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Gazzetta dello Sport - Manenti è una furia: "Tavecchio e Pizzarotti vogliono il fallimento. Chiedo garanzie"
venerdì 13 marzo 2015, 08:03La Rassegna Stampa
di Giuseppe Emanuele Frisone
per Parmalive.com

Gazzetta dello Sport - Manenti è una furia: "Tavecchio e Pizzarotti vogliono il fallimento. Chiedo garanzie"

E' un fiume in piena Giampietro Manenti, presidente del Parma, che ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport: "Perché non ho ancora pagato? C’è la Procura che sta lavorando e io devo avere garanzie: non posso buttare via i soldi di altre persone. Se il 19 viene dichiarato il fallimento, il mio investimento finisce nella pattumiera. Il denaro c’era, e c’è ancora, ma servono garanzie. Il 16 febbraio alle otto di sera i bonifici sui conti correnti dei tesserati erano stati fatti attraverso la banca Monte Paschi, ma sono stati annullati martedì mattina. Ho telefonato alla sede centrale di Siena, a Bologna, all’Ufficio Estero, ma nessuno mi ha dato spiegazioni. Ho fornito un codice inutilizzabile? Il codice era stato generato nel momento in cui erano stati accettati i bonifici... Poi vorrei capire come mai un istituto di credito va a parlare con i clienti e non con l’interessato, cioè io, che ha ordinato l’operazione". Manenti tenta poi di far capire che i "tempi tecnici di cui ha sempre parlato sono stati più lunghi del previsto: "Presto ci sarà il passaggio finale, ma consideri che alla Camera di Commercio il Parma risulta ancora di proprietà della Dastraso. Serve tempo perché siano formalizzate certe operazioni. Intanto abbiamo ripristinato tutti i servizi, dalla mensa alla lavanderia. Abbiamo rifatto il campo del Tardini. E avevamo la disponibilità finanziaria per la gara contro l’Udinese, poi rinviata, per la successiva trasferta di Genova e per la partita di domenica scorsa contro l’Atalanta. Garantisco che metteremo qualcosa per i dipendenti prima del 19 marzo. È già nel piano di risanamento, un piano di risanamento che sarà difficile smontare anche da parte della Procura. E quel piano sarà la salvezza del Parma. A meno che i miei soci occulti non vogliano il fallimento...parlo di Tavecchio e Pizzarotti. Il presidente Tavecchio e il sindaco Pizzarotti. Si comportano come se facessero parte della società, allora tirino fuori i soldi. Tavecchio ha garantito che c’è un fondo americano disposto a investire nel Parma e ha detto che non intende parlare con me. Lui e Pizzarotti, al momento, stanno facendo come Totò e Nino Taranto che volevano vendere la Fontana di Trevi a un turista americano. Il club non è loro, che trattative vogliono intavolare?". Resta una domanda: come mai Manenti ha acquistato un club che si sapeva essere fortemente indebitato? "Era una situazione gestibile, poi il clamore mediatico ha fatto saltare il banco. Diciamo che è successo il finimondo e che dal 9 febbraio io non sono mai riuscito a lavorare. Ho chiuso il conto di Mapi Group perché avevo problemi con la polizia. Molti giornalisti erano andati nella sede della banca a chiedere informazioni e in Slovenia pretendono la massima riservatezza.

Il viaggio a spese del Parma? «La fattura di 1.600 euro è intestata alla Eventi Sportivi. Dovevo far stimare il marchio della società e il centro sportivo: in Italia mi avevano chiesto 65 mila euro per questo lavoro. Ne ho risparmiati 63.400. Come ho comprato la società? Contatto Pietro Leonardi domenica 1 febbraio 2015. Mi dice che la società non è in vendita. Il giorno dopo mi chiama lui e mi mette in contatto con Pietro Doca, l’amministratore della Dastraso. In poche ore sistemiamo tutto. Portare i libri in tribunale? Oggi (ieri, ndr) sono stati consegnati alla cancelleria fallimentare i bilanci degli ultimi tre anni e lo stato patrimoniale del club a tutto febbraio 2015. Ma io credo nel salvataggio, a differenza dei miei due soci
occulti. I soldi arrivano dall’Italia e dall’estero. Nessun rischio riciclaggio. I soldi sono tracciati correttamente e non esiste neppure l’ostacolo dell’embargo dell’Unione Europea verso i capitali provenienti dalla Russia. Sono denari presenti già sul suolo italiano. Sono soldi che vanno a copertura dell'intero debito netto; pagheremo il 20 marzo. Vediamo che cosa succede il 19 marzo con l’udienza pre-fallimentare. Se il tribunale dichiarasse il Parma fallito, avrebbe ragione il mio socio Tavecchio. Ma io non credo che vada così: se fosse rimasto della Dastraso, il Parma sarebbe fallito in poco tempo. Forse quello era il disegno. Ma con il fallimento i dipendenti vanno tutti a casa. Lo sanno Tavecchio e Pizzarotti?". Manenti, tra l'altro, ha rischiato il linciaggio da parte dei tifosi: "Mi sono vergognato per loro. Ma si rendono conto che se il Parma è in queste condizioni non sono io il responsabile? Comunque quell’assedio era stato organizzato e pilotato. Anche se non so da chi. Ghirardi? Non lo conosco. E se fosse dietro di me, in questa situazione sarei un pirla".