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Lucarelli: “Destinati al fallimento. Altri rinvii no, sarebbero una farsa”TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
lunedì 2 marzo 2015, 11:38Interviste
di Michele Bugari
per Parmalive.com

Lucarelli: “Destinati al fallimento. Altri rinvii no, sarebbero una farsa”

La Repubblica in edicola oggi dedica molto spazio alle difficili vicende del Parma, intervistando anche il capitano crociato Alessandro Lucarelli, dopo la seconda partita di campionato rinviata che fa venire qualche dubbio sul fatto che il Parma sia ancora vivo: “Squadra, allenatore, staff, sì. Per il resto, non c'è più niente. Siamo destinati al fallimento, non serve un genio per capirlo. Resta una speranza: l'esercizio provvisorio e qualcuno interessato all'asta. Mi spiace per i tifosi, presi in giro come noi: ci hanno rimesso soldi. A Collecchio hanno dimostrato passione e intelligenza, in altre piazze qualcuno avrebbe rischiato grosso. Io spero che torneremo a giocare. Se siamo fermi, non dipende da noi: non ci restava che una protesta, Lega e FIGC non ci tutelano, nessuno è venuto qui, né Tavecchio, né Beretta, solo due legali. Siamo soli da mesi, da quando Ghirardi è scappato. Sono tutti colpevoli: lui e Leonardi in primis, le istituzioni che hanno permesso questo, poi Manenti e Taçi, che almeno non ha promesso niente. Non è una questione di soldi. È una battaglia che serve anche ai tanti giocatori nelle categorie inferiori. Vogliamo un cambiamento delle norme, controlli mensili, per evitare che un caso come questo si ripeta, e un impegno a lungo termine per il Parma. Temo che vogliano solo accompagnarci a giugno, per evitare grane con i diritti tv, e poi abbandonarci al nostro destino. Lugaresi (presidente del Cesena, n.d.r.)? È ingeneroso.

Ora c’è il Parma in questa situazione, mi auguro non ci sia mai il Cesena. Se ci paragoniamo agli operai da 800 euro al mese siamo perdenti, ma pochi calciatori vivono di rendita. Io vengo da Livorno, la mia fede di sinistra è inattaccabile, papà camionista e mamma casalinga, non avevamo vestiti o scarpe firmate, a Natale c’era un regalo solo fra me e mio fratello da dividere. Vado orgoglioso di quei giorni, non accetto lezioni di vita. Se in questo sistema guadagniamo bene, lo meritiamo. Dal fallimento perderei un milione e 300 mila euro, non sono così ipocrita da dire che non mi servono: è una battaglia di gruppo, e io ne sono il capitano. Non ci siamo spaccati sulla messa in mora: abbiamo deciso che ognuno potesse fare quello che riteneva utile per sé. Servono almeno 10 milioni? Forse, per tre mesi di esercizio provvisorio. Ma la vedo dura, le assemblee di Lega sono peggio di quelle di condominio. Noi vogliamo ancora giocare, a porte aperte. Aspettiamo venerdì e poi vedremo: dentro o fuori. Altri rinvii no, sarebbero una farsa. Manenti? Ci ha fatto vedere un documento intestato in cui gli garantivano 100 milioni. Ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: siamo rovinati. Per fortuna non gli abbiamo prestato soldi: quelli della nostra cassa comune li abbiamo dati in beneficenza a una bambina che aveva bisogno di aiuto».