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Palermo, Vazquez: "Sono contento di essere al Palermo. Devo tutto a Iachini. Il futuro? Non so"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
sabato 31 gennaio 2015, 12:51Interviste
di Marco Di Girolamo
per Tuttopalermo.net

Palermo, Vazquez: "Sono contento di essere al Palermo. Devo tutto a Iachini. Il futuro? Non so"

L'argentino del Palermo Franco Vazquez è stato intervistato da Sport Week, parlando di se stesso e dei suoi progetti futuri, ecco quanto evidenziato da TuttoPalermo.net: "Ero tranquillo anche da piccolo. Troppo tranquillo. Infatti già allora per tutti ero ‘il Muto’. Cominciarono i compagni di squadra del mio primo club, a Villa Carlos Paz, la cittadina dove sono cresciuto. Se mi da fastidio essere chiamato così? Sono abituato. E poi mi ci riconosco. Ho due fratelli più grandi. Muti come me? Un po’ meno. Di calcio parlo volentieri. Di politica no perché non ci capisco niente. E di soldi neanche, perché sono fatti miei. Di donne parlo con gli amici, quando Agostina, la mia ragazza, non sente (ride). Di auto pure. Quest’anno mi sono comprato una Porsche. Ma pure la Jaguar mi piace molto. Icardi girava in Hummer? No, troppo grande! La mia donna ideale? Mora, capelli lunghi. Sono costretto a fare il ritratto di Agostina, se no quando legge… (ride ancora). Come fa un Muto a stare con una donna, se questa parla tanto? Infatti è proprio il mio caso. La mia parla tanto, troppo. Io non sto attento. Guardo la tv, gioco alla Play. Rispondo solo: no no no, sì sì. In casa comando io (ride non troppo convinto). Ho detto che non potrei mai sposare una donna italiana? Volevo dire che, il giorno in cui tornassi in Argentina, sarebbe difficile convincere una donna italiana a seguirmi. Non sarebbe giusto allontanarla dalla sua famiglia. Hobby? Le costruzioni Lego. Ne ho cinque: una stazione della polizia, una dei pompieri, la torre di Pisa, l’autoarticolato che trasporta le macchine e un motoscafo, quello che più di tutti mi ha dato soddisfazione. E’ grande centinaia di pezzi. Ma prima di tutto viene la Playstation. Quando torno in Argentina organizzo con gli amici tornei che durano tutta la notte. Fifa o Far Cry, uno sparatutto.

Qui gioco a quello di calcio con Dybala. Chi vince? Siamo in parità, diciamo. Chi di noi prende il Palermo? (ride un po’ imbarazzato) Veramente nessuno dei due. Io gioco con Arsenal o Chelsea e lui con Psg o Manchester United. L’Arsenal perché nella realtà mi piace il suo calcio, sempre palla a terra. Il Chelsea perché è forte in difesa, ha un buon portiere e davanti sono veloci. Se penso di essere adatto al campionato inglese? Credo di sì. E anche a quello spagnolo. Ma il calcio italiano mi piace. Qui ho imparato tanto. La tattica, prima di ogni altra cosa. Da voi la tattica è tutto. Per questo all’inizio ho fatto fatica. Ho dovuto imparare un sacco di movimenti nuovi, soprattutto senza palla. In Argentina è completamente diverso, cominci a giocare davvero solo quando hai il pallone tra i piedi e hai più tempo e libertà per pensare e scegliere la giocata migliore. Il vostro calcio è duro, fisico, asfissiante. A gennaio di un anno fa ho pensato di mollare tutto. Avevo deciso di tornare in Argentina dove avevo già fatto vedere che tipo di giocatore fossi e dove sapevo che avrei trovato più di un club disposto a prendermi. Poi è arrivato Iachini ed è cambiato tutto. Cosa mi disse? Due parole alla fine del secondo giorno di allenamento: ‘Ti ho visto e non mi spiego come tu non abbia giocato finora. Ti rimetto in rosa’. Nessun allenatore mi aveva parlato così. In quel momento ho capito che il mio futuro era qua. Anche dopo l’estate? Non lo so. Ho firmato un contratto ma ora penso solo a finire bene questo campionato. Se canterei l'inno di Mameli? Perché no, una volta che l’ho imparato. Cosa ho imparato in Italia? A stare solo. A essere forte nella testa. Dovesse andar via Dybala? Ci paragonano a Pastore e Cavani che proprio a Palermo sono diventati grandi, ma ciascuno deve fare la propria strada E poi di Paulo rimarrei comunque amico. Siamo stati pure in vacanza insieme, a Parigi. Con le nostre compagne? No. Io, lui e sua madre”.