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Callejon e la sua finta crisi: tra coperture e ripartenze, lo spagnolo resta inarrestabileTUTTO mercato WEB
© foto di Luca Gambuti/Image Sport
mercoledì 28 gennaio 2015, 08:11In Primo piano
di Pierpaolo Matrone
per Tuttonapoli.net

Callejon e la sua finta crisi: tra coperture e ripartenze, lo spagnolo resta inarrestabile

Spesso oggetto di critiche, ma autore di un lavoro oscura encomiabile: la crisi di Callejon non esiste

Un solo gol nelle ultime quattordici partite, e ben otto nelle quindici presenze precedenti. Sono i dati della stagione di Josè Maria Callejon, a secco di reti – Cesena a parte – dalla stupenda vittoria del Napoli contro la Roma del primo novembre. A dirla così, coi freddi numeri alla mano, sembrerebbe una crisi – più o meno profonda – dell’esterno offensivo spagnolo. Un momento negativo di cui qualcuno ha anche parlato, offendendo il concetto stesso di uno sport che ai dati è legato, certo, ma fino ad un certo punto. Statistiche – quelle dello spagnolo – che spesso si rivelano fini a sé stesse. Nel calcio i numeri contano, ma per dare un giudizio completo su un giocatore occorre analizzare le prestazioni del diretto interessato. In molti sono riusciti anche a criticare il rendimento dell’ex Real Madrid, che però non è mai calato se non dal singolo punto di vista dei dati.



La crisi di Callejon non esiste. La crisi è solo realizzativa. Un calciatore in crisi non riuscirebbe mai a svolgere tutto il lavoro che il calciatore nativo di Motril riesce sempre a compiere con la maglia azzurra addosso. Josè corre, più di tutti. Josè si sacrifica, più di tutti. Josè si rende utile, più di tutti. Callejon è il classico calciatore che ogni allenatore vorrebbe nella propria squadra. L’ala classe ’87 difficilmente sbaglia una partita. Pressing asfissiante il suo, ad ogni partita. Un lavoro oscuro che aiuta sempre la squadra, sia in fase offensiva che in quella difensiva. Testa bassa e pedalare, senza stancarsi mai. L’intelligenza tattica di questo ragazzo arrivato da Madrid, in punta di piedi e tra lo scetticismo iniziale di una piazza esigente come quella partenopea, è fuori dal comune. Calletì non si ferma mai, anche quando non segna. Ha ormai conquistato un popolo, prima a suon di gol, ma ancor di più a suon di cavalcate su quella fascia destra della quale è sempre padrone, chiunque sia l’avversario che si ritrova di fronte.

Attacca, poi rientra, poi difende e copre, poi riparte, più veloce di prima. Taglia, verticalizza. Disintegra prima e crea dopo, recupera il pallone ed è pronto a ripartire e finalizzare. E capirai se la lucidità e la freddezza alle volte non sono quelle del numero 9, le giustificazioni ci sono tutte. Callejon lavora, è questa la verità. La frequenza realizzativa ritornerà, di questo ne è certo Benìtez e ne sono certi tutti i tifosi. E ne è certo anche lui.  Le critiche non lo sfiorano minimamente, anche perché non rispecchiano la realtà. Callejon sa quello che fa per la squadra, lo sa il suo allenatore e lo sanno i supporters azzurri. Lui abbassa la testa in campo, col pallone tra i piedi o pronto a recuperarlo; pane e lavoro, sacrificio e caparbietà. Poi però la rialza scaduti i 90 minuti, certo della sua ennesima buona prestazione, nonostante la rete non arrivi. In crisi ci sarà qualcun altro, lui di certo no. E allora non ne parliamo neanche: Josè merita soltanto elogi.