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3 maggio 2014, la finale di Coppa Italia fra Napoli e Fiorentina. Gli spari a Ciro Esposito
Sabato 3 maggio 2014, all'Olimpico di Roma, c'è in programma la finale di Coppa Italia fra Fiorentina e Napoli. C'è però un clima di tensione, in particolare fra i tifosi azzurri e quelli romanisti. Così c'è un corteo di tifosi napoletani che percorre viale di Tor di Quinto, direzione stadio, scortato dalla polizia. Si sentono però alcuni colpi di pistola - sette - con tre ultrà napoletani che cadono a terra. Gli scontri avvampano, perché migliaia di persone assaltano le forze di polizia, distruggendo due auto e un blindato. Sul campo di battaglia ci rimane Ciro Esposito, tifoso napoletano, le cui condizioni sono disperate sin dal principio. A sparargli è stato un ultrà romanista, Daniele De Santis, noto per avere fatto sospendere dieci anni prima il derby a causa della diffusione della fake news di un bambino travolto e ucciso fuori dall'Olimpico.
La finale si giocò comunque, con delle trattative fra la polizia e Gerry 'a Carogna, uno dei capi ultrà del Napoli che indossava la maglietta "Speziale libero", in sostegno all'ultrà condannato per la morte di Filippo Raciti del 2 febbraio 2007. Ciro Esposito morirà 53 giorni dopo nel reparto di Rianimazione dell'Ospedale Gemelli dove era ricoverato.
La morte sopraggiunse "per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali", precisò Massimo Antonelli, direttore del Centro rianimazione del Gemelli, che espresse, a nome di tutto il reparto, "profondo cordoglio e vicinanza ai genitori di Ciro in un momento di dolore per la perdita del proprio figlio". Fiorentina-Napoli, per la cronaca, finì 1-3.
La finale si giocò comunque, con delle trattative fra la polizia e Gerry 'a Carogna, uno dei capi ultrà del Napoli che indossava la maglietta "Speziale libero", in sostegno all'ultrà condannato per la morte di Filippo Raciti del 2 febbraio 2007. Ciro Esposito morirà 53 giorni dopo nel reparto di Rianimazione dell'Ospedale Gemelli dove era ricoverato.
La morte sopraggiunse "per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali", precisò Massimo Antonelli, direttore del Centro rianimazione del Gemelli, che espresse, a nome di tutto il reparto, "profondo cordoglio e vicinanza ai genitori di Ciro in un momento di dolore per la perdita del proprio figlio". Fiorentina-Napoli, per la cronaca, finì 1-3.
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