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Da Zero a Dieci: il ritorno degli incubi, la promessa non mantenuta, gli eccessi di Rafa ed il primo nuovo acquisto in attaccoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 23 novembre 2014, 21:00Zoom
di Arturo Minervini
per Tuttonapoli.net

Da Zero a Dieci: il ritorno degli incubi, la promessa non mantenuta, gli eccessi di Rafa ed il primo nuovo acquisto in attacco

Zero alle malefatte in fase difensiva. Un vero incubo che ritorna, lo spettro di una squadra incompiuta che si riaffaccia al San Paolo dopo le settimane del riscatto. Tre gare senza subire gol sembravano annunciare l’inizio di una nuova era. Purtroppo, però, l’illusione è durata lo spazio di una sosta. Giusto il tempo di ricadere nelle solite, inconcepibili, inaccettabili leggerezze che confermano l’umoralità di una squadra che torna a guardarsi allo specchio senza riconoscersi.

Uno all’ingenuità di Henrique al 28’. L’antipasto dei piatti forti che sarebbero stati serviti di lì a poco. Un cattivo giorno - come quello buono -  si vede quasi sempre dal mattino.

Due le reti di De Guzman in campionato. Dopo l’esordio fortunato di Genova, in troppi avevano messo in discussione la sua compatibilità con la piazza partenopea. Con il Cagliari, nell’emergenza nata dagli infortuni di Insigne e Mertens, l’olandese ha confermato di poter rappresentare validissima alternativa e conferma di essere acquisto validissimo. Senza fare rumore, senza badare mai alla sostanza ma solo alla forma. Utilissimo, pratico ed a risparmio energetico: un robot da cucina che riesce sempre a sfornare qualcosa di buono. Il Napoli ha trovato finalmente il vero De Guzman. Benitez ha un nuovo elemento su cui contare in maniera stabile.

Tre vittorie, due pareggi ed una sconfitta. Questo il magro bottino al San Paolo, con gli azzurri capaci di conquistare appena 11 dei 18 punti a disposizione nelle gare interne. Un mix di sfortuna, episodi sfavorevoli, errori difensivi e approccio inadeguato alle sfide con gli avversari di livello inferiore. La vanagloria di un gruppo che, con questa mentalità, è destinato ad essere l’eterna promessa mai mantenuta di questo campionato.

Quattro i cambi rispetto alla formazione iniziale di Firenze. Out  Insigne, Jorginho squalificato,  Benitez sceglie ancora una volta di cambiare lo scheletro della squadra ed i frutti, dal sapore cattivo ed acre, sono tutti lì da vedere. Un Napoli slegato, incapace di mantenere l’equilibrio tra i reparti ed il controllo di una gara che era già orientata nella giusta direzione. Nel finale serviva una virata del comandante, un tocco diverso per provare a vincerla comunque. Un cambio modulo, una variante tattica con l’ingresso di Zapata. Invece il nulla. Benitez manda in campo Britos. Una pugnalata al sogno di vincerla ancora.

Cinque gare consecutive con almeno un gol – sette in totale – per Gonzalo Higuain, che firma ancora il cartellino del bomber. Oggi, però, si rivede il Pipita indolente e nervoso che preferisce stare ai margini della storia. Per carità, se continua a fare gol ad ogni partita va bene anche così.

Sei all’assist di Christian Maggio. Perfetto, magari anche non voluto, il traversone che propizia la rete di De Guzman. Una rarità, una chicca per i tifosi azzurri da sempre poco speranzosi quando l’esterno si appresta a crossare verso il centro dell’area. L’ultimo assist del laterale risaliva alla trasferta di Verona dello scorso campionato. Era il lontano 12 gennaio 2014, la tv era ancora in bianco e nero ed i treni passavano in orario. Ah, c’erano anche le mezze stagioni.

Sette alla manona di Rafael al minuto 57’. Tante colpe del portiere sulla seconda rete isolana, ma l’intervento su Farias a mano aperta evita al Napoli di andare sotto ed evita guai peggiori a Benitez. Un guizzo che vale come un gol. La dimostrazione che, con la crescita dell’autostima, il brasiliano non si lascia distrarre da eventuali errori.

Otto all’assist da rimessa laterale di Ghoulam. Un versione Brett Favre, l’algerino lancia Higuain verso il touchdown che apre la festa al San Paolo. Prova di forza e di lucidità del laterale che conferma di essere finalmente tornato in forma. Un raggio di sole tra le nuvole di un pomeriggio opaco.

Nove al velenoso sinistro di Inler. Bello il gesto tecnico di Gokhan, che – impresa capace a pochi – riesce comunque a rovinare il suo pomeriggio con l’ennesima prestazione da lampadina di albero di Natale. Si accende, si spegne. Si spegne e forse si riaccende. La morale è sempre la stessa: forse sarebbe ora di cambiarla. La lampadina. Ed anche Gokhan.

Dieci al colpo d’occhio di un San Paolo che torna finalmente a riempirsi. Ne ha bisogno il calcio italiano tutto, ormai caduto nella depressione profonda di stadi vuoti e gare affidate all’interesse di pochi intimi. Napoli, anche in questo, ha sempre rappresentato la piacevole eccezione. Ora, però, si lavori per dare ai napoletani uno stadio adeguato ad una passione che niente potrà mai spegnere. Approfittarne, però, sarebbe un’offesa troppo grave.