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Da 0 a 10: i 200 milioni persi da ADL, il clamoroso retroscena sul ritiro, la frase sconvolgente di Calzona e l'unica possibilità per ConteTUTTO mercato WEB
lunedì 29 aprile 2024, 21:03Zoom
di Arturo Minervini
per Tuttonapoli.net

Da 0 a 10: i 200 milioni persi da ADL, il clamoroso retroscena sul ritiro, la frase sconvolgente di Calzona e l'unica possibilità per Conte

Il Napoli gioca una grande gara ma non riesce a vincere contro la Roma: Osimhen in gol, Kvara scatenato ma Juan Jesus condanna gli azzurri

Zero a questa fame, che ti fa incazzare ancor di più. Prima dove stava? Perchè bastava davvero poco, perchè con l’Empoli si è visto una squadra passeggiare manco fosse sul lungomare di Formia con tanto di zoccoli rigorosamente Dr. Scholl. Poi, la minaccia del ritiro, l’avversario da copertina e rieccolo, a tratti, il Napoli dominante che ancora resiste sulle pareti della memoria. Ricordi che sono fiammate, che accendono ancor di più la rabbia per tutto quel potenziale restato confinato tra le pareti di un ‘potrei ma non voglio’. “Chissà quante volte l'ho fatto. Devo aver bruciato tonnellate di cose tue. Non riesco a ricordarmi di dimenticarti”.

Uno il giorno di riposo concesso alla squadra, quindi tutti a casa. Il dopo gara è pieno di tensione, tra schieramenti che cercano di negoziare sulla questione ritiro ed altri che si sentono scavalcati da qualche zelante rappresentante sindacale. Il confronto Di Lorenzo Juan Jesus è rovente e che il brasiliano faccia i danni fuori dal campo, oltre i disastri sul terreno di gioco, davvero non è più tollerabile. A giugno servirà un segnale forte, andrà espiato il grande peccato originale di questa stagione: fare di JJ l’erede di Kim.

Due gol subiti per una squadra ‘non ha voglia di lottare per non prendere gol’. Calzona ne aveva parlato, ma ancora una volta gli sfugge un elemento chiave: non toccherebbe a lui curare la fase difensiva? Perchè non prova a spiegare un dato che, se si fosse lucidi, sarebbe incredibile: non c’è una gara, almeno in questo universo, che il suo Napoli abbia chiuso senza subire almeno un gol. Calzona racconta, con dovizia di particolare, delle statistiche migliorate da quando è arrivato, ma caro Ciccio "Bello, bello...ma come abbiamo fatto a perdere 10 a 3 dal Marocco?” (Cit.)

Tre ai cambi, uno dei punti dolenti del tecnico a responsabilità limitata scelto da ADL. Calzona non li azzecca quasi mai, spesso li ritarda, altre volte non coglie la reale esigenza invocata dalla gara. Fare un cambio prima di un calcio d’angolo è roba da bollino rosso, se poi dici che hai messo Ostigard per non prendere gol sui palloni aerei e poi hai preso gol pochi secondi dopo, allora stai chiaramente cercando di mandarci al manicomio. E ancora Ciccio: Kvara non lo devi togliere, è l’unica gioia che ci è rimasta. Il 77 mai. 

Quattro allenatori sul tavolo da poker, quattro carte, non tutti assi. La testa dei tifosi è già altrove, verso una stagione che dovrà essere del riscatto. E il riscatto passerà dalla scelta del tecnico: Conte è uno che per farlo entrare in una stanza, devi aiutarlo a far manovra per fare spazio pure al suo ego. Può convivere con ADL? La risposta è no. Quindi, ADL se prende Conte è pronto a farsi da parte per dare a Conte pieni poteri? BOH. E soprattutto, è giusto affidarsi totalmente ad un tecnico? NI. Tanti interrogativi e il tempo che scorre: a breve le carte andranno scoperte.

Cinque volte titolare ed una vita che gli dà fastidio nel posto dove si è operato. Calzona parla di Traore e ci spiega perchè stia giocando così poco. Nel luminoso mercato da luminare di gennaio, il Napoli è riuscito a fare pure questo capolavoro. Ha fatto fuori Zielinski dalla lista Champions, giusto per dare in pasto un acquisto alla piazza. Acquisto che si è rivelato un flop, perchè il ragazzo non era pronto fisicamente ed al Napoli serviva gente pronta. Sì, è proprio vero che non c’è limite al peggio. “La fretta, nennè, fa più danni della grandine!”.

Sei e mezzo ad Anguissa, che ci è piaciuto un sacco. Vero, ha sparato alle stelle un pallone che pareva di rivedere Speroni all’ultima giornata della Longobarda. Lì in mezzo, però, s’è rivisto quella piovra che può davvero spostare gli equilibri di una partita. Inserimenti, interdizione, capacità di leggere le situazioni: se questo è Frank, il futuro può passare da Frank. La discriminante è sempre la stessa: che ruolo vuol recitare nel Napoli di domani? Di comparse non v’è alcun bisogno, servono personaggi che non vadano a caccia di autori.

Sette come il settimo posto della Lazio, tornata in piena corsa Champions con la cura Tudor. Già, quel Tudor. Quello che ADL aveva quasi ingaggiato, poi s’era rifugiato in bagno per contattare Mazzarri. Una scelta sanguinosa, conservativa, fondata sulla sciocchezza assoluta del ‘questa squadra la può allenare chiunque’. Quell’esitazione rischia di costare a De Laurentiis un 200 milioni di euro tra Champions persa, Mondiale per Club sfumato e valore della rosa ribassato. Chissà quante volte ci sta ripensando Aurelio a quel NO detto al croato…

Otto alla prestazione, al netto del rancore che coviamo nei confronti di questi ragazzi. Il Napoli l’ha dominata, avrebbe potuto e dovuto stravincerla, ma se non la vince è solo per le sciocchezze di Juan Jesus, perfetta pena del contrappasso per la politica sparagnino estiva. Questa squadra è forte, molto forte, non ascoltate chi dice il contrario o vuol bollare come un miracolo lo scudetto dello scorso anno. I valori sono alti, ma vanno allenati e organizzati da un nuovo maestro, dopo l’addio del Prof. Spalletti. Come direbbe Tony D’Amico di Ogni Maledetta Domenica: “Tu non sei un fuoco di paglia”. Si dovrà ripartire da questo concetto.

Nove stremato, appoggiato ad un palo. L'immagine di una stagione intera: Osimhen, incredulo e stremato, a chiedersi il perchè di questa stagione insensata. Ha dato tutto Victor, non come in altre occasioni, ma il suo essere speciale non può essere negato. Pare assurdo, ma il futuro di questo club passa tutto da lui. Dal suo addio, arriverà la benzina per alimentare il nuovo corso. Trovare uno come lui non sarà impresa facile, che a nessuno venga in mente di giocare ancora una volta al risparmio per la sua sostituzione. Tutte le ambizioni del futuro, passano dal bomber del futuro. 

Dieci partite di Serie A con Calzona in campionato, a cui si aggiungono le due sfide col Barcellona e il tecnico di fatto certifica il fallimento della sua missione. Lo fa, senza rendersene conto, quando nella conferenza post gara dice che ‘finalmente i ragazzi si sono allenati come volevo io’. Senza ambizioni da investigatori, la deduzione è elementare: che prima di questa settimana non l’avessero mai fatto. In questa schizofrenica stagione, le abbiamo viste e sentite davvero tutte. Ciò che non abbiamo mai sentito, è un dirigente che prendesse posizioni forti contro questo andazzo. Il motivo? Non ci sono dirigenti. 

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