lui, il toscano dalla sigaretta facile e l'emozione pure, dalla voce che graffia e dalle idee che investono chi lo ascolta, quasi estasiato. Il Napoli gioca meravigliosamente a memoria: crea, segna, diverte e si diverte, brilla anche contro avversarie di prestigio - non si commetta l'errore di sminuire il Benfica - ed infonde talmente tanta fiducia che l'impressione banale al termine di ogni partita è che, come direbbe Ligabue, il meglio debba ancora venire. I tifosi ringraziano.

IL MOMENTO CHIAVE - Il destino s'è intromesso tra Maurizio Sarri e le sue idee rovinandone piani e programmi, anche solo parzialmente. L'infortunio di Albiol ha costretto l'allenatore azzurro a sperimentare il terzo nuovo acquisto nella partita (apparentemente) più ostica dell'intervallo tra le due soste per le nazionali (a fine gara saranno quattro con Giaccherini). Nikola Maksimovic s'è posizionato al fianco di Koulibaly seguendo con lo sguardo ogni suo passo, facendosi guidare da Reina e dal resto dei compagni, sbarazzandosi del pallone con eleganza senza (quasi) mai strafare. Responsabilità solo parziali in occasione del primo gol subito, attimo cupo di una partita brillante che lo annovera (già) tra i protagonisti. In attesa di altre prove, dunque di altre conferme. 

POTEVA FAR MEGLIO - Seppur prevedibile, il blackout dei minuti finali è errore che non andrà più commesso nell'economia di una competizione particolare ed equilibrata come la Champions League. Non si tratta di essere insaziabili ma sapienti ragionieri che analizzano numeri e s'accorgono - passato docet - che la differenza reti ha un peso enorme ai fini della qualificazione agli ottavi di finale. C'è netta differenza, appunto, tra una vittoria per 4-0 ed una per 4-2. I punti restano tre ma cambiano le prospettive. Digerita la fredda statistica, s'aprissero pure le danze dei festeggiamenti meritati.