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Rocchi: "Juve-Roma, su rigore Maicon mia gestione anomala, giusto ora un momento di pausa. Apprezzo le parole di Pallotta"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 20 ottobre 2014, 22:39Altre notizie
di Claudio Lollobrigida
per Vocegiallorossa.it
fonte raisport.rai.it

Rocchi: "Juve-Roma, su rigore Maicon mia gestione anomala, giusto ora un momento di pausa. Apprezzo le parole di Pallotta"

Il sito raisport.rai.it riporta un'anticipazione delle parole di Gianluca Rocchi, discusso arbitro dell'ultimo Juventus-Roma, che andranno in onda stasera a "Il processo del lunedì": "La mia gestione dell'episodio del rigore di Maicon è stata anomala, diciamo che una gestione non equilibrata della situazione ha creato tensioni tra i calciatori e nei confronti dell'arbitro.

Dopo aver rivisto la partita per valutare e rivedere come faccio sempre il mio operato, l'analisi più dura è stata proprio sul quell'episodio, quindi potrebbe essere questa la chiave di lettura per capire poi cos'è successo durante la partita".

Di seguito l'intervista integrale a Gianluca Rocchi nel corso del Processo del Lunedì.

"Prima della gara ero molto sereno, così come i calciatori. Poi una gara prende una determinata direzione in base agli episodi. Certo, sai che è una gara importante e che avrai delle difficoltà superiori alla media. Devi essere pronto a tutto ma con tranquillità.
Maicon? 
La mia gestione dell'episodio del rigore di Maicon è stata anomala. Dopo aver rivisto la partita per valutare e rivedere come faccio sempre il mio operato, l'analisi più dura è stata proprio sul quell'episodio.  Diciamo che una gestione non equilibrata della situazione ha creato tensioni tra i calciatori e nei confronti dell'arbitro, quindi potrebbe essere questa la chiave di lettura per capire poi cos'è successo durante la partita".

Quindi si assume la responsabilità della partita?
"Ho tanti difetti ma mi assumo sempre la resposabilità. Mi assumo la responsabilità di aver fatto delle scelte, almeno 5 di queste difficili ma noi siamo lì per decidere. Ho cercato di decidere nel miglior modo possibile, senza ripensamenti e senza dubbi. Quando prendi delle decisioni puoi creare un clima di tensione o comunque non accettazione e su questo punto di vistà ho certamente delle responsabilità".

Sull'episodio di Maicon ha pensato se avesse avuto la moviola?
"Non è una cosa su cui posso giudicare. Noi andiamo in campo con gli strumenti che abbiamo. Abbiamo gli auricolari, arbitri di porta, che sono un grande vantaggio. Io la moviola la guardo per vedere la mia partita e i miei errori. Per il resto non so cosa dire".

Qual è il rapporto che ha con i collaboratori?
"Siamo costantemente in contatto con tutti i componenti. Chi è in posizione migliore dà un suggerimento sempre che l'arbitro lo ritiene attendibile e l'ultima decisione è dell'arbitro".

Quindi l'ultima decisione è stata sua?
"Sempre, la decisione è sempre dell'arbitro. La responsabilità è dell'abitro".

Il violino di Garcia?
"Un gesto che da regolamento non possiamo tollerare anche se mi è dispiaciuto perché non fa mai piacere allontanare un allenatore. Ho ritenuto corretto doverlo fare ma ripeto il primo a essere dispiaciuto per allontanare un allenatore è l'arbitro. Però io sono lì per applicare un regolamento, non posso permettere un certo atteggiamento".

Le parole di Totti e le altre dichiarazioni?
"Non mi permetto di giudicare le parole dei calciatori e degli allenatori. Apprezzo le dichiarazioni del presidente della Roma, che ha voluto abbassare i toni. Atteggiamento da apprezzare".

La sudditanza psicologica? Cosa pensate voi arbitri quando arbitrate la Juventus?
"Quando arbitro la Juventus arbitro una delle tante squadre. Quando arbitro qualsiasi squadra arbitro allo stesso modo. Cerco di essere il più equilibrato possibile, senza guardare il colore della maglia o l'importanza della società. Questo è indiscutibile. Non si può arbitrare altrimenti".

Cosa l'ha ferita maggiormente? Mari chi dice che avrebbe dovuto arbitrare Rizzoli?
"Parlare di Rizzoli non è difficile, sarei stato d'accordo anche io. Ha diretto la finale di Coppa del Mondo, un collega che stimo tantissimo, probabilmente il più bravo del mondo. Dispiace che sembrava che non fossi in grado di farla. Un po' di storia ce l'ho, non era la prima volta che facevo Roma-Juventus e le altre volte è andata decisamente meglio. Un po' questo mi ha ferito ma poi alla fine conta il risultato. Quando la gara non va si dice che sarebbe stato meglio mandare un altro arbitro. Dispiace che la prestazione non sia stata ottimale, potevo fare meglio. Mi è dispiaciuto molto sentire giudizi non lusinghieri sulla designazione".

Juve-Roma le creerà problemi per la sua professione?
"Credo di no, mi auguro di no. Nella carriera di un arbitro ci sono momenti dove le cose non vanno come dovrebbero. Le qualità di un arbitro, così come quelle di un calciatore, non dipendono da una partita. Ci può essere un momento in cui magari la tua forma o la tua fortuna non girano nel mondo giusto. Corretto avere un momento di riflessione, di pausa, arbitrare partite di fascia inferiore per poi riproporsi, sempre se le tua prestazioni sono a livello alto".

Tra di voi arbitri cosa vi siete detti sapendo che avremmo fatto questa intervista?
"I colleghi sono come la famiglia, sanno cosa si prova in quel momento perché a rotazione ci si passa più o meno tutti. Sono contento di avere questa possibilità, credo possa essere un'esperienza anche per il futuro".

Pensa si possa arrivare a far parlare gli arbitri a fine partita?
"Se ripenso a Juve-Roma, forse è stato meglio restare in silezio. Tutti parlavano e non era giusto andare a creare altre polemiche ma non sono io che devo decidere se sia giusto parlare dopo la partita".

Com'è la nottata di un arbitro dopo una partita del genere? Ha rivisto subito la gara?
"Solitamente le rivedo subito. Questa, per il clamore e per un po' di arrabbiatura non l'ho rivista subito. A mente fredda si ragiona meglio e andando a rivederla bisogna essere il più severo possibile, altrimenti non si cresce e poi si commette lo stesso errore".

Il rapporto con i campioni come Totti o Buffon?
"Di assoluto rispetto, sempre. Pretendo rispetto e do rispetto. Ho sempre avuto il massimo rispetto. Dipende però anche dal carattere dell'arbitro, c'è chi è più amichevole e chi no".

Lei che arbitro è?
"Sono un arbitro istintivo. Quello che vedo faccio. Difficilmente rifletto, o meglio il 95% delle decisioni viene dall'istinto. Se hai visto bene, con l'esperienza, conoscendo i calciatori e il tipo di fallo prendi una decisione, spesso corretta. Se sono arrivato dove sono arrivato è anche perché ho questa mia caratteristica".

A chi ha parlato di campionato falsato?
"Non c'è da dire nulla, non sta a me giudicare".

In famiglia cosa è successo?
"Niente, hanno capito l'amarezza che provavo e hanno cercato di tirarmi su il morale. Sono stato molto con i miei bambini. In famiglia sanno che quando ci sono questi momenti ci vuole pazienza perché io sono un tipo che se la prende molto. Questo è un mestiere che faccio con una passione smisurata e quando non ricevi una gratificazione o quando c'è una delusione questa è molto forte".

Pensa a quando tornerà in campo?
"Nel percorso di un atleta ci sono dei momenti in cui le cose vanno meno bene".

Parliamo di Renzi. Da ragazzi eravate assieme al corso per diventare arbitri...
"Sono passati molti anni. Per lui è stata un'esperienza importante fare l'arbitro, fare l'arbitro è una grossa esperienza di vita. Ti dà la coscienza del rispetto del regole e tu devi essere il primo a rispettarle. Inoltre ti dà la consapevolezza che comunque in determinati situazioni devi prendere una decisione e non è una cosa semplice".

Ce l'ha un po' con se stesso?
"No, mi sono reso conto però che avrei potuto fare meglio. Non ce l'ho con me stesso perché ho fatto come al solito: sono andato in campo per dare il massimo, anzi in quella gara più del massimo viste le tante situazioni difficili. Non ho rimpianti perché non posso tornare indietro e cambiare qualcosa né essere più fortunato. La fortuna fa parte della vita e bisogna accettare che le cose possano andare in una determinata maniera".