Juan Sebastian Veron, la Brujita con il tocco magico. Dalla Samp all'Inter, più Parma e Lazio

Juan Sebastian Veron, argentino di La Plata, è stato di certo uno dei migliori centrocampisti della sua epoca. Straordinario per tecnica, capace di lanci al millimetro, ma anche di fare legna, interdire e partire in contropiede. Aveva pure la caratteristica sudamericana della classica giornata no, quando le cose vanno tutte per il verso sbagliato. Figlio d'arte della "Bruja", la strega, da cui ha preso il tocco magico. Lui invece viene chiamato la "Brujita", streghetta in spagnolo, iniziando a giocare prima nell'Estudiantes di La Plata, squadra della sua città in cui aveva militato anche il padre. Quindi impossibile scegliere il Gimnasia.

Poi però viene ceduto al Boca Juniors, a causa di problemi economici, con la Sampdoria che un anno dopo spende 6 miliardi di lire per portarlo in Italia. Colpo da maestro dei blucerchiati che, con Veron, si esaltano, tanto che il Parma decide di offrire quattro volte tanto, 25 miliardi, per inserirlo al proprio posto di comandante a centrocampo. Ci rimane solo un anno, vincendo l'ultima Coppa UEFA delle squadre italiane nella finale di Mosca contro l'Olympique Marsiglia, 3-0. Così Cragnotti deve spenderne 60, di miliardi, per portarlo nella Capitale. Lo United invece ne pagherà 80, due stagioni dopo, salvo poi non esplodere mai in Premier League, con rendimento alto e poi basso e poi medio. Poi Chelsea e Inter.

Nel 2011 annuncia il ritiro, salvo poi ritornare in campo nel 2012 per giocare l'ultima partita contro l'Estudiantes. Un anno dopo, a luglio 2013, si tessera, visto che è il direttore sportivo proprio dell'Estudiantes e decide di mettersi sotto contratto. Nel 2016 gioca la sua ultima Libertadores, a 41 anni, canto del cigno di una carriera memorabile. Oggi Juan Sebastian Veron compie 49 anni.