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tmw / roma / Editoriale
Il terzo viaggio del comandante Garcia
venerdì 3 luglio 2015, 00:00Editoriale
di Gabriele Chiocchio
per Vocegiallorossa.it

Il terzo viaggio del comandante Garcia

Il calciomercato è una magia, è capace da solo di alterare umori e prospettive in continuazione e più volte al giorno, fa costruire mondi paralleli fantastici (in positivo o in negativo) e, spesso, fa perdere contatto con la realtà circostante, che nel frattempo continua la sua marcia come se nulla fosse.

Domenica inizia la stagione 2015-2016 della Roma, con il raduno a Trigoria della squadra, per il terzo anno agli ordini di Rudi Garcia. Sembra passata un’eternità, tra presentazioni di stadi e maglie e tormentoni conclusi e in corso di mercato, ma solamente pochi giorni fa la conferma del tecnico di Nemours, dell’uomo che ha riportato la chiesa al centro del villaggio e la Roma in Champions League, pur con qualche affanno di troppo nella seconda esecuzione, era in dubbio, a causa di un rapporto con la società che all’esterno pareva (definitivamente?) deteriorato dopo la conferenza stampa della vigilia del match di chiusura di campionato contro il Palermo. Poi qualche affondo dialettico, l’arrivo a Roma del presidente Pallotta e il comandante è rimasto al suo posto, pronto a guidare la nave nel suo terzo viaggio, che si spera possa essere ancor più fruttuoso (magari non solo in termini economici, comunque importantissimi in questo momento storico della Roma) dei primi due.

Ci sono già stati cambiamenti riguardanti lo staff e certamente ve ne saranno altri in termini di rosa a disposizione, ma un grande punto interrogativo riguarda proprio Rudi Garcia. Si è parlato di lui come un tecnico depotenziato, delegittimato, commissariato e chi più ne ha più ne metta, ma la minor qualità della sua gestione rispetto al primo anno è stata una delle cause nelle negatività della stagione appena conclusa e l’ex allenatore del Lille è chiamato a dare un plus in quella che potrebbe essere l’annata che fungerà da controprova sulle sue capacità. Servirà migliorare in tutti i campi di lavoro gestiti dal tecnico: per quanto riguarda quello atletico, l’arrivo di Darcy Norman potrà sopperire ai guai di preparazione pagati da dicembre in poi, così come una dote di 70 punti allenterà la pressione da cui la squadra è stata schiacciata fino a maggio.

Ma il vero salto di qualità andrà fatto sul piano tattico: al di là di presunti vasi di Pandora scoperchiati da chissà quale mago, è indubbio che la squadra necessiti di maggiore imprevedibilità e di una generale rinfrescata, soprattutto in fase offensiva. Se poi questo avverrà tramite un cambio di modulo (aleggia la nuvola del 4-3-1-2 visto in alcuni brevi stralci del 2015) o semplicemente approfondendo meglio (come si poteva fare o non si è fatto) le varianti del 4-3-3 permesse dalle caratteristiche degli uomini già in rosa e di quelli che arriveranno è ancora presto per saperlo, certo è questa resta la priorità assoluta, per non rischiare di lasciare le cose ancora una volta intentate.