Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre alessandriaascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / parma / Interviste
Melli su Ghirardi: “Avevo dubbi da 4-5 anni, ma tutti si auguravano un intervento della madre”
lunedì 25 maggio 2015, 23:41Interviste
di Michele Bugari
per Parmalive.com

Melli su Ghirardi: “Avevo dubbi da 4-5 anni, ma tutti si auguravano un intervento della madre”

Ospite della trasmissione “Calcio & Calcio”, in onda su Teleducato, il team manager del Parma Sandro Melli ha spiegato inoltre perché ha deciso di non abbandonare il Parma: “Non me ne sono andato perché mi sembrava sbagliato uscire da una società che è la mia famiglia e abbandonare la barca. Mi sembrava sbagliato uscire e guardare tutto dalla televisione, dando giudizi da fuori, però non giudico negativamente chi ha lasciato perché ne aveva diritto. Cassano? Non lo condanno perché era suo diritto e ci ha lasciato dei soldi. Per quanto mi riguarda all’interno degli uffici la mia voce si sentiva ed ero sicuramente uno dei motivi di disturbo sotto tanti aspetti. Infatti, per vie traverse, sono stato più volte richiamato all’ordine per questo. È vero che sono conosciuto a Parma, però faccio il team manager e anche se avrei potuto alzare la voce non era facile, bisognava avere delle prove e poi speravo che la cosa si risolvesse. C’era la speranza un po’ in tutti che la madre di Ghirardi tirasse fuori i soldi. Poi c’era anche mia moglie come avvocato del Parma e non è stato facile. Lei aveva un rapporto di amicizia con il presidente ed è quella più delusa di tutti forse”.

Su Ghirardi e Leonardi - “Le dimissioni di Ghirardi? Secondo me era convinto di aver fatto un errore e di avere una situazione delicata tra le mani, quindi ha fatto un colpo di teatro, non so se studiato, per passare come vittima di quella situazione. Stiamo parlando di due persone (Ghirardi e Leonardi, n.d.r.) che vivono per l’immagine. Dopodiché è stato inserito in società il dott. Schinelli dalla Leonessa per, come ci era stato detto, risanare la situazione e questo ci ha rassicurato. Poi abbiamo capito che in realtà era entrato per mettere in vendita la società. Da lì non ho più conoscenza di cosa è successo con Taçi e quali fossero le sue intenzioni. Io mi sono fatto questa idea sulla gestione del presidente: prima scappare e poi rientrare e mettere l’azienda in vendita. Io non ho più sentito Ghirardi dal giorno in cui è uscito di scena, prima di Parma-Lazio, quando ci annunciò, con Giordano, la vendita a questo gruppo di russo-ciprioti. Leonardi non l’ho più sentito dalla risoluzione del contratto. Ogni settimana però mando un messaggio a Ghirardi e Leonardi per aggiornarli sulla situazione, come un bollettino. Per ricordargli che io non dimentico. Non ne sono certo, ma penso che la vendita a Taçi sia stata fatta dai professionisti della famiglia Ghirardi e non da lui in persona. Noi siamo venuti a conoscenza della vendita prima della partita con la Juventus, poi la comunicazione ufficiale è arrivata prima della Lazio, quando Leonardi ci è venuto a dire che la società era praticamente stata venduta a un gruppo russo-cipriota. Su Ghirardi comunque avevo sospetti e dubbi da 4-5 anni, però quello che noi tutti ci auguravamo era un intervento della madre, che prima o poi prendesse le chiavi del Parma e ne cambiasse la gestione”.

Sul mercato di gennaio - “Sinceramente non credevo a nessuna di quelle voci di mercato, come Giovinco, Pato… Perché difficilmente questo tipo di giocatori sarebbe venuto a Parma. Non c’era una proprietà, non c’era un presidente. Leonardi era fisso a Milano e Taçi non l’ho più visto. Sentivo mille voci, ma poi dopo due mesi è rispuntato Leonardi con Manenti…”.

Su Donadoni - “Come ho detto prima, credo che Donadoni insieme al suo staff abbia le sue responsabilità fino al 15 novembre, perché comunque è un professionista e sa benissimo anche lui che probabilmente ha commesso qualche errore. A mio avviso dal 15 novembre in poi chi non viveva la situazione da dentro non può capire com’era la situazione. Se dovessi scegliere un allenatore per la Serie B direi Guidolin tutta la vita, gliel’ho anche detto l’altro giorno… ”.

Di nuovo sul futuro - “Amo il calcio di una volta e se potessi scegliere mi sceglierei un presidente italiano, con delle basi solide e che ci metta la faccia, con la sua azienda. Per esempio uno come Zanetti. Però è anche vero che siamo in una situazione in cui non possiamo scegliere noi, abbiamo dei problemi e quindi ben venga chiunque, perché poi è sempre difficile essere sicuri. Ho incontrato alcuni industriali di Parma, circa un mese e mezzo fa, e da quello che ho capito la Serie B non rientrava nelle loro idee. Ne ero consapevole ma speravo di riuscire a far cambiare idea a qualcuno. Ho preso qualche caffè con Baraldi, è una persona che ama il Parma e vuole avere conoscenza della situazione. Fino ad adesso ho cercato di rimanere aggrappato all’idea di andare in Serie B, ho parlato con tantissime persone, così come hanno fatto anche alcuni giocatori e stiamo cercando il modo per riuscirci. L’abbiamo fatto sotto l’aspetto economico e lo stiamo cercando di fare trovando qualcuno che faccia uno sforzo importante. Diamo atto ai curatori in primis che stanno facendo il massimo e a tutte le persone che stanno lavorando per permettere al Parma di andare in B. Ho parlato con gli imprenditori della Serie D ed è un progetto affascinante per certi versi, ma io amo il Parma e sinceramente spero di rivederlo in B”.