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Napoli e Roma, la forza della civiltà
venerdì 31 ottobre 2014, 21:00Rubriche
di Redazione Tutto Napoli.net
per Tuttonapoli.net
fonte di Peppe Giannotti

Napoli e Roma, la forza della civiltà

Stanno tutti là ad aspettare chissà cosa, appelli, belle parole, sorrisi maliziosi, e cosa fanno? La Roma arriverà in aereo, nemmeno il tempo di sedersi ed allacciare le cinture!

Stanno tutti là ad aspettare chissà cosa, appelli, belle parole, sorrisi maliziosi, e cosa fanno? La Roma arriverà in aereo, nemmeno il tempo di sedersi ed allacciare le cinture! Un modo plateale per rimediare a colpe morali di chi non riesce a mettere la museruola a individui che nella Società non ci sanno stare. Due città chiassose, caserecce, dove il cibo è arte, dove ogni mattina si incrociano operai e professionisti in auto in treno leggono i giornali e si incavolano per la pietosa politca italiana dove nessuno ha più un punto di riferimento, ma nel calcio si, i colori contano ancora, ed allora avanti con il tifo alla propria squadra, basta quello, basta strizzare l'occhiolino al tifoso dell'altra squadra per fargli capire che hai vinto tu, se i tifosi fossero pagati per fare i matti sarebbero ricchisismi, allora vai con lo spettacolo.

Nell’era della globalità mancano veri calciatori romani o napoletani che indossano magliette incrociate, chissà se non era un bene, ma si sa, ai calciatori questa storia passa sopra come il peso di una piuma su un elefante. Tanti gli stranieri a cui poco frega del costume italiano, con le dovute eccezioni naturalmente. Ecco perché si diventa ridicoli e noiosi a enfatizzare la vigilia che già nell’assenza dei tifosi avversari è una sonora sconfitta per chi era abituato a ben altri climi. Come ad esempio un esercente romano che ricorda quando i napoletani venivano a Roma e “se magnavano le nostre pagnottelle, e noi  ce magnavamo le loro sfogliatelle”. Una partita di pallone è pure questo, accogliere e consumare insieme una giornata diversa per poi andare a casa e rivedersi le gesta dei beniamini e non vedere personaggi tatuati che inneggiano a chissà cosa.

E’ davvero incredibile che oggi si sia creato un clima da “tumore mediatico” a cui però non ti puoi sottrarre. Dai Social ai cinguettii parole di speranza e assurde provocazioni, il tutto moltiplicato dalla velocità della tecnologia. Stamattina ascoltavo una nota emittente napoletana e un tassista chiamando il conduttore declamava  la richiesta di 4 romani che volevano sapere ove fosse sepolto Ciro per salutarlo e ricordarlo, è stata chiamata per l’ennesima volta la mamma del ragazzo che con emozione ricordava a tutti se ce ne fosse bisogno che non vi deve essere odio tra i tifosi ma solo giustizia per i terroristi che le hanno ammazzato il figlio.

La partita di per sé al momento non è un confronto diretto (per colpa del Napoli) che ha le mani bucate in difesa ed è troppo lontano dalla vetta, mentre la Roma più serena arriva da capolista. Ci sono tutti i presupposti (e mi rivolgo stavolta ai calciatori) che tutto si svolga in campo senza isterismi, manate, spintoni e facce trucide. In questo il Napoli parte più che battuto, i romanisti sono più cazzimmosi, ci sono le bandiere giallorosse intoccabili in campo e qualche greco dai forti toni agonistici. Gli azzurri (peccato dirlo) hanno tanto ma tanto da perdere perché in caso di sconfitta possono archiviare le speranze di rientrare, a meno che la Juve non cominci davvero a suicidarsi, ma dipende tutto dai ragazzi di Benitez che non possono più aspettare regali da nessuno, Verona compreso che ieri ha smorzato le velleità di una lanciatissima Lazio. C’è un gruppone nel quale il Napoli può uscirne alla grande, e se la partita sarà festa VERA tutti saremo più felici e per una volta tornando a casa oltre i gol vedremo pure servizi di colore dedicati a due città che hanno secoli di storia