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Gazzetta dello Sport - Mirante: "Potevo andare via, ma ho preso un impegno"
domenica 26 aprile 2015, 08:31La Rassegna Stampa
di Giuseppe Emanuele Frisone
per Parmalive.com

Gazzetta dello Sport - Mirante: "Potevo andare via, ma ho preso un impegno"

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il portiere del Parma Antonio Mirante ha ripercorso la stagione dei gialloblu, proprio nel giorno in cui la retrocessione del Parma potrebbe diventare aritmetica. In caso di mancata vittoria contro il Palermo, infatti, oggi il Parma scivolerebbe in serie B se l’Atalanta dovesse vincere. Ecco le parole di Mirante: "Finora non ho mai parlato perché farlo sarebbe stato come sparare sulla Croce Rossa. Quello che hanno fatto al Parma non è da uomini. Questa esperienza ci ha insegnato a non credere sempre a tutto quello che viene detto. E ho riscoperto valori che a volte vengono sopraffatti dalla materialità della quotidianità".

I giocatori sono parte lesa, ma gli altri dipendenti sono ancor di più la parte debole:
"Vero, noi abbiamo dato la forza anche a loro, abbiamo avuto l’occasione di farlo per aiutarli a credere in un futuro".

Ha mai pensato di smettere?
"Ti viene la nausea, ti manca il divertimento del campo, ma non ho mai pensato di smettere. Lasciare il Parma? Potevo andare via a inizio stagione, ma ho preso un impegno e voglio portarlo a termine. Il futuro non lo conosciamo, non sappiamo se ci sarà: non abbiamo certezze, e questo crea malumori e sconforto. Ma tra noi ci siamo rafforzati. L’atmosfera è cambiata, prima sentivamo mancarci la terra sotto i piedi, adesso lavoriamo con il sorriso e sentiamo meno la fatica".

Vi hanno pignorato un po’ di tutto, si è sentito come tornare indietro alle prime società in cui ha giocato?
"Ho capito cosa hanno provato i miei colleghi delle serie minori… Penso agli inizi, mi guardo le ginocchia e le cicatrici mi ricordano i campetti in terra battuta dove ho iniziato con il Club Napoli di Castellammare di Stabia. Ho sempre fatto il portiere, avevo provato a fare l’attaccante ma alla fine mi mettevano in porta".



Sempre affezionato alla Juve Stabia?
"Sempre, appena posso vado a vedere una partita con i miei. Speriamo nei playoff per tornare in B".

Come gestisce il suo tempo libero?
"Ho provato con il golf, sport ideale per rilassarsi. Ma non ero granché: in campo è il mio migliore amico, ma sul green non va mica bene… Quindi ho virato sulla console: mi piace fare il deejay, adoro la techno. Che dicono i vicini? Vivo in centro, cambierò casa (ride, ndr). Abbiate pazienza un paio di mesi, la stagione sta finendo. Anche il cane, Hugo, un bulldog inglese, l’ho portato dai miei. Volevo stare solo a casa in questo periodo. Così potevo sbattere la testa contro il muro tranquillamente…".

Come si passa dall’accarezzare il sogno Mondiale all’ultimo posto in A da falliti?
"Serve forza di volontà, ho avuto la fortuna di lavorare con persone vere. Tutti sanno che pensiamo solo al campo ormai. Prima non ci riuscivamo e c’è il rammarico per i punti lasciati indietro, le cose potevano andare diversamente".

Il 10 maggio arriva il Napoli, ultima sfida casalinga contro una grande:
"E’ sempre particolare affrontarlo per me. Mi auguro che vadano in Champions e che si giochino l’Europa League fino alla fine. La piazza se lo merita. La gioia contro la Juve? Sì, è la più grande gioia di questa stagione e vanto allo stesso tempo dopo un’annata così. In sintesi, adesso mi sento forgiato e logorato dopo questa stagione. Ma andiamo avanti, a testa alta, come sempre".