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Gazzetta dello Sport - Ghirardi: "Chiedo i danni a Taçi. Non ha rispettato il contratto"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 27 febbraio 2015, 08:01La Rassegna Stampa
di Riccardo Zucchi
per Parmalive.com

Gazzetta dello Sport - Ghirardi: "Chiedo i danni a Taçi. Non ha rispettato il contratto"

Tommaso Ghirardi torna a parlare del Parma e lo fa in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport nella quale ha voluto dire la sua su alcune vicende di questo caso: "Il 10 ottobre 2014 avevo pagato tutto fino al 30 giugno e non c’erano debiti verso club italiani. Avevo ottemperato agli obblighi della Lega. Volevo vendere la società perché amareggiato dalla mancata concessione della licenza Uefa. Venni contattato da professionisti importanti, per conto di Rezart Taçi, noto petroliere albanese, imprenditore di una galassia con fatturato superiore al miliardo di euro. E conosciuto in ambito calcistico per le sue relazioni con Milan e Real Madrid, che portò a giocare amichevoli in Albania".

Chiese informazioni a qualcuno? Se sì, a chi?
"Niente nomi, però feci le mie telefonate a persone del calcio italiano che mi dissero: “Taçi è un personaggio particolare: non affrontarlo direttamente, ma attraverso studi professionali”. E così mi comportai. Avvisai la Lega. Il 4 novembre stipulammo un preliminare di acquisto".

A quali condizioni?
"Dieci milioni a me per avere il Parma, l’impegno a versare 19 milioni il 13 novembre per saldare gli stipendi dal l° luglio, l’accollamento dei 78 milioni di debiti".

Alt. Tra Parma ed Eventi Sportivi, la società che controlla il club, il deficit risulta essere di 196 milioni.
"Falso. I debiti ammontavano a 78 milioni, saliti poi a 88 verso fine anno. Quella del buco da 200 milioni è una balla. In ogni caso il 10 novembre Taçi non si presentò dal notaio per la firma definitiva perché era negli Stati Uniti, così mi fece sapere. Vennero i suoi avvocati, che chiesero di rivedere i conti, perché qualcosa secondo loro non tornava. “Non c’è problema - dissi loro - fate tutte le verifiche che ritenete”. Pagai ai giocatori gli stipendi di luglio e quelli dei 22 dipendenti fino a novembre, per cui non capisco perché oggi qualcuno degli impiegati dica che non vede soldi da un anno. Non è vero, ma vabbé, lasciamo stare".

Alla fine quali sono stati i termini della cessione a Taçi?
"
In pratica non mi ha dato i 10 milioni previsti dal preliminare, ma si è accollato i debiti, ha incontrato sindaco e presidente degli industriali, ha fatto promesse. Le prime mosse di mercato mi hanno confortato, ha preso Rodriguez, Varela e Nocerino, e poi il capitano dell’Albania. Pensavo di aver ceduto il Parma alla persona giusta e mi sbagliavo. Chiedo scusa ai tifosi perché tempo fa ho detto di aver lasciato la società in buone mani. Oggi non lo direi più e non venderei il club a Taçi. Mi sento tradito. Così ho citato Taçi in sede civile, gli chiedo i danni per inadempienza del mandato contrattuale".

Taçi ha ceduto il club a Manenti per un euro.
"Quando l’ho saputo, mi sono preoccupato tantissimo. Non ho mai visto né conosciuto Manenti, ma so chi è perché a suo tempo seguii da spettatore la sua infruttuosa scalata al Brescia. Taçi mi ha informato della cosa con una telefonata".

Come ha motivato la ri-vendita a Manenti?
"Non mi piace più il calcio”, mi ha spiegato, e ha aggiunto di aver passato la mano a persone con “grosse possibilità economiche”.

La Mapi Group di Manenti ha sede in Slovenia a Nova Gorica, il suo Parma strinse un accordo col Nova Gorica calcio, lo stesso Taçi ha uffici a Lubiana, la capitale slovena. Coincidenze?
"Per quello che mi riguarda sì. Mai avuto quote nel Nova Gorica, con cui c’era soltanto un accordo per il prestito di 15 giocatori e per l’allenatore, Apolloni. Intese così le avevamo anche col Gubbio e col Crotone"



Qualcuno al Parma avrebbe falsificato firme per ottenere un finanziamento da una banca tedesca.
"Non ne so nulla, mai occupato di quella faccenda. Certo, ci sono rimasto male perché ho sempre pensato a una certa persona come a un amico".

La Procura di Parma indaga per reati penali sugli ultimi amministratori del club. Preoccupato?
"No, tranquillo. Per ora non ho ricevuto niente e comunque la mia gestione è finita il 19 dicembre 2014 con la cessione a Taçi"

Come si accumula un debito di 88 milioni?
"Nel calcio è la normalità. Al Parma basterebbe vendere i giovani Mauri e Cerri, e pure Defrel che ho parcheggiato al Cesena, per abbatterlo della metà. Certo, non mi spiego perché Paletta sia andato al Milan per un solo milione di euro, io lo avrei dato via a 3-4, o perché a Cassano e Felipe sia stato concesso lo svincolo, senza la rinuncia agli stipendi. Società molto più importanti sono messe peggio".

Nei suoi anni al Parma quanto ha preso di diritti tv?
"Circa 120 milioni. Io col calcio ci ho rimesso decine di milioni, e così i miei soci, perché ero proprietario al 65 per cento, ma aggiungo che la Eventi Sportivi (società controllante del club, ndr) ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2014 con 3,5 milioni di utili e con patrimonio netto di 9 milioni. Una perizia giurata ha fissato in 30 milioni il valore del centro sportivo di Collecchio".

Il team manager Sandro Melli ha parlato di uno chef stellato in servizio al Tardini e ha detto di averle prestato centomila euro.
"Centomila euro da Melli? Ma su, per favore. Quanto al cuoco, ecco una lettera di Ernesto Pellegrini (presidente dell’Inter prima di Massimo Moratti, ndr). Pellegrini è un industriale delle mense aziendali, non gestisce ristoranti stellati. Lui era il nostro fornitore per i pasti e vi pare che se non lo avessi pagato, mi avrebbe dedicato parole così belle come quelle che si leggono in questo scritto?".

Molti beni della società finiranno all’asta, alcuni sono stati confiscati.
"Se non c’è continuità aziendale, se nessuno ottempera agli impegni, è normale che accada. Io rispettavo le scadenze concordate coi fornitori".

Il suo lavoro ha risentito di questa storia?
"Ho un’azienda (La Leonessa, ndr) che produce cuscinetti a sfera, con 400 dipendenti. Spero che non ci siano ripercussioni, ma il danno alla mia immagine è enorme, inutile negarlo".

Al Parma lei si auto-pagava uno stipendio? 
"Negli ultimi due anni no, prima può essere che abbia avuto dei rimborsi spese. Con denaro mio avevo comprato un appartamento in città, me ne sono liberato quando ho deciso di servirmi della foresteria di Collecchio per i pernottamenti a Parma".

Ritornerà nel calcio?
"Mai, non guardo più nemmeno le partite".