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ESCLUSIVA SN - 1946, Vasino: "Invernizzi pensava sempre e solo ad applicarsi al calcio"
mercoledì 1 aprile 2015, 19:46Giocavamo insieme, sempre io e te...
di Alberto Boffano
per Sampdorianews.net

ESCLUSIVA SN - 1946, Vasino: "Invernizzi pensava sempre e solo ad applicarsi al calcio"

La storia blucerchiata raccontata attraverso gli aneddoti, gli episodi, e i ricordi di chi l’ha vissuta: la nuova puntata della rubrica “1946" di Sampdorianews.net dedicata ai 68 anni della Sampdoria, ospita come narratore per l’album dei ricordi blucerchiati la storica voce di 90° Minuto Gianni Vasino:

"Oggi vi voglio parlare di Giovanni Invernizzi. Ai tempi in cui giocava lui i mediani erano definiti umili gregari perché dovevano essere quelli che portavano la palla e che la toglievano all’avversario. I faticatori a favore di quelli che avevano in testa le idee per segnare e le idee per giocare bene. Quando Giovanni Invernizzi veniva a fare le interviste diceva ‘Io sono un umile gregario, ma sono fosforoso’. E sul termine fosforoso scoppiavano, immancabili, le risate di tutti i presenti perché era uno dei primi che usava questo termine nel mondo del calcio.

Ha fatto pochi goal, ma diceva che le sue reti erano tutte molto ma molto pensate come se, con i due molto, volesse specificare che non aveva molta amicizia con i tiri in porta e con le reti. Giocava per gli altri, era uno che si sacrificava in maniera straordinaria. A modo suo si sentiva dentro molto protagonista, si sentiva tra virgolette protagonista, e qualche volta lo ha ammesso, perché riteneva che grazie alle sue corse e alle sue faticacce arrivassero i risultati alla squadra in cui giocava, soprattutto alla Sampdoria. Aveva un senso della posizione straordinario, e anche in dote dei fondamentali tecnici molto ma molto validi. Era un centrocampista che formava lo zoccolo duro della squadra perché se lui non riusciva a fermare l’avversario generalmente quest’ultimo dava l’avvio alle azioni più pericolose. Sapeva sacrificarsi molto, si arrabbiava spesso con qualche compagno perché non gli sembrava lottasse come faceva lui.

Ha fatto certamente storia un suo aneddoto nel quale dopo una partita a Firenze disse ‘Ringrazio il pubblico di Firenze per la sua meravigliosa capienza…’. Era un uomo che lavorava sodo, e quello che lo caratterizzava era il fare molto arrosto e poco fumo: non si vedeva mai quando c’erano le feste, pensava solo e sempre ad applicarsi al calcio. E’ diventato poi un allenatore moderno, paziente anche se lui stesso si definisce ancora oggi non troppo paziente".

RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.SAMPDORIANEWS.NET