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L'ennesima vita di Stefano Colantuono. Con la Salernitana è la quarta
Due anni dopo. Stefano Colantuono ritorna sulla panchina della Salernitana con un obiettivo diverso (ma uguale) rispetto alla sua ultima esperienza come allenatore. Iervolino aveva puntato su di lui per sperare di arrivare alla salvezza nei primi passi della gestione del club, non trovando però il miracolo che gli è poi capitato grazie all'arrivo di Davide Nicola. Colantuono era stato esonerato dopo due pareggi, contro Spezia e soprattutto Genoa, in quelle che erano due sfide salvezza che potevano graziarlo.
Nove punti in quindici partite. Una media in linea con quello che sta accadendo in questa disgraziata stagione. Con la differenza che lì c'era stato un cambio di proprietà, qualche mese di bega societaria e poi, appunto, la ricerca del miracolo. Qui le percentuali di salvezza sono molto più basse di due anni fa, considerando soprattutto quanto ha speso Iervolino in questi due anni, con qualche giocatore di primissima fascia - Dia, in particolare - da recuperare per cercare di rientrare in qualche modo dell'investimento.
È l'ennesima vita del tecnico di Anzio, forse quella più agrodolce di tutte. A Salerno ne ha già vissute tre: due da allenatore, appunto, l'altra da responsabile delle giovanili. Potrebbe essere l'ultima, oppure l'inizio di un'altra storia dopo Udinese e Atalanta, Perugia e Palermo. Anche se l'inizio è durissimo, contro un Bologna lanciatissimo verso la Champions.
Nove punti in quindici partite. Una media in linea con quello che sta accadendo in questa disgraziata stagione. Con la differenza che lì c'era stato un cambio di proprietà, qualche mese di bega societaria e poi, appunto, la ricerca del miracolo. Qui le percentuali di salvezza sono molto più basse di due anni fa, considerando soprattutto quanto ha speso Iervolino in questi due anni, con qualche giocatore di primissima fascia - Dia, in particolare - da recuperare per cercare di rientrare in qualche modo dell'investimento.
È l'ennesima vita del tecnico di Anzio, forse quella più agrodolce di tutte. A Salerno ne ha già vissute tre: due da allenatore, appunto, l'altra da responsabile delle giovanili. Potrebbe essere l'ultima, oppure l'inizio di un'altra storia dopo Udinese e Atalanta, Perugia e Palermo. Anche se l'inizio è durissimo, contro un Bologna lanciatissimo verso la Champions.
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