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Da Zero a Dieci: le sceneggiate di Omar, l'effetto Mentos di Gabbiadini, il più brutto del reame e la mannaia che si abatte su Kalidou
lunedì 2 marzo 2015, 08:30In Primo piano
di Arturo Minervini
per Tuttonapoli.net

Da Zero a Dieci: le sceneggiate di Omar, l'effetto Mentos di Gabbiadini, il più brutto del reame e la mannaia che si abatte su Kalidou

Zero alla pausa di riflessione di Albiol. Nel pieno di un rapporto (si chiamerebbe marcatura per uno che di mestiere fa il difensore), lo spagnolo decide che non vuole stare più insieme a Glik (suo partner sull'angolo maledetto). Aveva bisogno dei suoi spazi Raul, doveva ritrovare se stesso, aveva bisogno di trovare il suo "io". Nel frattempo, tra i dubbi esistenziali dello spagnolo, Moretti piazza il blocco ed il capitano granata batte indisturbato Andujar e festeggia la rete che condanna il Napoli. Ma Raul doveva riflettere. Ma Raul è l'ex Real. Vengono i brividi solo a pronunciarla questa frase.

Uno il minuto che si impiega per capire che sarà una di quelle notti. Di quelle maledette notti. Il castello scricchiola dopo poco più di 60', con Martinez che divora il gol dopo la prima gita fuori porta della difesa azzurra. Il presagio negativo di un atteggiamento troppo rinunciatario nel primo tempo, un'inversione filosofica di Benitez difficile da spiegare. Abiurare il proprio credo, alla fine, viene punito: "Io, come Dio, non gioco a dadi e non credo alle coincidenze".

Due sconfitte, una rete segnata in 180', dopo tre vittorie consecutive lontano dal San Paolo. "Corri Napoli, come Forrest". Era il momento di andare avanti, di procedere a grandi falcate verso l'obiettivo. Il Napoli, invece, sceglie di fare il "Bubba Gump Gambero". Facendo passi all'indietro... Stupido è chi stupido fa.

Tre i punti di distacco dalla Roma - in attesa della sfida dei giallorossi con la Juventus -, due quelli di vantaggio sulla Lazio. Un dato che non può essere ignorato. Un dato che, ebbene si, pone il Napoli più vicino al quarto posto che al secondo e che deve scuotere questa squadra. Questa sconfitta è un taglio nella tela, stile Lucio Fontana, ma non è nessun capolavoro. E' il segnale di quelle fragilità che possono squarciare il velo sui difetti strutturali di questa squadra.

Quattro alle intrepretazioni da Oscar di Omar El Kaddouri. Il fantasista si guadagna la gloriosa statuetta per i Migliori effetti speciali (due tuffi meravigliosi senza contatto) ed il Miglior trucco (difficile nascondere in questo modo il proprio passato). Quando era in azzurro ha vinto solo l'Oscar del "Non protagonista".

Cinque al Black out mentale di Koulibaly, sul quale si abbatte come una mannaia l'implacabile legge di Murphy: "Se qualcosa può andar male, lo farà". Regali un calcio d'angolo agli avversari senza alcuna spiegazione logica tra le regole dell'universo? Becchi il gol. Punto. E te lo meriti anche un pochino. Kalidou, troppi voli pindarici, troppe spine staccate dall'interruttore della concentrazione. Fenomenale. Eccezionale. Ragazzo, ascolta le parole di uno straordinario Lucio Dalla, che piace ricordare avendoci lasciato un ieri - 1 marzo - di tre anni fa. "Penso a delusioni a grandi imprese a una Tailandese ma l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale". Capito Kalidou?

Sei ad una vendetta covata circa un anno. Il 17 marzo scorso Glik aveva spianato, con un errore imbarazzante, la strada ad Higuain per la rete che aveva permesso al Napoli di espugnare l'Olimpiaco. Deriso, in maniera ironica, con un Cambia la tua vita con un Glik proprio in questa rubrica. Che modo crudele di vendicarsi. Adesso i conti sono pari Kamil.

Sette sul pallone e nessuno ha la lucidità di far notare ad Irrati che Quagliarella, appena reo di un fallo dal limite dell'area su un Callejon pronto a battere a rete, era da ammonire e, quindi, da espellere. Del termine "Cazzimma" si abusa ormai. In casa Napoli, invece, ci si astiene come lavoratori in sciopero permanente nell'applicazione del principio di genealogia tutta partenopea. Cercasi docente in materia.

Otto all'impatto di Manolo Gabbiadini. Come una Mentos sparata tipo proiettile in una bottiglia di Coca Cola, l'ex doriano entra nella gara e rischia di spaccarla. Un palo, dribbling, una rasoiata di sinistro che per pochi non evita tutti questi processi. Un delitto tenerlo in panchina. E non perchè gli altri non siano bravi, ma perchè in questo momento non è contenibile. Ha convizione, fiducia e condizione. Ha un sinistro che spacca la porta ed una falcata che brucia l'erba. Rafa esistono regole legate alle rotazioni. Esistono però le eccezioni. Questo Napoli, oggi, parte con Higuain, Gabbiadini ed altri nove. Ed al punto nove vi spieghiamo il perchè...

Nove reti in campionato. Otto segnati nelle prime dieci, una nelle successive quindici. Certi numeri non si discutono. Si impongono. Spesso raccontano. Le difficoltà di Callejon sono in questi numeri ed oltre questi numeri. Una regina di Biancaneve che si guarda allo specchio e non riesce a convincere nemmeno se stesso di essere il più bello del reame. Elogiarne i sacrifici in difesa, nemmeno fosse un Pippo Pancaro dei tempi d'oro, offende quella che è la sua qualità. Uno come lui deve fare la differenza lì davanti. In questo periodo non ci riesce. In questo momento Gabbiadini è troppo più avanti di lui.

Dieci alla possibilità da rifarsi già mercoledì. Un Benitez avvelenato, una squadra a guardarsi allo specchio per capire cosa accade. Chiodo schiaccia chiodo, la legge vale anche nel calcio. Mercoledì nella semifinale di andata con la Lazio c'è già l'occasione di voltare pagina, scrivere un altro capitolo dai toni sicuramente differenti. Troppo semplice adesso prendere il Piccone ed andare giù pesante. La squadra resta in corsa su tre obiettivi, con tutti i suoi pregi e tutti i suoi difetti. Quelli di sempre. Quelli sui quali bisognerà lavorare seriamente sul mercato. Ma guai a dare per morto questo Napoli...