Kevin-Prince Boateng, un gol da urlo in Champions. E quindici club in diciotto anni

Al nome di Kevin-Prince Boateng arriva subito, nitido e distinto, un ricordo. Ed è quello del 23 novembre del 2011, quando a San Siro si gioca il girone di qualificazione di Champions League. Da una parte il Milan, con Allegri in panchina, dall'altra il Barcellona di Messi. Al cinquantasettesimo Boateng stoppa al limite dell'area, con un gioco di prestigio - e il taconazo - ubriaca Abidal e di destro va sul primo palo, con Victor Valdes che probabilmente non si attendeva tutta la bellezza in un simile fazzoletto di secondo e di spazio. Due a due e gol che finisce di diritto fra i più belli di sempre, anche se poi finirà 2-3 per il Barcellona.

Boateng è stato personaggio iconico, quasi pop, qualche volta rockstar. Interessante e maledetto, con qualche alzata di testa. Come la scelta di non rappresentare più la Germania dopo le punizioni per alcuni suoi comportamenti, diversamente dal fratello Jerome. Hertha, Genoa, ma anche Las Palmas e Schalke04, Fiorentina e Monza, in montagne russe difficilmente ideabili.

Nella sua ultima vita da Araba Fenice c'è anche il trasferimento dal Sassuolo, dove aveva segnato quattro gol in tredici presenze, al Barcellona. Un addio che fece scalpore perché le prestazioni con i neroverdi non facevano preannunciare un possibile interessamento di uno dei club più importanti del mondo per rinforzare il proprio attacco. Così i giornali spagnoli tirarono fuori una sua dichiarazione di qualche anno prima. "Tra le due chi preferisco? Il Real. Con chi vorrei giocare? Il Milan. No, dico il Real: da quando ero bambino mi è sempre piaciuta la camiseta blanca". Scherzi del destino. La sua esperienza si chiude con Sei mesi, 4 presenze per 303 minuti in campo e 0 gol segnati. Oggi Kevin Prince-Boateng compie 37 anni.