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TRIGORIA - Spalletti: "I brutti risultati dipendono da me, non dai giocatori. Bisogna eliminare situazioni che portano via energie. Se sta bene, Totti dall'inizio". FOTO!TUTTO mercato WEB
© foto di Alessandro Carducci
giovedì 29 settembre 2016, 08:30Interviste
di Gabriele Chiocchio
per Vocegiallorossa.it
fonte Dagli inviati Alessandro Carducci e Simone Ducci - Sky Sport

TRIGORIA - Spalletti: "I brutti risultati dipendono da me, non dai giocatori. Bisogna eliminare situazioni che portano via energie. Se sta bene, Totti dall'inizio". FOTO!

Alla vigilia del match contro l'Astra Giurgiu, Luciano Spalletti ha parlato a Sky Sport. Ecco le sue dichiarazioni: "Avremo sicurametne un ambiente non contento dell'ultimo andamento in fatto di proposta. Bisogna dare un segnale forte, convincente, di vittoria e di gioco. Europa League palcoscenico ideale? Abbiamo fatto vedere che in Europa alterniamo una prestazione di livello della squadra che siamo a cadute di qualità per le possibilità che abbiamo. Sono partite importantissime per farsi un'esperienza, un livello sotto il quale non possiamo scendere. L'Astra ha entusiasmo, ha un allenatore abituato a cambiare, a saper leggere momenti, bisogna fare la Roma e fare subito qualità dal primo momento. Totti? Francesco ha un problemino dietro una coscia che penso sia stato risolto, oggi ci sarà la prova definitiva per sapere se giocherà dall'inizio oppure no".

Queste invece le dichiarazioni in conferenza stampa.

"Di situazioni nuove, riguardo gli ultimi periodi, non ce ne sono".

Ha visto l'Astra Giurgiu? Che pericoli si deve aspettare la Roma?
"L'abbiamo vista e ne abbiamo parlato coi collaboratori. Poi abbiamo Lobont, l'abbiamo tirato dentro a un'analisi approfondita. C'è da dire che hanno vinto le ultime due partite, si va sempre dietro l'entusiasmo del momento, è una squadra in salute mentale e fisica. Sumudica è un allenatore che ha fatto una carriera particolare, ha cambiato spesso squadra. È abituato a organizzare situazioni, sa cambiare veste alla sua squadra, gioca con i 3 e i 4 dietro, questo è un club che ha vinto il campionato l'anno scorso. Ha dei giocatori che hanno fatto un decorso internazionale sotto l'aspetto di partite giocate, di carriera professionale. Ha questo centravanti, Alibec, che è un giocatore interessante, lui ha detto che non ha firmato nulla ma è nell'occhio dello Steaua ed è sorretto in questa parte di carriera. Ha colpi, è forte fisicamente, porta dentro palla per andare al tiro. Può mandare dentro i compagni e finalizzare l'azione. Poi altri giocatori dietro, soprattutto Fabricio che comincia l'azione, che sa giocare. Verranno a fare una partita di attesa e attenzione, bravi a sfruttare situazioni che possono capitare. Diventa insidioso perché si metteranno lì, chiusi, a non dare spazi, a verticalizzare dritto per dritto. La stessa tipologia di ricerca di quando si gioca con una squadra più forte, la Roma è più forte ma va messo in pratica".

Come ha visto la squadra dopo Torino? Come avete lavorato in questi giorni?
"La squadra è dispiaciuta per la prestazione. Quando faccio riferimento che qui a Roma è tutto doppio, quando perdi queste partite te le senti. Le analisi vanno approfondite ma non devono incutere timore, ci sono stati nel passato segnali di timore e che la squadra subisce il momento che sta attraversando a livello ambientale. La tifoseria non sarà contenta del nostro gioco attuale, dei nostri risultati. In questa presa di posizione voglio, come ho già detto, essere quello che approfondisce più dettagliatamente senza caricare la squadra da un punto di vista fisico, di testa. Ci vuole dialogo e conoscenza per trovare le situazioni, abbiamo espresso un comportamento di squadra, siamo stati in campo e ci siamo allenati. Serve recupero, perché serve recupero. In questo giorno qui, in queste 36-48 ore prima di arrivare alla partita bisogna alleggerire il carico, si fanno recuperare, si portano alla partita e si riva dentro il lavoro. I ragazzi sono consapevoli. Noi siamo professionisti, ci dobbiamo comportare in modo inappuntabile come impegno. Loro hanno voglia di rimettere a posto le cose, ci sono delle cose da rimettere a posto".

È uno Spalletti buonista quello che stiamo vedendo, le scorie dell'eliminazione in Champions League pesano ancora? È deluso dei giocatori, si aspetta un riscatto?
"È chiaro che è una di quelle cose dure da buttare giù, ma tornare di nuovo lì vorrebbe dire fare un passo indietro. Vorrei rivolgermi soprattutto al futuro, perché è lì che passerò il resto della mia vita. La mia possibilità di rimanere a vivere a Roma passa da lì, dai prossimi risultati. Si guarda in quella direzione. Se pensassi di essere deluso di quello che i giocatori mi forniscono, la prima delusione deve essere verso me stesso. Io credo in loro. Fino a che rimarrò sarà così, è la mia squadra e sarà la mia squadra. Qualsiasi brutto risultato dipenderà dalle mie scelte. Non da loro, da me. Credo in questa squadra e ho potuto constatare che hanno delle qualità, sia professionali, calcistiche, di giocata, fisiche, sia mentali. Qualcuno ha anche un'età un po' diversa, è meno maturo. A volte si fa riferimento e ci si entra dentro per migliorare. È forte e rimarrà forte finché rimango".

Quando è arrivato a Roma, Zeman ha discusso la gestione di Totti. Castan si è lamentato della gestione. Sembra che un po' tutti si sentano in diritto di parlare della Roma. Perché questa società non riesce a meritarsi il rispetto della Juventus?
"Quando uno gioca nella Roma e per un motivo o per l'altro finisce in un club, probabilmente, di forza inferiore, ha sempre una reazione, come voler dipingere la sua forza superiore e che non dipenda da lui ma da qualcuno. Non lo so, non mi interessa neanche, conosco il lavoro della Roma e il mio lavoro, dobbiamo fare scelte e usare i calciatori che si ritiene più forti, posso trovare tutte le scuse che si vuole a un calciatore non titolare, ma il messaggio fondamentale è che lo ritengo più forte di quello che non uso. Al di là del pensiero e dell'esternazione di qualsiasi persona. Alla base ci deve essere un po' di attenzione, questo poi dipende da chi vuole accusare di qualcosa. So quello che devo fare, scegliere, tentare di creare una Roma più forte, posso vincere solo su quella strada, anche se ci sono situazioni determinate da quelli che sono i soldini. Tu penalizzi una cosa per rafforzarne un'altra, il senso è sempre quello di migliorare. Se ti riferisci ad altro non lo so, nel mio lavoro non ho bisogno di tantissimi collaboratori o di un numero di persone che interviene sul mio ruolo, ho bisogno di persone che hanno qualità, con le quali avere un buon rapporto, una buona possibilità di dialogo e arrivare alle risposte. Con questa società ce le ho. Purtroppo non voglio interferenze nel ruolo, così come io non interferisco nella società, tutti siamo uniti verso lo stesso intento, che è quello di fare risultati da Roma per il nostro pubblico".

La situazione finanziaria dell'Astra è difficile, giocano i soldi o i calciatori?
"Penso che molto dipenda dalla gestione del tecnico e di chi è a contatto con la società. Queste difficoltà a volte possono supportare una prestazione maggiore, i giocatori vogliono evidenziare di essere forti nella testa. I risultati dicono questo, nelle ultime 2-3 partite hanno fatto veramente bene. Dalle vittorie si ricevono spinte per quanto riguarda l'entusiasmo e non ci si casca, si è più attenti possibili, si cerca di vincere la partia per la nostra forza".

Possibile del turnover?
"Qualcosa si cambierà, anche perché c'è un'altra partita. Però non è che questi giocatori che si fanno giocare siano obbligatoriamente peggiori degli altri e si parla di turnover. Sono figli della Roma anche loro, giocatori della Roma, io domani sera voglio vincere la partita, faccio cambiamenti mirati all'intenzione sana di vincere. In funzione di Alisson è sicuramente così, Alisson è forte, e lo faccio giocare. Ci saranno altri giocatori tipo Paredes. Però questi hanno giocato l'ultima partita e questi saranno impiegati in toto? No, non è così. Turnover, ma è in base a quello che è un altro lupo, le riserve di undici lupi sono altrettanti lupi. Deve essere così".

Da domenica a mercoledì sono successe tante cose, dal KO col Torino alla decisione dei doppi allenamenti, poi ridotti. C'è stata un'intervista che ha minato la tranquillità, ricomposta dal tweet di Totti e dagli scherzosi auguri. Tutto questo ha tolto l'attenzione da una prestazione negativa o ha ricompattato la situazione?
"In tutto questo c'è stato anche lo striscione. Lì c'è la sintesi di tutto, è un messaggio di sostegno che mi fa enorme piacere. È un po' una lettura, un richiamo di quello che loro vogliono fare, che sono obbligati a fare. Basta giochini o attenzione verso situazioni che non portano il beneficio alla Roma, che non fanno il bene dell'attenzione e il lavoro di chi lavora nella Roma. Loro chiedono unione, coesione, chiedono il rispetto per la Roma. Situazioni create ad arte che portano via energie o discussioni su altre questioni che non riguardano i risultati della Roma devono essere eliminate. Serve rispetto in generale, per la Roma. Noi dobbiamo rispettare la Roma, in questo senso qui sono obbligati a partecipare a questa conferenza stampa richiamando tutti all'ordine, quello è il senso giusto, l'indicazione giusta. Dobbiamo fare risultati perché siamo la Roma, stare attenti al nostro lavoro. Giochini che portano agli andazzi, basta. Giocate che danno senso alla qualità del gioco della Roma quante ne vogliamo".