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MA CHE COLPA ABBIAMO NOI?
sabato 30 gennaio 2016, 10:58Punto di Vista
di Giovanni Cimino
per Tuttoreggina.com

MA CHE COLPA ABBIAMO NOI?

In molti, negli ultimi tempi, si erano affrettati a giudicare quanto meno discutibile la "comunicazione" esterna dell'ASD Reggio Calabria. Tralasciando il fattore tecnico, con intenzioni di primo posto sbandierate dopo vittorie e riposte nel cassetto dopo sconfitte o anche qualche scelta di campo MOLTO discutibile, la questione Sant'Agata, così come quella della denominazione o anche qualche situazione sin troppo poco trasparente in chiave mercato, gli ultimi giorni hanno visto incrociarsi da una serie di direzioni, una serie di attacchi se non sospetti, sin troppo accaniti a colpire qualcosa che con lo sport poco ci azzecca.

Giusto, giustissimo che la società intervenga in modo tempestivo sulle voci che la davano in sostanziale frantumi, giusto anche che esprima ogniqualvolta la propria opinione in merito ai fatti che vengono dibattuti tra i tifosi, senza ergersi in eremi inaccessibili per i comuni mortali, anzi ben venga tutto questo: siamo nell'era della comunicazione 24 h su 24, una società di calcio deve comunicare costantemente con il proprio tifo. Insospettisce, piuttosto, questo accanimento contro quella che oggi e almeno sino al prossimo maggio, sarà la principale squadra di calcio di Reggio Calabria e lo scrive chi qualche mese fa ha avuto qualcosa da far notare alla nuova dirigenza. Di errori, questi dirigenti, ne hanno commessi abbastanza in questi mesi, alcuni troppo ingenui (ci atteniamo ovviamente alle scelte tecniche), ma metterli nel mirino, spesso e volentieri per un bieco e utilitaristico obiettivo, appare onestamente fuori luogo, in questo momento sopratutto. E sia chiaro che non ci sono regie occulte o personaggi che lavorano nell'ombra: l'ASD, chi per questo e chi per quel motivo, oggi è da attaccare, domani chi lo sa. Senza dimenticare che, il tifoso non deve ringraziare concedendo tutto a Mimmo Praticò e soci, ma senza di loro, di Reggina non si sarebbe più parlato per un anno intero o forse chissà per quanto: un merito non di certo indifferente.

Questi siamo e questi dobbiamo essere, sino a maggio sarà così, critiche e non critiche. Primo posto o no, la nuova Reggina deve ripartire da queste latitudini e dovrà farlo anche la vecchia Reggina, qualora decidesse di tornare a fare il "calcio dei grandi" (siamo certi di quello che diciamo, in serie D la Reggina Calcio non si iscriverà mai e poi mai, anche se ci fosse la reale possibilità). Inutile buttare oltremodo la croce su questa dirigenza, che comunque deve destreggiarsi tra difficoltà, diffidenza e risultati sotto le aspettative, inutilissimo parlare ora di nomi e denominazione, perché sino a maggio non cambierà nulla, ma piuttosto cercare di essere il più sinceri e trasparenti possibili sugli scenari che si presentano in tal senso.

La serie D, questa serie D, è un palcoscenico che non esalta e che non stuzzica la fantasia di nessuno, ma che colpa, al di là degli errori, hanno i signori che hanno deciso di prendere pallone e magliette e di provare a far risplendere la Reggina?