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Fedele (cardiologo) sul malore a N'Dicka: "Caso diverso da Morosini, continuerà a giocare"
Francesco Fedele, primario in Scienze Cardiovascolari, Respiratorie, Nefrologiche e Geriatriche presso il Policlinico Umberto I di Roma è stato intervistato dal Corriere della Sera in merito a quanto è avvenuto al calciatore Evan N'Dicka in occasione di Udinese-Roma.
Professore, che idea si è fatto?
"Il calciatore per fortuna non ha perso conoscenza, per cui non c’era un’aritmia grave. Non so cosa abbiano visto nell’elettrocardiogramma, si è parlato di fibrillazione atriale e per questo è stato portato in ospedale".
Il pensiero di molti, però, è andato a Piermario Morosini.
"Era l’anniversario della sua morte, ma lì la situazione era diversa. Sotto i 30 anni è difficile che ci sia un infarto, e se avviene dipende da altre situazioni che devono essere intercettate. Davide Astori, ad esempio, aveva una displasia al ventricolo destro ed è morto nel sonno per una forma di miocardiopatia".
Il protocollo è stato seguito in maniera corretta?
"Non c’è stata perdita di conoscenza, erano andati con il defibrillatore ma per fortuna non c’è stato bisogno. I protocolli sono stati perfetti, l’intervento è stato tempestivo, a paziente cosciente non si fa niente, Ndicka non aveva problemi di respirazione. Dopo l’elettrocardiogramma, che avrà mostrato qualche problema, per escludere l’infarto è stato portato in ospedale per la Tac".
Che ha evidenziato uno pneumotorace.
"Può essere stato provocato dalle botte subite sul torace. Il dolore è forte, come una pugnalata e con il respiro aumenta".
La carriera di Ndicka è a rischio?
"I tempi di recupero dipendono dall’entità del pneumotorace, però il cuore è integro e il calciatore continuerà a svolgere la sua attività".
Professore, che idea si è fatto?
"Il calciatore per fortuna non ha perso conoscenza, per cui non c’era un’aritmia grave. Non so cosa abbiano visto nell’elettrocardiogramma, si è parlato di fibrillazione atriale e per questo è stato portato in ospedale".
Il pensiero di molti, però, è andato a Piermario Morosini.
"Era l’anniversario della sua morte, ma lì la situazione era diversa. Sotto i 30 anni è difficile che ci sia un infarto, e se avviene dipende da altre situazioni che devono essere intercettate. Davide Astori, ad esempio, aveva una displasia al ventricolo destro ed è morto nel sonno per una forma di miocardiopatia".
Il protocollo è stato seguito in maniera corretta?
"Non c’è stata perdita di conoscenza, erano andati con il defibrillatore ma per fortuna non c’è stato bisogno. I protocolli sono stati perfetti, l’intervento è stato tempestivo, a paziente cosciente non si fa niente, Ndicka non aveva problemi di respirazione. Dopo l’elettrocardiogramma, che avrà mostrato qualche problema, per escludere l’infarto è stato portato in ospedale per la Tac".
Che ha evidenziato uno pneumotorace.
"Può essere stato provocato dalle botte subite sul torace. Il dolore è forte, come una pugnalata e con il respiro aumenta".
La carriera di Ndicka è a rischio?
"I tempi di recupero dipendono dall’entità del pneumotorace, però il cuore è integro e il calciatore continuerà a svolgere la sua attività".
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