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Spalletti: "Ci crediamo più bravi di quello che siamo, l'allenatore è il primo colpevole. Modificherò qualcosa, non c'è altra strada". VIDEO!TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 26 settembre 2016, 09:36Interviste
di Marco Rossi Mercanti
per Vocegiallorossa.it

Spalletti: "Ci crediamo più bravi di quello che siamo, l'allenatore è il primo colpevole. Modificherò qualcosa, non c'è altra strada". VIDEO!

Spalletti a Sky Sport

"Va considerata la squadra, ci siamo allungati troppo e la difesa ha reagito come reparto solo. La squadra non ha trovato le distanze giuste per aiutare la difesa. Cattiveria? Un po' di determinazione ci manca, ci sta di sbagliare qualche occasione importante. Oggi le occasioni sbagliate potevano direzionare la partita. Poi noi abbiamo concesso la prima e il Torino è stato bravo a sfruttarla. Noi abbiamo visto troppe volte che abbiamo di squadra alti e bassi nel lungo periodo. Non è l'episodio che mi interessa, ma lo storico. Con me e con altri allenatori. Quando viviamo l'entusiasmo di una piazza fa di più di quello che normalmente accade. Invece alle prime difficoltà si abbassa e va in confusione. Alti e bassi mentali? Sì, perché va ad essere interessata la natura tecnica. Ma è sempre da un po' di presunzione di aspettare che le cose accadano da sole perché ho un nome, un blasone, una qualità. La direzione del successo non è così. È la strada opposta. Totti? In quel momento gli ho chiesto di stare basso, non doveva ingolfarsi nel traffico della difesa del Torino. Lì c'era troppa densità se facevi la scelta da cinque metri dietro era meglio. Purtroppo la nostra storia dice che non riusciamo a mantenere un livello di impegno e di sforzo nei duelli della partita, nella corsa, nell'aiutarsi. Abbiamo alti e bassi e questo va tolto durante la settimana. L'allenatore, se c'è questo, è il primo ad essere colpevole. Non li fa abituare ad avere un andamento regolare".

Spalletti a Roma TV

“La mia analisi è quella che abbiamo fatto una partita dove tatticamente ci si poteva prendere dei vantaggi poi però nelle letture siamo stati un po' lenti, nella qualità di gioco poco precisi, poi nell'impegno e nel sacrificio loro ci hanno messo qualcosa di più nel veleno e nel saper sfruttare l'occasione, è giusto che abbiano vinto. Siamo stati poco cattivi, per cui qui ho la maggiore responsabilità per la sconfitta, se un allenatore non riesce a farci mettere quel sacrificio lì a cui si è alluso loro e prevalga la mente folle di qualcuno, se si pensa che le cose cambieranno perché io sono più forte del mio avversario, allora l'allenatore deve cambiare qualcosa. Limite caratteriale? È un limite di gestione di queste menti che hanno probabilmente delle idee distolte dentro la testa di quello che invece deve accadere durante le partite, si fa sì che poi questi pensieri sbagliati prevalgano sulle giuste conoscenze, dobbiamo alzare il livello quotidiano per ricercare queste qualità e queste caratteristiche che poi vanno nella direzione della vittoria, vince chi s'impegna di più, qualche volta sì, può anche vincere il più forte, ma quando c'è da mettere un numero dentro partite più lunghe, allora si hanno questi alti e bassi e non si vince niente. Cosa non va? È un gioco che prendo malvolentieri, ci siamo allungati troppo a un certo punto, non sostenevamo le distanze tra i reparti, la difesa ha dovuto come reparto da solo e di conseguenza la lettura è più globale e generale, non del singolo che ha sbagliato gol. Quella che deve essere una ricerca di sintonia si fa attraverso la squadra, all'atteggiamento della stessa”.

Spalletti in conferenza stampa

“Non snobbo mai nessuno quando ci sono le difficoltà, se riesci a mettere la qualità superiore che hai, un po' d'impegno, un po' di sforzo si prende quella direzione lì, se invece non sfrutti le occasioni e gli altri le sfruttano si fa tutto più difficile. In generale, dovevamo fare di più, dovevamo far camminare la partita su binari diversi da dove ha viaggiato. La sconfitta non ridimensiona niente, so benissimo quello che ci penalizza in base al nostro modo di ragionare sulla partita ma questo viene dalla lettura di uno storico della Roma, pure di quando c'ero io e quando sono tornato, ci sono dei momenti dove ci sono delle impennate di qualità e altre no, delle volte godiamo del sostegno della piazza e riusciamo a mantenere un livello di rendimento e di risultati, finché poi non si perde la partita e invece di andare a usare quelle caratteristiche dell'impegno, del saper raschiare, dello sforzo, del sacrificio, nella lunghezza questo ci crea difficoltà, non ce la facciamo. Dobbiamo toglierci questo vizio, è colpa mia sono il primo responsabile, questi alti e bassi non vanno più bene e bisogna cambiare quello che pensano alcune menti deboli che tanto io vesto questi colori, noi siamo la Roma e le cose andranno bene, eh no si aspetta che le cose avvengano perché siamo la Roma e siamo forti. No, dobbiamo impegnarci sempre e queste cose le abbiamo fatte sempre vedere e qua è colpa dell'allenatore, con voi gioco anche qualche volta perché è giusto anche così. Lo so quello che bisogna fare, i giocatori li ho scelti io, rimarranno sino a fine anno e per me sarà un piacere lavorare anche nel momento del dolore. Modificherò qualche cosa, non si può andare avanti così, l'anno scorso abbiamo fatto un periodo bellissimo. Alcune vedi che usi quel determinato telaio, altre volte invece no, giochi come oggi, non si mette sul campo quella che è la qualità della squadra o la ricerca delle distanze, sono tutte cose un po' scollegate che poi prese singolarmente sono accadute, ma non devono accadere. Ci siamo allungati in alcuni momenti e questo non va bene, è un discorso collettivo, ti capitano quelle 2-3 occasioni che non sfrutti perché poi si lasciano passare certe cose. Noi vestiamo dei colori bellissimi e tutti dobbiamo essere orgogliosi, Sinisa ha detto bene, loro hanno dato qualcosa in più, l'impasto di Sinisa è stato diverso da quello che ho fatto io. Si modificherà qualcosa, non c'è altra strada, con me o senza me, con altri più bravi, accadono sempre le stesse cose. Tagliavento? Bravissimo, c'ho discusso solo perché non ributtavano le palle i raccattapalle e questi atteggiamenti fanno del Torino un club vecchio e ho incalzato il quarto uomo, mentre l'arbitro ha brontolato con me e io gli ho detto che sarebbe antisportiva questa cosa. Dopo ho anche detto all'arbitro che l'avrei raccontata questa cosa, noi non dobbiamo farlo in casa nostra e nemmeno loro, tanto la partita ormai era incanalata in un certo modo e Tagliavento se l'è venuta a prendere con me, però poi loro sono stati sicuramente bravi in campo, non hanno sbagliato niente. Non riusciamo a mettere più qualità contemporaneamente, poi abbassiamo questo, abbassiamo quell'altro, il risultato è negativo, poi rimanca la prestazione, poi andiamo bene. In generale ci sono delle menti che pensano che poi vada tutto da solo ed è lì che bisogna intervenire, se le cose non le fai accadere te, allora ci sarà qualcuno che le mette a terra e le controlla. Oggi abbiamo fatto vedere che come dice lo storico della Roma, lo dico un'altra volta, siamo discontinui, una volta si fa bene, poi si fa male, poi ci facciamo portare via la palla e gli concediamo il gol. Se non si usa il massimo delle potenzialità che si hanno, l'allenatore è il primo responsabile e va cambiato se le cose accadono per un lungo periodo. Belotti? È un bomber di quelli veri, se fosse rimasto nello stesso posto dove poi doveva vedersela nel duello, ha sfruttato il tempo e si è ritagliato lo spazio dove è stato premiato, complimenti a lui”.

Spalletti a Premium Sport

“Secondo me c’è sempre lo stesso vizio, non conta casa o trasferta, è sempre questo credersi più bravi di quello che si fa vedere, viene da come ci si atteggia nel preparare le cose. L’andamento storico la dice lunga sull’ordine che decide l’allenatore”.