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Da Zero a Dieci: l'area 51, il suicidio di Rafa, Michu in cerca di coraggio ed un calcio che muore lentamenteTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
venerdì 24 ottobre 2014, 10:45In Primo piano
di Arturo Minervini
per Tuttonapoli.net

Da Zero a Dieci: l'area 51, il suicidio di Rafa, Michu in cerca di coraggio ed un calcio che muore lentamente

Zero le gare saltate da Koulibaly prima della trasferta in terra Svizzera. Sempre presente il nuovo acquisto nell’undici titalore, dalla prima stagionale al San Paolo contro il Bilbao fino alla trasferta di San Siro. Benitez gli concede un riposo squasi inevitabile, ma la sua assenza genera una riflessione alquanto amara: può un reparto che gioca insieme da quindici mesi dipendere dall’ultimo arrivato? La risposta, evidentemente affermativa, non depone certo a favore del reparto e dal lavoro fatto da Benitez.

Uno il gol annullato a Callejon. Quindi i minuti di rabbia agonistica disputati dallo spagnolo, che in questo momento è indispensabile più di un tergicristalli in una bomba d’acqua.

Due reti subite, sedici quelle totali in stagione. Una fragilità intrinseca in una squadra che si guarda allo specchio e non si rivede, proprio come Dracula. Senz’anima.

Tre partite disputate in Europa League, sei punti raccolti. Guardi la classifica e pensi: mica male. Guardi le avversarie e pensi: poco bene. Guardi le prestazioni e pensi: non ci siamo proprio.

Quattro il numero di Henrique.  Ma è solo un dato statistico. Nient’altro assimila il calciatore ammirato nella seconda parte della stagione scorsa a quello spaesato ammirato in qualche cammeo sparso nei primi mesi di quest’anno. La tentazione di pubblicare un annuncio su un quotidiano brasiliano è forte. Sparito, ennesimo caso da consegnare ai sostenitore dell’esistenza degli alieni. Il vero Henrique, in questo momento, sarà forse segregato nell’area 51.

Cinque le possibili posizioni che De Guzman può occupare in campo. Dopo tre mesi ancora non siamo riusciti a capire, però, se ne esista una in cui possa fare bene. I dubbi aumentano. Come le perplessità su un acquisto insensato per il modulo di Benitez.

Sei giorni per affrontare prima il Verona e poi l’Atalanta. Sei punti in palio in campionato. Sei giorni per scrivere un capitolo decisivo nella stagione e nella gestione Benitez. Far male, potrebbe significare scrivere la parte più amara del racconto: il finale.

Sette minuti giocati da Higuain contro lo Young Boys. Una domanda piuttosto semplice nasce inevitabilmente: ma che senso ha?.

Otto i cambi di Benitez rispetto alla trasferta di Milano. Una rivoluzione del non senso, un’esposizione alla gogna della del più convinto dei masochisti. La premessa apre poi al tema: una squadra ben allenata vive di meccanismi consolidati. Di movimenti e dinamiche che trascendono – almeno dovrebbero – i singoli elementi. Quali sono i meccanismi di questo Napoli? Qual è l’idea di gioco di questa squadra?.

Nove milioni di euro, il valore di mercato di Michu. Facile dare addosso al ragazzo e non interessa adesso entrare nell’aspetto tecnico. Perplessità – molte – riguardano la sfera psicologica dello spagnolo. La maglia del Napoli è una maglia pesante, che ti mangia l’anima se non hai la forza per reggere l’impatto con tale pressione. Fino a qui, Michu ricorda un Don Abbondio che prova a darsi il coraggio che non ha. Agnellino.

Dieci ai 500 geni – i termini per definirli sarebbero tanti – che hanno manifestato il loro dissenso come nemmeno un gruppo di Babbuini impazziti. Ennesima dimostrazione di un calcio malato, fatto di pressioni, assalti agli autobus e squadre costrette a scappare. Sarà per questo che, questo calcio, ci diverte ed appassiona sempre meno. Lentamente muore. Ma muore…