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Napoli-Cagliari, Insigne-Zeman: la sfida mancata tra il mago e il suo capolavoroTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 21 novembre 2014, 07:00Notizie
di Redazione Tutto Napoli.net
per Tuttonapoli.net
fonte Fabio Tarantino per Gianlucadimarzio.com

Napoli-Cagliari, Insigne-Zeman: la sfida mancata tra il mago e il suo capolavoro

La prima volta che si sono incrociati da avversari, dopo due anni di sorrisi e magie, era il 6 gennaio 2013. Uno di fronte all’altro, dopo aver dato tanto. L’uno per l’altro. Stadio San Paolo, Napoli-Roma. Entrambi in panchina, per ragioni diverse. Da una parte Zdenek Zeman, dall’altra Lorenzo Insigne. Più di un allenatore e un calciatore, più di un insegnante ed un allievo. Questione di feeling, lo stesso che ha caratterizzato sin da subito la loro esperienza insieme.

Estate 2010. Un giovanissimo Insigne, appena diciannovenne, rientra al Napoli dopo il prestito di sei mesi alla Cavese. Tappa di passaggio, non è ancora tempo di azzurro. Giri di telefonate, colloqui informativi. In ballo il destino di un piccolo talento nato a Frattamaggiore. “Altezza” da predestinato e piedi vellutati. Tanta roba. Manca, però, il teatro dove esibirsi, il palcoscenico per far parlar di sé. Arriva presto. Valigie pronte, destinazione Foggia. A far da garante è il neo ds Pavone, lo stesso che lo portò a Cava a gennaio. Foggia è la scelta giusta, sì. Perché? Perché in panchina non c’è uno qualunque, ma il maestro boemo. Che non ha bisogno di grandi nomi, ma di giovani che sappiano ascoltare. E stupire. Insigne è uno di questi. Sudore e sacrifici, in testa un unico obiettivo: dimostrare di essere da Napoli. Come? Basta un pallone. Il resto lo offre la casa. Velocità, scatto, dribbling, tecnica sopraffina, visione di gioco. E cinismo, che bella scoperta. Con Zeman, poi, è fin troppo facile diventare bomber. 19 gol in 33 presenze, numeri da non credere. Non gli unici, perché in Coppa Italia la media è di un centro a partita. Sette, per l’esattezza. Lorenzo Insigne, signori. Et voilà.

Addio Foggia, grazie di tutto. “Grazie a te, piccolo campione”. Si torna a Napoli, si torna a casa. Per restarci? Ancora no, il capolavoro è solo a metà. Da Foggia a Pescara, dalla Puglia all’Abruzzo. Dalla Lega Pro alla Serie B. E un filo conduttore, Zeman. Sempre lui. E nuovi compagni, coi quali diventerà grande amico. “Piacere, mi chiamo Marco”. “Ciao Lorè, bentrovato. Insieme faremo grandi cose, come in Under 21”. “Grazie Ciro, speriamo”. Predestinati. Insigne e Immobile, spettacolo puro. E Verratti in cabina di regia, a decidere dove, come e quando far partire lo show. In panchina il mago Zdenek, bacchetta in mano e fenomeni in campo. 28 gol per Immobile, 18 per Insigne che si scopre anche pregevole rifinitore. La Serie A è il lieto fine più bello. Cala il sipario, si torna a casa. Ma stavolta, Napoli, è il capolinea del suo viaggio. Altro giro altra corsa, fino al 9 novembre. Al Franchi il ginocchio di Insigne fa crac. Rottura del legamento crociato anteriore, il primo vero stop della sua breve carriera. Addio campionato, o forse no. Ma Napoli-Cagliari resterò la sfida mancata tra il mago boemo ed il suo più bel capolavoro made in Frattamaggiore.