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tmw / roma / Editoriale
Bastone e carota, ottimismo, sicurezza e serenità, ecco lo show di James Pallotta
mercoledì 17 giugno 2015, 12:38Editoriale
di Alessandro Carducci
per Vocegiallorossa.it

Bastone e carota, ottimismo, sicurezza e serenità, ecco lo show di James Pallotta

Sorridente, tranquillo e sicuro di sé, James Pallotta ieri mattina ha convocato tutta la stampa al centro di Roma, nel cuore della Città Eterna. Obiettivo numero uno: fermare il chiacchiericcio che, legittimamente, minava la posizione dell'allenatore dopo le turbolenze e i botta e risposta pubblici di fine anno.

BASTONE E CAROTA - Dopo il volto rilassato di Rudi Garcia, immortalato il giorno precedente al termine dell'incontro proprio con Pallotta, il presidente giallorosso ha parlato a 360 gradi del mondo Roma, riprendendo il tecnico francese (“Sa di aver sbagliato a dire certe cose”) ma confermandogli appieno la fiducia del club.

Lo show è iniziato poco dopo le 8 a Via di Ripetta: Pallotta ha ammesso alcuni errori (il main sponsor) e ha avvisato i naviganti: “Arriveranno alcuni giocatori ma qualcuno dovrà anche partire”. Contemporaneamente però, su precisa domanda, ha dichiarato come la Roma sia già in grado di prendere un grande centravanti del calibro di Higuain e Dzeko: “Non c'è problema”.
Il magnate americano ha un background logicamente diverso dai presidenti di club cui siamo abituati in Italia. Non solo per l'enorme differenza tra l'NBA e la serie A ma proprio per l'approccio pragmatico di Pallotta, lo stesso approccio con cui conduce i suoi affari.

Ottimismo, sicurezza e serenità. Il presidente giallorosso non sembra esser turbato da nulla. Le contestazioni non lo sfiorano (anche se ha tenuto nuovamente a precisare come lui non si sia mai scagliato contro la Curva Sud ma solo contro un gruppo di persone), le critiche le ascolta ma nulla sembra preoccuparlo più del necessario.
Pallotta va avanti per la sua strada, che è quella di esportare il marchio Roma nei quattro angoli del globo, cercando così di aumentare i ricavi del club sfruttando soprattutto l'abbinamento e la simbiosi con la Città Eterna. Vuole fare lo stadio (“Una volta completato avremo un fatturato maggiore di qualsiasi altro club in Italia”), a dispetto delle critiche che gli piovono da politici e associazioni varie ed eventuali. Ha bacchettato pubblicamente la Nike con la stessa naturalezza con cui avrebbe potuto parlare dei suoi Celtics.

Sappiamo bene poi che le parole, seppur ben pronunciate, servono a poco. Toccherà a Walter Sabatini correggere gli errori commessi nei mesi scorsi per ridare entusiasmo alla piazza e, soprattutto, una squadra capace di ridurre il gap con la Juve. Per poi (provare a) sognare.